31.7.12

In riso veritas


Passaggio breve ma intenso.
Ci si chiedeva, e non chiediamoci perché lo ci si chiedeva, quanti muscoli fossero impegnati nell'atto di ridere.
Non avendo sottomano delle procaci studentesse di anatomia (mai che ce ne siano quando servono), si decide che il metodo più accurato, essendo tra l'altro senza batterie l'allegro chirurgo, è quello di richiedere un consulto al signor\dottor Google notoriamente esperto in materia.

"Scusa Google, ma quanti muscoli si usano quando si ride? Grazie."

 400!

No, 80!

 No, meno. 50!

No, no. Sono proprio 80!

 60!

 Macché 60. Per ridere, e anche molto, ne bastano 15.


Già, 67 sono per piangere, e 15 forse sono per ridere molto, ma molto che ti si strappano le guance. Per ridere normale solo 8!

 Per una risata, da inizio a fine precisa precisa bastano 6 muscoli!

 20!

No, 20 sono per piangere. Più di 50!

 No, 20 (anzi 19) sono per ridere. 66 per piangere!

 A parte che per piangere sono 67, ma per ridere sono massimo massimo (ma proprio che ci rimetto) 12!


 12??? 312 casomai...

Facciamo 100, come la ruota finale di Ok, il prezzo è giusto.
Ah, per piangere sono 600 (che sono probabilmente più di tutti i muscoli presenti, ma quando si piange è così, si spande e ci si espande)


Ecco, tutto questo per dire che la conoscenza condivisa va trattata con i guanti da esperimento biologico.
Mai fermarsi al primo risultato, mai fermarsi nemmeno all'ultimo.
Capire da dove arriva il flusso delle informazioni, risalire all'origine e affrontare tutto con malizia.
Mai condividere ingenuamente, mai assimilare in modo passivo, mai fidarsi.

Ah, e poi ricordarsi che tutto è relativo. Io per ridere di muscoli ne muovo: zero!

E non c'è un cazzo da ridere.

28.7.12

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Qualche tempo fa finii per caso di fronte a un quadro di Adamo ed Eva, poi capitò quel che capitò.
Oggi finisco per caso di fronte a un quadro dell'annunciazione.

Affascinante, non c'è dubbio. Così tanto da portarmi a chiedermi: ma che cazzo si saranno detti?

"Maria sei incinta!" "Senza scopare? Che culo! Ma su Mtv lo fanno 'Virgin & pregnant'?"

Vediamo (stavolta non vi scrivo gli autori, c'è Google immagini per 'sta cosa)


Eeeeh, MACAREEENA!

"C'è un signore alla finestra che mi sta mostrando un culo!" "Il boss ha voglia di sperimentare"

Voli su una nuvoletta? Gokuuu!

"Mariaa ammore, quel rosa schiapparelli ti sta daddio, diiivina!"

Il 25 dicembre? No, sono libera, perché?

"Maria, non toglierti il casco dello scafandro, l'aria di marte è irrespirabile per noi""C'è una sonda dei marziani che mi vuole esplorare il cervello!""No, Maria quella è la siringa per l'inseminazione artificiale!"


"Blaah, che schifo non toccarmi." "Ma sono un angelo!" "Ho la fobia dei piccioni"

"Ma come fai a farli stare così?" "Bigodini!" "Belli, ti fanno pendant con le dita dei piedi!"

"E così mi hanno spezzato l'ala. Ma ora gli tiro una bomba!" "Wow, sei il Chuck Norris dell'empireo"

Aveva uno spirito santo così!

"Ma 'ste ali arcobaleno? Non è che sei uno di quelli? Che siete contronatura!" "Ma senti chi parla, che sei incinta e non hai mai scopato!"

"Ma guarda che secca che sei! Ricordati che sei incinta...." "Eh, si chiuderebbe anche a te lo stomaco, che non ho manco consumato..."

Ahhh, mi hanno colpito con un raggio gamma. Maledetto Mazinger!

No, non mi sei arrivato! Neext!

Maria, avrai un figl... Ma cazzo, ma sei già incinta?


