31.8.13

Facecook l'angolo cottura del mercoledì 28


[ATTENZIONE: questo post non esiste. Cioè, esiste ma non dovrebbe essere così, sì insomma, c'era l'inizio che però non è questo, e c'era della roba in tavola che però è andata mangiata. Quindi, nessuna prova, soltanto ipotesi avvallate dalla presunta esistenza di un post che in realtà non c'è, e fino a prova contraria non è mai esistito. E il club Bildeberg. Che non ne sono sicuro ma con quelli lì non si sa mai...]

Il punto è che a fare zapping uno si demoralizza. Cioè, esiste statisticamente 1 su 0,5 probabilità di finire su un programma di cucina. Ma non quelle robe da se famo du spaghi presentate dai preti (giuro, c'è una trasmissione che si intitola 'Quel che passa in convento' con don Domenico), no, tutte trasmissioni in cui per mettere due fusilli su un piatto devi aver fatto quantomeno l'artistico. Quantomeno. Perché per impiattare come si deve, armonizzando forma e colore del piatto con la struttura cromosolida del cibo e fondere in un legame osmotico contenuto e contenitore, sarebbero preferibili almeno un paio d'anni di qualche facoltà di scienze e tecnologie delle arti figurative. Almeno un paio.

Ecco, a me che sono ragioniere (programmatore eh) 'sta cosa dell'impiattamento non è che venga proprio come in tv, insomma io conosco dare e avere. Uno è a sinistra, l'altro a destra. Stop. Non esiste una disposizione alternativa.

Comunque, dato che questo è l'ennesimo ultimo post di facecook, portate pazienza e godetevi un gradito ritorno. Il tacchino.

Ma perché ogni volta deve metterci la foto dell'attacchino? Non fa più ridere...
 Allora, come si chiama questo piatto? Beh, esistono due modi di chiamare una pietanza:

- o ci si avventura in psicadeliche metafore futuriste battezzandola per esempio 'Tacchino in fuga dal giorno del ringraziamento nascondendosi nel mulino e rintanandosi tra i sacchi di mais'
- oppure si opta per una descrizione estremamente didascalica che racchiuda in sé tutti i passi essenziali della ricetta. In questo caso sarebbe 'Strisce grossolane di due peperoni e rondelle di due carote rosolate in padella con uno scalogno sale e pepe q.b. e dopo cinque minuti con l'aggiunta di tocchetti di tacchino infarinati in una impanatura di mais e successivamente schiacciati in una tazza di cornflakes ma dopo un paio di minuti ricoperti da circa mezzo litro di vino bianco (tipo il Ronco che va benissimo) e portati a cottura delle verdure fino ad assorbimento completo del liquido ed eventualmente sfumando con un ulteriore bicchiere di vino o di acqua se non ce la si sente e aggiustato di sale e pepe preferibilmente dolce tipo il seichan'

Detto tutto d'un fiato.


Ecco, scegliendo la titolazione numero due otterremo il confortante effetto di avere già illustrato la modalità di preparazione. Per fortuna va', che non sarei stato proprio capace di scriverla 'sta ricetta.

Come dolce, che ieri c'era da festeggiare, torta di yogurt ma non quella della cameo che son capaci quasi tutti.
Prendete 220 grammi di Gran Cereale Croccante, questi
220 grammi è facilissimo: aprite un pacco nuovo e mangiatevene due.
Ma perché proprio questi?
Perché li puoi frantumare solamente schiacciandoli nel pugno, anche uno in un pugno e uno in un altro, che ti pare di essere Hulk e se siete soli potete anche fare i versi con la bocca o grugnire 'Hulk spacca!', per l'autostima fa benissimo e con un euro e trenta ve la cavate.

Biscotti di merda!!!

Ora, sciogliete 80 grammi di burro in una terrina. Mettetelo pure in microonde, cioè pensate davvero che il burro sciolto a bagnomaria sia davvero così mirabilmente migliore?
Amalgamate burro e biscotti frantumati con un cucchiaio fino a ottenere un impasto omogeneo che stenderete sul fondo di uno stampo in silicone (se proprio volete foderatelo prima con della carta forno) premendolo per bene, e subito dopo in frigo per una mezz'oretta.

