24.7.11

The Secret n. 5 - ovvero è un mistero solo per chi non ci crede


Anche se non sembra, prima di esprimere il mio parere su qualcosa cerco di informarmi.
Quando si tratta di fumetti, oltre a leggerli, provo a guardare in giro se gli autori ne parlano, tento di capire il loro punto di vista sulla storia, valuto se quel che dichiarano di voler trasmettere sia effettivamente quello che mi è arrivato.

Non lo faccio sempre, mica sono uno di quegli invasati che devono sapere tutto. Ma capita.

Per fare ciò navigo l'internet, entro nei siti degli autori, leggo qua e là cosa ne pensa la gente, addirittura mi addentro nella giungla dei forum.

I forum dove la gente discute dei fumetti sono dei luoghi bui in cui cinquantenni si insultano pesantemente con quindicenni per convincersi a vicenda che Corto Maltese è meglio di Tex o che il fumetto si fa in un modo e non in un altro e che una cosa fa cagare a prescindere e tu non capisci un cazzo e non può essere tutto soggettivo che ci sono dei parametri oggettivi con cui valutare e quelli non si discutono e che se non hai le capacità per renderti conto delle stronzate che dici allora ti meriti di morire per l'implosione del tuo cervello dimmerda.
E tra l'altro se non scrivi pò e qual'è ti bannano a vita. Almeno così sembrerebbe.

Comunque, capito sul blog di The Secret e leggo:
"The Secret piace tantissimo a chi è interessato al complottismo e invece viene bistrattato dalle belle testoline cicappiane di chi è convinto che il mondo sia limpido e che non esistano alieni, cospirazioni, profezie etc. Con le scie chimiche abbiamo davvero "rotto" i lettori... c'è chi ci osanna e chi ci biasima.
Meglio. The Secret non vuole essere un fumetto per tutti."


Mi chiedo se sia davvero l'approccio migliore per un'opera che, teoricamente, dovrebbe puntare all'essere venduta.
Cioè, io ho sempre letto Dylan Dog anche se la mia testolina cicappiana non ha mai pensato che esistessero davvero vampiri, lupi mannari e Mana Cerace. Si chiama sospensione dell'incredulità ed è alla base di tutte le opere di fantasia.

Escludere a priori e deliberatamente una fascia di lettori è, nel migliore dei casi, stupido. Nel peggiore dei casi, invece, potrebbe sembrare soltanto la reazione stantia al fatto di non essere stati in grado di creare una storia capace di appassionare un pubblico più vasto.
Che poi non è un'accusa. Ogni serie è anche frutto del modo in cui viene venduta, e per queste miniserie, che nascono già senza possibilità di sbocco in una serie regolare, l'imperativo è quella di accalappiare nell'immediato una fetta di pubblico fedele e interessato e portarselo dietro fino alla fine, senza stare troppo a pensare a che modifiche approntare per allargare la platea, anche perché di tempo non ce n'è!

E non voglio dire che le storie di genere non siano di per sé selettive, se odio il western è ovvio che non leggerò Tex, ma a mio avviso il valore aggiunto a cui un fumetto dovrebbe tendere è proprio quello di educare il lettore a una certa tipologie di storie. Rendere appassionanti anche argomenti che non sono mai stati nell'interesse di una persona, condurla alla scoperta dei propri gusti, magari addomesticarli, mutarli, esaltare alcune preferenze nascoste che banalmente non si erano mai manifestate, trovare la via meno traumatica per fare assaggiare un nuovo sapore, magari quel sapore che non credevi ti potesse piacere.

Non sono così convinto, insomma, che l'autore di un'opera di fantasia debba obbligatoriamente credere a ciò che scrive, anzi, il suo talento dovrebbe essere quello di rendere credibile l'incredibile, non tanto di descrivere in un reportage quella che secondo lui è la provata realtà.

Che poi parliamo di quei fumetti lì, quelli da edicola con le 94 pagine e la copertina neanche tanto rigida, di quel bianco e nero ruvido e così rassicurante.

Visto in quest'ottica, comunque, The Secret è un fumetto per complottisti fatto da complottisti.
Un prodotto che si autolimita, tira il freno quando invece dovrebbe accelerare, e lo fa appesantendosi per la smania di buttare dentro tutto.
L'impressione è che lo sforzo fatto sia quello di voler inserire nella trama qualunque argomento possa essere stato trattato in una puntata di Voyager o Mistero, dalle scie chimiche al 2012, dall'11 settembre a speriamo non il chupacabra.

Dopo questo logorroico preambolo, veniamo al dunque.
The Secret si sta rivelando una piacevole lettura, incanalandosi in quel genere di misteri misteriosi parte da X-Files e arriva a Fringe lambendo le coste dell'isola di Lost.
L'incredulo Adam Mack, impersonato dal fratello di Voldemort Joseph Fiennes, prosegue il suo percorso
Quello di The Darwin Awards
verso l'ignoto. Voci interiori, piani mistici, un circo spaziale, rapimenti alieni, un prete rasta, il carlino di Man in Black, i Maya. Insomma, mettiamoci dentro di tutto che tanto fra qualche numero finiamo.

Comunque la lettura è sempre scorrevole, mai pesante, mai troppi spiegoni, personaggi ben caratterizzati. E di questi tempi questo è già un ottimo risultato!

Attendiamo il prossimo.

Ah, le copertine proprio non mi piacciono. Potrei anche spiegare perché, ma in realtà sono solo gusti miei.

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