26.7.12

John Doe 22 - ovvero la fine giustifica i mezzi


Ciao,
 se siete arrivati qui cercando su Google 'recensioni John Doe 22', se volevate sapere com'è, se vale la pena spendere quei tre euro, se siete di quelli insomma che per comprare un fumetto si attengono alle indicazioni che altri danno loro e passano più tempo a leggere i forum per sapere cosa leggere piuttosto che leggere i fumetti che quelli del forum dicono loro di non leggere.

Bene, se siete quelli lì siete capitati decisamente male!

Ancora poche righe e qui passeremo direttamente all'ultima pagina dell'ultimo albo dell'ultima stagione di John Doe (a spoilerare, come dite voi giovani).
Quindi, dato che state mendicando un consiglio eccovi il mio: andate in edicola e compratelo!

E' un'ottima storia, una delle migliori che io abbia letto quest'anno (e non parlo solo di John Doe, anzi, non parlo solo di fumetto da edicola) e ai disegni si avvicendano autori talentuosi che, anche quando si sono cimentati solo per poche vignette, hanno svolto un lavoro egregio.
Addirittura la qualità di stampa (vera pecca di quest'ultima stagione) è decisamente di un livello superiore allo standard degli albi più recenti.

Quindi, senza indugio, recatevi all'edicola più vicina e compratelo. Basta, fine dei consigli per gli acquisti.
Ora, se proprio volete rimanere, sappiate che nella prossima riga dirò il finale.


John Doe è un personaggio dei fumetti! Dei fumetti!!!

Forte vero?
A volte mi domando come facciano a pensarle. Secondo me si drogano!
Sì, come i poeti maledetti, o quelli della beat generation.
Artisti...

Questa però in un fumetto dovrebbe essere la premessa, mica può essere il finale: qualcuno sta cercando di ingannarci.

Tentiamo un approccio differente:

Arriva John Doe è un film del 1941 diretto da Frank Capra.
Con il fumetto ha in comune non solo il nome del protagonista ma anche una parte importante della trama:
John Doe non esiste, è un personaggio virtuale, una marionetta mediatica. C'è qualcuno che scrive quel che deve dire e fare, c'è un'entità più o meno occulta che lo usa per arricchirsi, ne sfrutta l'immagine.
A un certo punto però John si rende conto di essere solamente uno strumento nelle mani del potere, il peso dell'inganno è tale da non intravedere nessun'altra forma di liberazione se non il suicidio.

Pare che questo fosse il vero finale, Gary Cooper che se ne frega dei tentativi che fanno i suoi sostenitori per dissuaderlo e si getta da un palazzo.
Pare. In realtà il John Doe del film si lascia convincere.

Ecco, il John Doe del fumetto invece decide che l'unica via che l'eroe può seguire è quella della morte (editoriale).
Il Golden Boy è così, abbiamo imparato a conoscerlo ormai, se c'è una regola lui deve per forza infrangerla.
Dicono che sono i lettori che decretano la sparizione di un fumetto? Bene, lui di questo se ne frega, decide lui quando e come abbandonare!
E poco importa se per farlo dovrà ingannare tutti, scendere a compromessi con il proprio creatore, smettere di essere per conquistare lo status di essere.
John, che da uomo era divenuto Dio, ora da Dio si fa uomo e nella sua via Crucis dei generi sanguina la propria fine.
John che chiude alle proprie spalle la porta dell'irrealtà per ritrovarsi nel mondo degli umani.
John che da illuso creatore si riscopre creatura, robot assemblato pezzo per pezzo nei laboratori mentali dei tre autori.
John che, cazzo, è il piacente John Doe mica il mostro di Frankenstein. Potrà dileguarsi tra la folla, diventare quel qualunque che il suo nome rappresenta, in nomen omen è quasi una regola no?
Già, le regole ...

Vabbè, ci siamo capiti.

La storia scivola docile verso il finale.
Bartoli e Recchioni giocano. Giocano con le metafore, con lo spazio e con il tempo. Infrangono dimensioni, cuori, vite, morti.
Cercano di sorprendere, ancora. Preparano un insolito solito solo per il gusto di evitarlo, illudono, sviano. Dicono, sì c'avevamo pensato anche noi, ma no!
Si divertono. Pare anche quello, sì.