Nel mentre prendete tre fogli di colla di pesce e metteteli in ammollo in acqua fredda per 10 minuti.
Allora, che la colla di pesce non sia fatta col pesce non è novità dell'ultima ora (quindi è falsa la leggenda che dice che gli squali per attaccare usino la colla di pesce), vi sconsiglio comunque di andarvi a leggere la lista degli ingredienti e le modalità con cui la preparano perché potreste avere delle remore a metterla in una torta.
(le atlete del nuoto sincronizzato la usano per tenere fermi i capelli, giuro).
Comunque il vero mistero della colla di pesce sta nel Nota Bene


Kiwi e ananas freschi non possono essere usati. Perché? Cosa succede? Qualcuno c'ha provato?
È vero che nel 1963 un venditore ambulante di Chicago utilizzava la gelatina per confezionare dei dolcetti con l'ananas fresco e quel commerciante ora è diventato un ninja?

Togliete dal frigo 350 ml di yogurt greco zero grassi, non dev'essere troppo freddo.
Mettetene 2-3 cucchiai in un pentolino e fatelo scaldare. Aggiungete la colla di pesce ben strizzata e fatela sciogliere. Spegnete tutto e incorporate allo yogurt restante lavorandolo in una terrina aggiungendo un paio di cucchiai di zucchero.
Volendo potete aromatizzare con del limone, delle bacche di vaniglia, della frutta fresca (no ananas, no kiwi), oppure altre sostanze anche illegali. Va a gusto.

Rovesciate il tutto sul fondo precedentemente preparato, distribuitelo per bene e tenetelo in frigo per almeno tre ore. Se volete fare i fighi metteteci pure un topping di frutta o creme, ma volete mettere col mangiarla così al naturale in modo che possa sembrare addirittura una cosa sana?

Presentazione sulla mano e fangulo a Masterchef!

Stasera niente ospiti, che è sabato sera e nessuno è voluto venire.




Ma veramente io avevo telefonato che venivo...

Per Elysium


Avevo scritto un post ma si è cancellato. Non lo so come mai, io con 'sta roba di computer non è che ci capisca molto, che ho anche fatto informatica a scuola ma al tempo bastava spegnere e riaccendere ché gli M24 erano macchine autoaggiustanti, no come 'ste diavolerie moderne che avrò spento e riacceso venti volte ma il post mica è ricomparso.
E manco Automan è comparso. Che poi è l'unico motivo per cui ho iniziato a fare 'sto lavoro, che se ce l'hanno fatta col commodore 16 col 486 DX avrei dovuto fare sfracelli. E invece niente, ma lo so io perché: non c'è abbastanza corrente, che mica abbiamo una Chicago da spegnere qui nelle campagne padovane. Che non abbiamo ancora i lampioni a gas soltanto perché i giovani li usavano per drogarsi col gpl.

Comunque, dato che il post perduto non lo riscriverò, tutto questo per dire che ieri sono andato al cinema a vedere Elysium.
Al cinema c'era uno di fianco a me che c'avrà avuto tipo un quintale di popcorn che teneva in un contenitore grande quanto il catino in cui mio nonno mi faceva lavare quando andavo a dormire lì da bambino. Che sono anche bei ricordi, ma l'aria era talmente satura di vapori oleosi che nelle scene in cui Matt Damon lavorava in fabbrica pareva di essere in odorama.


Fatto sta che nel film c'è Matt Damon con gli addominali di Mark Wahlberg.
E siamo tipo nel 2150 e sulla Terra stranamente si sta di merda. Che sarà scarsa fiducia nel futuro ma un cazzo di film in cui tra 100 anni viviamo decentemente non lo trovi.
Comunque, si vive di merda e si parla spagnolo.


È che sul pianeta son rimaste solo le classi proletarie, dato che i capitalisti si sono trasferiti tutti su Elysium.
Elysium, dove nessuno lavora ma tutti c'hanno la grana.
Elysium, i cui abitanti sono immortali grazie alle postazioni mediche che curano qualsiasi malattia, ti ricostruiscono i tessuti lacerati, ti rigenerano gli organi e a volerlo  ti tolgono anche quelle doppie punte che non si possono vedere.
Elysium, la stazione orbitante nata dall'incrocio tra il logo della Chrysler e il simbolo della Lega.



