Del perché proprio lo tzatziki è un mezzo mistero.
Sono in macchina, l'afa graffia i finestrini cercando un pertugio per entrare, i gas di scarico del tir di fronte a me scivolano sul mio parabrezza avvolgendo la vettura. E io penso allo tzatziki.
Che in Grecia io non ci sono mica mai stato. Mai.
Eppure quel sapore da qualche parte ce l'ho.
Magari c'entra il ristorante greco di sabato sera. Ipotesi a dir poco fantasiosa, direi.
Sicuramente è una faccenda di metempsicosi, trasmigrazione delle anime, reincarnazione. Sì!
Non vedo alternative.
Credo di essermi amputato un braccio col rasoio di Occam!
Comunque, dato che abbiamo un rasoio a disposizione, cerchiamo di usarlo per fini più nobili.
E' evidente che il tema della serata orma sarà la cucina greca. Quindi, mano ai capperi e alle olive e iniziamo questo viaggio tra i segreti dell'Acropoli.
Per lo tzatziki ci sono poche possibilità: o si ha dello yogurt greco, un cetriolo, 2-3 spicchi d'aglio, olio e sale, oppure non c'è proprio verso di farlo.
Celo, celo, celo, manca. Mi manca l'aneto lo ammetto. Faccio al netto dell'aneto.
Detto ciò: si prende il cetriolo, lo si denuda della buccia, si cerca di togliere i semi e si provvede a grattuggiarlo finemente sopra un foglio di carta assorbente o un canovaccio. Si chiude il tutto e si spreme fino a far rilasciare tutto il liquido. I francesi la chiamano eau de cocombre e se la bevono. Popolo bizzarro (po-popopo-po-po-pooo).
Aggiungiamo il cetriolo allo yogurt (200 ml) e arricchiamo con sale, olio d'oliva e gli spicchi d'aglio tritati il più tritato possibile.
Per amalgamare il tutto si può passare anche al mixer. Ma dopo, chi è che lava?
Il composto va messo in frigo: più sta in frigo più buono diventa. (a un certo punto si toglie dal frigo e si mangia però!). Sull'aneto sorvolo e anche sul mezzo cucchiaio di aceto.
Fatto lo tzatziki, entriamo nel cuore della nostra cena greca: gyros. Ah sì, non ve l'ho detto.
Si fa la pita gyros.
La pita si compra. Se volete farvela in internet è pieno di gente che vi dice che siete capaci. Sappiate che non è vero: la pita, quella vera, quella greca, si compra. E basta!
La carne invece si può simulare di averla cotta sullo spiedo verticale. In realtà prendete dei tocchetti di maiale, la spalla va benissimo, e sezionateli. Fettine, dadini, sfilacci, va bene tutto, si vince sempre.
Tutto in padella con: olio, sale, paprika dolce, cumino, pepe, basilico, cipolla e senape.
Nel mentre scaldiamo in forno le pita e poi adagiamole su un piatto..
Quando la carne sarà ben cotta serviamola sopra il suddetto piatto con pomodoro e cipolla crudi e cospargiamoli di abbondante tzatziki che tanto ne abbiamo fatto un casino e dovremo pur finirlo.
Tra un morso e l'altro, tanto per sviare l'attenzione dal sapore del cetriolo, che quando meno te lo aspetti ti assale, prepariamo un piatto con del formaggio di pecora fuso in padella e dei tocchetti di feta, entrambi irrorati dalla dolcezza del miele che avidi tenevate in un barattolo da quest'inverno, che per la gola a me guarda solo con quello mi passa...
Bene, la cena è servita o, come dicono in Grecia, Βάλτε το επάνω αγγούρι κώλο σας.
Alcuni dei commenti a caldo dai partecipanti:
Ho manciato da Dio! |
Ho mangiato come un Papa! |
Meehehe! |
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