Cosa rimane?
Ah, le Alte Sfere. La nemesi. Gli imperatori da compiacere, il pubblico per cui essere giullare, noi: i lettori!
(Sì per chi non lo avesse capito quest'ultima stagione è stato un esperimento metafumettistico volto al trasportare l'eroe di fantasia nella nostra realtà costringendolo dapprima a scontrarsi con i propri creatori per poi metterlo a confronto con la massa variegata dei lettori fino a farne emergere il relativismo e l'impossibilità di fissare la vera anima di un personaggio dato che questa risulta composta dalle esigenze e dalle aspirazioni di differenti categorie di fruitori [il non mettere le virgole in questa frase fa parte dell'esperimento]).

Ci sono le pagine bianche, sì, ma da qui in poi diventa una cosa personale.
Quel che succede sulla carta è solo un'ipotesi, un esempio. In realtà il discorso è tra noi e John, tra ciò che vorremmo e ciò su cui incespichiamo inevitabilmente a ogni vignetta.
Pare addirittura scontato il suggerimento ad arrangiarci, disegnarcelo da soli, comporcelo come vogliamo il nostro John Doe (nooo, era quello il senso della copertina quindi?).

...
...
...
Ci siete cascati vero?
Quasi anch'io, quasi. Tutti quei John ha fatto questo, John ha detto quello, e in realtà, vero, falso, e John è ed è stato. Eccolo lì l'inganno: John non esiste, non così.
E' un personaggio dei fumetti.

Ve l'avevo detto che finiva così!

C'è un quadro di Magritte,s'intitola I due misteri.
C'è disegnato il famoso quadro della pipa, quella che non è una pipa, e poi, fuori dal quadro c'è una pipa vera. O meglio, c'è un'idea di pipa, un'interpretazione iperuranica
Ecco, la pipa irreale, dipinta in un quadro che afferma lui stesso che non è una pipa, contrapposta alla pipa reale.

Bene, John Doe è quella pipa lì.
Quale, direte? Quella reale o quella finta?

Entrambe. Sono entrambe pipe disegnate, nessuna delle due è reale, uscire dal quadro è servito soltanto a finire in un altro quadro.
L'uscita da un fumetto confluisce inevitabilmente in un altro fumetto, l'essere un personaggio inventato non ha redenzione, non contempla sanatorie.

Non c'è via di scampo!

Dunque finisce così, con una risata soddisfatta e inaspettata che inganna addirittura il magone commosso che la fine di un'epoca si porta sempre con sé.

Adesso mi verrebbe da scrivere che c'è il vissuto di ogni lettore tra gli spazi bianchi di un albo, anche il mio. E quando ho comprato il primo John Doe, a dov'ero, con chi ero... e il secondo, e il terzo.
E l'ultimo.

L'ultimo.

Ma vabbé, questa è un'altra storia.

[Grazie a tutti quelli che l'hanno scritto (lui, lui e lui) e che l'hanno disegnato. Un po' meno a quelli che l'hanno editato che ci son sempre quei fastidiosi refusi che... vabbè, grazie a tutti.]


Ah, visto che c'è sicuramente chi non capirà e vorrà assolutamente sapere chi è il misterioso personaggio che ritorna nel finale, beh, anni e anni di C.S.I. in tutte le città degli Stati uniti mi hanno insegnato qualche trucco.

Se avete una foto che il carnefice ha scattato alla vittima, garantito al 100% che ingrandendo l'iride degli occhi scorgerete nel riflesso il volto dell'assassino.

Visto?


Maledetto Kiwi, lo sapevo che saresti tornato!



Addio, John. E grazie di niente.

25.7.12

Naturismo


Difficilmente rebloggo.
Sono essenzialmente un asociale di merda (se mi avessero dato un euro ogni volta che ho visto scritto associale con due esse, adesso avrei degli euro).
La partecipazione da queste parti è prigionia più che libertà, twitter una macchinazione degli alieni per una psicoanalisi di massa, il 'condividi' è il grimaldello per violare inconsciamente l'intimità di un pensiero.

Sarà che in questo caso si tratta di Makkox, sarà che con la vecchiaia mi sono intenerito anch'io, sarà che non so che cazzo scriverci su 'sto blog che mi guarda con gli occhioni da cucciolo e mi succhia il sangue come una vampira. Comunque, ecco una bella vigna!

Non parlerò di Makkox, tanto ne ho già detto che basta, volevo invece lasciare per un attimo spazio alle sensazioni che la sua vignetta mi ha smosso.