Che i Leghisti poi c'erano davvero su Elysium, e infatti a un certo punto iniziano a sparare ai gommoni spaziali carichi di immigrati che dalla Terra cercavano di andare a farsi curare sulla stazione orbitante.
Che è un po' come bombardare le corriere di vecchi che vanno a rifarsi i denti in Croazia.

Comunque, su Elysium c'è la cattivissima Jodie Foster che non vuol far salire a bordo i poveracci, e li chiama terroni, baluba e gli fa tirare le banane esplosive.

Fatto sta che Matt è un coglione, e nella fabbrica dove lavora non solo non c'hanno le scarpe antinfortunistica, ma ti fanno senza nessuna protezione dentro un forno a radiazioni dove cucinano i robot.
Caro Matt, ti restano cinque giorni di vita, l'unica tua speranza è andare su Elysium.

Quindi, dato che non sta in piedi gli attaccano un esoscheletro di terza generazione che si innesta direttamente al sistema nervoso e che si aggancia alle ossa con le viti a brugola dell'Ikea.
 

E qui la mamma di Matt Damon si è impuntata. Vabbé l'esoscheletro, vabbé gli addominali di Mark Wahlberg, ma non è che adesso mi stai tutto il film mezzo nudo che ti prendi il demonio...
E infatti l'esoscheletro gliel'hanno avvitato con sotto la maglia della salute, che non si sa mai. C'hai già il cancro, tra cinque giorni muori, vorrai mica prenderti anche un colpo di freddo che in 'sta stagione su Elysium tira un'arietta la sera...

Così risparmio in lavatrici...

Poi c'è la bambina malata, il capitalista cattivo che vuole riprogrammare Elysium (che pare gestita da venti righe di codice in basic), gli amici, i nemici,  gli amici che sembrano nemici, i ricchi, i poveri, la miseria, la classe operaia, il paradiso. Insomma, tante cose, più o meno incastrate a modo, anche se una certa epicità di fondo che sembra voler trasparire dal film in realtà non traspare.

Ah, e poi c'è il cattivo supercattivissimo che fa inseguire Matt Damon da un esercito di roomba.
Erano anni che aspiravamo al cinema...

E poi finisce.

Il resto andatevelo a vedere, che tutto sommato BlomKamp rimane bravo, e anche se non è District 9 questo film è perlomeno Elysium.

28.8.13

Non dire gatto...


Proprio ieri me ne stavo a inscatolare un po' di roba del blog (le solite cianfrusaglie, titoli non usati, foto impubblicabili, idee insviluppabili...), quando da uno scaffale cade questo



Eh, quanti bei ricordi. Il dado degli animali ignorati.
Lascio vagare la mente un istante tra granchio yeti e pigliamosche reale, quando la mia attenzione viene rapita dallo sguardo languido che mi osserva dalla faccia esposta del dado.

È un olinguito.

L'olinguito è stato scoperto solo ad agosto di quest'anno, com'è possibile che la sua immagine sia sul mio dado vecchio di almeno vent'anni? Un vento gelido percorre la stanza e mi fa rabbrividire. Fuori ci sono 30 gradi, com'è possibile? Da dove arriva? Dicono che quando le anime dei morti si manifestano in una stanza la temperatura scende improvvisamente... Cosa sta succedendo?
No niente, è il condizionatore.

Comunque, l'olinguito è stato scoperto solo questo mese, di lui non si sa praticamente nulla: quale migliore occasione per dire cose a caso?

Questo piccolo mammifero è il primo che viene scoperto nel continente americano da 35 anni a 'sta parte.
Che poi, scoperto... In realtà alcuni esemplari erano già stati esposti in diversi zoo americani ma nessuno si era mai accorto di nulla. Com'è possibile?
Beh, una delle caratteristiche principali dell'olinguito è quella di essere un mago del travestimento.
Negli anni settanta c'era 'sta femmina di olinguito, Ringerl, continuavano a tentare di farla accoppiare con dei maschi di altre specie, mica si erano accorti che era un animale sconosciuto, ma lei niente non voleva saperne. E sì che insomma, dopo dieci anni la voglia ti viene eh, cioè, non è che non ci pensasse, però non era il momento.

E magari sarebbero bastati due fiori, un po' di gentilezza, delle parole carine, una collanina con zircone, qualche migliaio di dollari. Ah, le femmine!

Ma quindi com'è fatto 'sto olinguito?

Beh,




no, 'spetta




sì, in effetti pareva più un... no, scusa




ah ok, adesso tutto torna, e infatti era ovvio che...




E a posto. Abbiamo fatto il giro.
Insomma, l'olinguito è un animale che è metà qualcosa. Che mica potrà mai essere un animale intero. È un animale parzialmente scremato. Vive esclusivamente sugli alberi. È carnivoro ma si nutre di frutta. Non usa vestiti in pelle.

Poi, e questa è una cosa che diciamo in esclusiva in questo blog, l'olinguito conta saltando il nove. Non si sa perché, forse è scaramanzia, forse un retaggio di qualche esperienza trascorsa tra le nebbie della foresta pluviale e di cui si è persa traccia. Otto dieci. È così. Che meraviglia i misteri degli animali.

E niente, eccolo qui. L'olinguito. Abbiamo capito finalmente che cos'è




Che io quando sono stato in Colombia ce l'ho fatta una foto a una bestia strana che un signore portava al guinzaglio. Magari la cerco. E se fosse stato un olinguito?
Sono solo coincidenze?
E cos'è questo freddo?

Ah, il condizionatore.


EDIT





27.8.13

La spina del telefono


Stamattina il sito della Vodafone era così.

Ritorno questa sera, cinque minuti fa dico, e chi ti trovo?

Cioè, togliete il telefono a quest'uomo!
Io capisco le ferie, il Vaticano deserto, nemmeno un prete per chiacchierar: ma cazzo, dovrebbero vietarle come le bombe a frammentazione 'ste telefonate.

Che poi, lo so come funziona: ti sei fatto la promozione da 400 minuti per risparmiare e arrivi che mancano 5 giorni alla scadenza e ce li hai ancora tutti. Mica puoi regalare soldi alla Vodafone: chiami. A cazzo. Gente che manco ti ricordavi di avere in rubrica, numeri presi a caso dalle pagine bianche, combinazioni uscite coi dadi del monopoli.

È che uno non può continuare a vivere col terrore. Cioè, ogni volta che mi squilla il telefono mi viene una sincope, se c'è l'anonimo inizio ad avere le convulsioni. Cazzo è lui, è il Papa che mi chiama. Spero sia un call center che vuole vendermi qualcosa, i testimoni di Geova che mi hanno craccato il citofono, Europa Europa, il maniaco che mi dice sette giorni. Ma il Papa proprio no.

Ecco, niente. Se non la smette glielo buco quel telefono.

26.8.13

Il giro del mondo facendosi male (80 anni passati in bilico su un sasso)


La Terra è un sasso.
Pare abbastanza appurata come cosa. Un sasso umido che gira attorno a un ammasso di gas infuocato.
E a un sasso, e qui mi prendo io la responsabilità di esprimere un pensiero non mio, non gliene frega un cazzo se gli alberi stanno bene o male, se gli oceani che si porta in giro per il cosmo sono fatti di acqua e sale o di Mr Muscolo, se soffochiamo nella plastica o nel cemento. Ah, e di Facebook. Un cazzo proprio. Se gli uomini si uccidono o meno tra loro, o si mangiano animali morti. Se inquinano. Cazzo gli frega a un sasso di essere inquinato, cioè, non esiste proprio il concetto di inquinato per un sasso. Dannato splendido relativismo...

Comunque, non sopravviveremo alla Terra. A un sasso. È una cosa che va addirittura oltre la scienza: non vi sopravviveremo. Al limite si fa pari, si muore insieme.
Magari i figli dei figli dei figli di qualcun altro se ne andranno da qui. Ma sarà un altro sasso. E vincerà lui.

Il lettore più attento dirà: eh?
Ecco, è proprio questo il tema. Dato che a 'sto punto diventa inutile preoccuparsi, di cos'è che si dovrebbe davvero parlare, scrivere, discutere?

Le donne preferiscono Mark Lenders ma sposano Holly Hutton. Pare niente, eppure a guardarla da fuori è interessante.
Più di un sasso, per dire.
Io volevo essere Ed Warner. Davvero. Pare il titolo di un libro, così, coll'imperfetto al posto del condizionale composto. Eppure sì. Perché era tutto ed era complesso, e compresso. Perché non si capiva, non subito almeno. Che all'inizio ti chiedevi addirittura se avesse un occhio solo o due. E i salti. Non perché era un figo, ma perché la vita l'aveva portato a dover esserne capace. Più dei fighi.
Era Mark più di Mark e Holly più di Holly.