E a scanso di ogni equivoco accantoniamo subito la questione, non mi incaponirò su chi ha fatto bene e chi ha fatto male, sui governi precedenti, sul quando c'era lui e sul votate me che le sistemo io le cose.
Qui non si tratta  del professore europeista in mano ai banchieri o dell'imprenditore piduista in mano alle puttane o del comico berlusconista in mano ai propri deliri o del... del... di quella roba finto democristiana che è il pd che manco mi viene da appiccicarci qualche etichetta, ché tanto non ci sta attaccata.

No, qui la tesi è un'altra: la tesi è che la persona giusta non c'è. L'eroe, il deus ex machina, l'uomo della provvidenza non esiste e, peggio ancora, anche se esistesse non potrebbe fare nulla.
Cioè, magari una botta di culo potrebbe anche capitare, ma sarebbe soltanto un episodio, una vittoria estemporanea, statistica.

Perché il Sistema, quello artificioso, artificiale che hanno (abbiamo?) eretto non è più gestibile, controllabile, prevedibile. Nel suo contrapporsi al reale, all'economia reale, ai mercati reali, alla vita reale questo leviatano ha assorbito cogli anni quell'essenza naturale che lo circondava, si è fatto cosa viva, mondo naturale, vulcano, tornado, terremoto.

E come tale non soggiace più alle leggi dell'uomo, non più.

Si può provare, tentare un'azione, un gesto, un rimedio, un sacrificio: ma quanto davvero è causa e quanto davvero è effetto?

Mi capita in ufficio, con qualche programma (software dico) talmente radicato, stratificato, vissuto, rabberciato da aver acquistato vita propria. Lo guardi e ne intuisci la complessità ma allo stesso tempo ti rendi conto di non avere completamente gli strumenti intellettuali per seguirlo fino in fondo, percorrerne ogni rivolo, ogni possibile biforcazione.
Sai che ogni riga che scriverai avrà un risultato conosciuto nell'immediato ma probabilmente nasconderà anche esiti imprevisti e imprevedibili in ogni possibile futuro che quel cambiamento originerà.

Ecco, di fronte a quel vulcano io ho visto il mio codice diventare cose, vita, quotidianità, mondo.
Un complesso universo che si rifiuta di rispondere agli stimoli secondo le nostre codifiche, unpredictable, e noi qui a illuderci di poterlo controllare, gestirlo, imbrigliarlo.
E solo per il semplice (semplice) fatto che l'abbiamo creato noi.

(Come se la genitorialità includesse davvero il controllo).



Niente, uno sprazzo di serietà civile. Ora rinsavisco.


23.7.12

Spigolature


Secondo i miei calcoli oggi è lunedì.
23 luglio 2012.
Duecentocinquesimo giorno del calendario Gregoriano, centosessantuno giorni alla fine di questo 2012 (centocinquantuno secondo quelli che credono che Maya avessero creduto che fosse credibile tanta acredine verso il mondo).

Il Sole entra oggi in Leone. Povera bestia direte voi, in realtà è una roba astrologica per dire che se sei nato oggi puoi fare il figo e sfoggiare il termine cuspide.

Wikipedia dice che il 23 luglio del 1904 è stato inventato il cono gelato. La stessa wikipedia dice che il 13 dicembre 1903 è stato inventato il cono gelato.
D'altronde su wikigallery c'è il dipinto di tale Louis-Philibert Debucourt, datato 1807, che mostra questo particolare
Una donna con sei dita con in mano un cornetto
Altre cose che ho scoperto in questi giorni:
- Anche se nel logo di Mozilla Firefox c'è davvero una volpe, firefox è il nome che indica il panda rosso
Il maestro di Kung Fu Panda, tanto per capirci

- il capibara, si sa, è il più grosso roditore al mondo. Non tutti sanno che la sua carne (che pare faccia anche schifo al cazzo) può essere mangiata dai Cattolici anche in Quaresima. Le solite eccezioni per gli amici degli amici degli amici.


- in realtà ho scoperto anche altre cose sull'echidna, la pastinaca, i manuali d'istruzioni Ikea, l'ebola, i pulcini spiaccicati dal trattore e il tenerone.