Per questo avrei voluto essere Ed Warner.
Anche per perdere meglio. Per sbagliarsi e capire, per ricredersi, studiare, pagare i propri sbagli sempre. E poi una maglia gialla non è che possono indossarla proprio tutti tutti.

Ecco, la Terra è importante, è il pianeta su cui viviamo. Se lo fottiamo siamo fottuti.
Però è un sasso.
E voi avreste preferito essere un sasso o un portiere dal passato misterioso e l'animo burrascoso che para in modo acrobatico prendendo lo slancio sui pali?

Beh, io volevo essere Ed Warner.

23.8.13

L'oste fa un...


Ho perso due libri.
Davvero, non so dove siano.
Di solito la mappa mentale del mio caos risulta ben dettagliata anche all'oltrepassare delle cosidette pareti domestiche. La roba che è sul pavimento, da schivare quando mi alzo ed è buio, quella maglia che finché non mi serve mi sembra giusto rimanga nascosta in un determinato scatolone, il barattolo della paprika dolce che pare animato di vita propria e si sposta. Ma non per scherzo, vaga...

Comunque, quei due libri non so proprio dove siano.
Uno è 'La fine del mondo e il paese delle meraviglie' di Murakami. Lo stavo leggendo. Era in macchina, l'ho portato su. Poi basta. Sparito. Nemmeno la foto sui cartoni del latte.
È che boh, pare quasi faccia parte della storia. Cioè, che la sparizione c'entri, che sia sparito a tutti quelli che lo stavano leggendo. In quel punto preciso, dico. Non so.

L'altro è 'Sweet Salgari'. L'ho prestato a qualcuno. Di sicuro. Ma non so chi.
Io c'ho in giro roba dal '90. Cassettine, libri, dylandog. Però so bene dove sono, so chi ce li ha, come stanno, so se esistono ancora, ho in testa la classifica con le probabilità di rivederli.
Ma questo no, non ne ho idea.

La collanina che indosso l'ho persa due volte. Una volta in mare, ma si è fatta ritrovare.

Ho perso una ruota della bici parecchio tempo fa, ma non abbastanza da non essere qui a raccontarlo.
E treni. Non tantissimi, ma alcuni che mi han fatto sudare sì.
Ho perso quella maglietta dei Ghostbuster che tanto adesso mi sarebbe larga, e il cd in francese di Carmen Consoli. Le mollette da stendere, quelle proprio non so dove finiscano.
Ho perso mia morosa una volta, in aeroporto a Madrid. E cestini pieni al supermercato, che mi sa che c'è uno che mi segue e m'incula la spesa ogni volta.

Ho perso gli occhi a vederla allontanare sperando che si girasse, e li stringevo forte per domare la miopia, e lì un po' di me l'ho perso.

E ho perso chiavi, tappini delle valvole della bici, password, idee, foglietti, tempo, vita, rullini, numeri di telefono.
Ho perso, ma mai perduto. Ché ogni vuoto si è sempre rivelato spazio per qualcosa di nuovo.

Ma quei due cazzo di libri no!


22.8.13

Papa mobile


Vi spiego com'è andata.
Metto piede in casa, gatti che tentano di arrampicarsi sulle gambe, io che li spingo via, chiavi che si incastrano nella toppa, borse della spesa che si incastrano nella porta socchiusa e ovviamente suona il telefono: numero anonimo.

Che faccio, rispondo? Tanto sarà la Vodafone che c'ha qualcosa da propormi, non rispondo, fanculo!
E se fosse qualcuno che mi cerca, se fosse qualcosa di importante? Forse un incidente? Magari un lavoro: ho spedito qualche curriculum? No! Magari mi chiamano lo stesso.

Rispondo.

Mauro: "Pronto?"
Papa: "Pronto ciao sono Francesco"
Ettepareva... Ma cosa si presentano col nome italiano che tanto si sente che sono stranieri. 'sti cazzo di call center, chissà cosa vorrà vendermi. Bah, non mi interessa.

Mauro: "Sì, senti Francesco, lo so che non è colpa tua e che sei lì a 5 centesimi a telefonata ma guarda, qualsiasi cosa proprio non mi interessa. Il fisso non lo uso che non parlo al telefono dal '96, l'adsl  giusto per il porno, c'ho la tv che non ha nemmeno la scart quindi niente web tv, insomma sono a posto!"
Papa: "No, no c'è un equivoco, qui è il Sommo Pontefice!"

Ma sentili, manco l'inglese... chissà di dov'è...

Mauro: "Senti Francesco, intendi Summer qualcosa? Le solite promozioni dell'estate... Guarda, c'ho Whatsapp, mi arrangio con quello..."
Papa: "Ma no, chiamo dall'Argentina, sono la persona che rappresenta Dio sulla Terra!"
Mauro: "Lola Ponce?"
Papa: "Eh. quella è bona, ma io sono il Papa Buonissimo, l'UltraBuono, Santo l'altrogiorno..."
Mauro :"Ah... Senti io c'ho tipo da sfamare i mici che mi sono quasi arrivati ai maroni, dimmi cosa vendi che la finiamo qui"
Papa: "Ti chiamo per portarti la fede."
Mauro: "La fede? Ti sembro un compro oro? No guarda, non voglio niente..."
Papa: "Ma è gratis!"
Mauro: "Senti Francè, dalla voce mi sembri abbastanza maturo da sapere che quando è gratis c'è sempre l'inculata!"
Papa: "L'inculata? Ma quanti anni hai?"
Mauro: "37"
Papa: "Ah, ma allora sei troppo vecchio per l'inculata... ehm.. parlo per sentito dire eh."
Mauro: "Non per farmi gli affari tuoi, ma non mi sembri proprio portato per questo lavoro. Ma chi te lo fa fare?"
Papa: "È una sostituzione maternità. Niente di definitivo. Insomma, è una cosa temporanea, mica voglio fare il Papa a vita. È solo per avere il visto."
Mauro: "Senti, non vorrei sembrarti razzista ma non potevi startene al paese tuo, che qui in Italia c'è la crisi, che non c'è lavoro per i Papi nostri, figurati per quelli fuori Schengen..."
Papa: "Beh, in realtà sono i classici lavori che gli italiani non vogliono più fare..."
Mauro: "Già... Pizzaioli egiziani, allevatori sikh e Papi argentini. Senti Francesco, senza che continuiamo a girarci intorno e a perdere tempo in due, facciamo che adesso metti giù."
Papa: "Ma quindi non interessa? Ho detto qualcosa di sbagliato?"
Mauro: "Ma no, non metterla su questo piano... Ecco, facciamo che ti richiamo io in settimana."
Papa: "Ah ok, alla grandissima!"
Mauro: "Ecco bravo, metti giù, chiamo io... Cià, ciao..."
Papa: "ah, un'ultima cos" 
Click!

La fede. Perché non ne ho già abbastanza di stronzate in giro per casa. 
Miiiiciiiiiiiii...
Ptch. Ptch. Ptch.
La fede. 
Bah...



21.8.13

Grazie per la tensione


Tu dici, ma chi te l'ha fatto fare di stare 20 (diciotto) giorni senza nemmeno accendere il pc?
Cioè, capisco stare senza giornali

(appunto mentale, scaricare gli ultimi 50 anni di copertine di Cronaca Vera, rilegarle e leggere solo quelle fino a fine anno)

[no vabbé, non potete capire. È la droga del millennio...]

{ahhhhhhhhhhhhhhhhhhh....}

solo un'altra, l'ultima, giuro...


Capisco stare senza tv

Ma senza l'internet?
Senza l'unica vera informazione libera, senza attraversare le nuove frontiere della conoscenza, senza l'immediatezza e la responsività dei social media?

E in effetti c'hai ragione, dico. Cosa mi sarà mai saltato in mente?
Facciamo che adesso mi metto e recupero.

Apro facebook

(che dico, cosa facciamo? ci diamo la figa a forza? cioè, la figa dico... che non ce n'è abbastanza per noi e dovremmo anche spartirla per aiutare 'sti qua a diventare eterosessuali? nella spiritualità, tra l'altro! ma ti pare che andiamo a sprecare la figa nella spiritualità? ma robe da matti...)

Apro twitter.
E penso, ah si è sentito chiamato in causa.