Ma non ho voglia di posso parlarne adesso.

Comunque, oggi è lunedì 23 luglio. Se quest'anno non fosse stato bisestile sarebbe già il 24 e questo la dice lunga.

Ah, se vi serve sapere qualche altra cosa inutile su qualsiasi altro argomento, beh, basta chiedere.


Fine.


18.7.12

Facecook l'angolo cottura del mercoledì 21



Scrivere non è il mio mestiere, nemmeno cucinare. Quindi mi permetto di farlo quando ne ho voglia, quando mi va o al limite quando ne sento il bisogno.

In questo periodo cucino e scrivo sempre meno, valli a capire quali siano i meccanismi che determinano questa cosa, ma non è quello il punto.
E' più che altro un discorso di pezzi, frammenti. Non che si sia rotto niente, che intero non lo sono mai stato, ma è il tenerli assieme, è lì che si è rotto qualcosa.

Come se a un certo punto mancasse un elemento che fa da collante, il campo che tiene uniti i quark (bosone di merda, aggiungerei).
Ecco, come se mancasse l'uovo.

Vabbé, come inizio per un post di cucina è forse un po' troppo introspettivo, ma come era solito dire Eraclito: fatevi i cazzi vostri.

(Ah, per la cronaca pare che Eraclito non abbia mai detto 'panta rei', con buona pace dei Negramaro e dei produttori del noto lubrificante [che restano comunque dei geni!])

tutto scorre

Dicevamo, l'uovo come elemento legante ed elegante. Il nawashi della cucina, il gluone principe di ogni ricetta, l'oppio dei popoli (Ah, la frase non è di Marx ma pare di tale Bruno Bauer [che aveva delle sopracciglia curatissime])


... dunque, basta distrazioni: l'uovo ci serve per fare delle polpettine di miglio e verdure!

Tritate finemente mezza cipolla, mezzo peperone rosso, una carota e fateli rosolare in un filo d'olio d'oliva con un pizzico di sale e pepe macinato al momento.
A parte fate lessare 200 gr di lenticchie e 200 gr di miglio decorticato (che avrete prima lavato con abbondante acqua) [quando dico a parte intendo in due pentolini differenti, tanto per essere chiari] e dopo i canonici 20 minuti spegnete tutto e procedete a trasferire sia le lenticchie che il miglio alle verdure.

[curiosità: 200 gr di semi di miglio se allineati misurano esattamente un miglio]



Mischiate il tutto con un cucchiaio di legno, procedendo a schiacciare le lenticchie per formare un impasto omogeneo. Nel mentre speziate con della parika dolce e con uno di quei composti da cous-cous, se ce l'avete metteteci anche una spruzzata di pomodoro concentrato.

Lasciate raffreddare e spostate il tutto in una terrina.
(dovremo quindi lavare due pentolini, una padella, una terrina, un cucchiaio di legno e fra poco anche una teglia da forno: l'indice di incasinamento della cucina è di 4 idranti per questa ricetta)

 

Il momento dell'uovo è finalmente giunto: rompetelo e aggiungetelo all'impasto con un paio di cucchiai di pan grattato.
Mescolate e mescolate fino a che l'amalgama non si cementifica. Se risulta troppo liquido, se si muove, eppur si muove (no, non l'ha detto Galileo mettetevi il cuore in pace), sarà buona cosa mettere un altro po' di pan grattato (lo so, teoricamente avrebbe dovuto essere già a posto così, il pan grattato è un bieco trucco ma, si sa, il fine giustifica i mezzi [chi ha detto Machiavelli? Mi spiace ma l'autore del Principe non ha mai pronunciato questa frase]).

Immagine di una partita di machiavelli

Ora, con le vostre manine inumidite formate delle polpettine e passatele in un'impanatura di mais e adagiatele su una teglia ricoperta di carta da forno.
220 °C per quindici minuti e poi a 180°C per sette minuti.

sette minuti
Servite con una salsina di yogurt greco e con un'enorme burrata buonissima.

Comunicazioni dal parterre.
Il miglio è meglio

Meehehe!
Anche le mie sopracciglia sono bellissime! Estetiste di tutto il mondo, unitevi!
Che quella frase sul morire per le opinioni degli altri non l'ha mai detta Voltaire, lo sapevate vero?