Allora mi leggo Matteo 25 (che non è il nick eh. Io una volta l'ho conosciuto un Matteo25 in chat e vi assicuro che 25 non erano gli anni...)
Ve lo copioincollo che siete pigri.

Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l'olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l'olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: "Ecco lo sposo! Andategli incontro!". Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: "Dateci un po' del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono". Le sagge risposero: "No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene". Ora, mentre quelle andavano a comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: "Signore, signore, aprici!". Ma egli rispose: "In verità io vi dico: non vi conosco". Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora.

Che è la storia di uno che si sta per sposare in un colpo solo 10 vergini. (che poi c'han ragione a lamentarsi che non si trova figa in giro per guarire i omosessuali, finché c'è 'sta gente che se ne sposa 10 a botta...)
Comunque, questa è una parabola per dimostrare che il 50% delle donne è stupido. Infatti, mentre metà delle vergini s'inventa la scusa dell'olio per sgamare via, le altre cinque si fanno fregare e sono costrette a sposarsi il solito stronzo che le ha fatte aspettare fino a mezzanotte che chissà dove cazzo era stato e c'aveva ancora l'alito che puzzava di alcool e Vagisil.
(che comunque, dato che anche le altre 5 a un certo punto provano a tirar giù la porta per entrare, credo che la parabola voglia allargare 'sta cosa della stupidità al 100% delle donne. Secondo la chiesa eh, che secondo me le donne sono quanto di più meraviglioso possa esistere al mondo e le metto giusto un mezzo scalino sotto alla pizza...).

[ma che poi, 'sti cazzo di cattolici son sempre lì a sfrantumarci i maroni sul matrimonio tradizionale che è l'unico che segue le leggi naturali (ahahah, ma nemmeno a Quark ho mai visto le nozze dell'ornitorinco), e nel vangelo c'è 'sto tizio che si sposa  cinque vergini? Che si suppone che la sera stessa se le sia anche scopate. Tutte e cinque. Tutte vergini.

]

Vabbé, apriamo i siti di informazione che è meglio.

Che uno dice, vabbé il mondo deve finire qui, ci meritiamo tutto. Ci meritiamo gli scii chimichi, l'esercito di Silvio, il Papa Buonissimo, Facebook, le olgettine, le repliche di Uomini e Donne, gli aeroporti australiani. Ci meritiamo i film di Natale, l'oroscopo di Paolo Fox e quando ci metti un'ora a ordinare un sandwich.
Ci meritiamo agosto, tutto ce lo meritiamo. E i canguri pixelati.

Che poi, per nascondere cosa? Quello che sanno tutti, una verità inconfutabile ma che pare un sacrilegio dire. Meglio pixelare che fare i conti con ciò che si è, con la natura che tanto invochiamo a sproposito per dimostrare le nostre convinzioni più sconclusionate.

La cruda realtà è nascosta dietro quei quadratini sfocati, la cruda realtà ci dice soltanto che il canguro è come l'uomo, e come l'uomo...
...la testa ce l'ha al posto del cazzo!

20.8.13

I migliori danni della nostra vita


- Ciao, sono Mauro e sono diciotto giorni che non scrivo un post! -
- Ciaaaao, Mauro! -
La "a" di quel ciao mi pare infinita, come la nota costante di una cascata. Siamo in cerchio, seduti su sedie pieghevoli di legno lucido. Le stecche sono consumate, alcune imbarcate dal troppo uso.
E lì mi distraggo già, penso alle navi, a marconisti che titillano telegrafi, ai cavi che passano sotto all'oceano...

- Mauro... - sembra avercela con me. È uno psicologo, dice. La barba meticolosamente incolta lo conferma.
- Mauro... - ce l'ha con me, inequivocabilmente - vuoi raccontarci la tua esperienza? -

Li guardo nel viso a uno a uno. C'è quella che posta sempre le foto dei gatti, quello di cui nessuno capisce l'umorismo, quello del porno con le verdure. Attendono me.
Anche quella dei gatti.
Io mi distraggo, di nuovo. Dapprima do la colpa alle tette della grafomane erotica, quella per cui ogni post deve concludersi con lei che rinnova la sua propensione a succhiare cazzi (che poi nemmeno è vero, ma far scorrere gli occhi lungo i picchi dell'istogramma dei contatti che si ergono come verghe dure ogni volta che si fa venire digitalmente in bocca, beh, quello è il piacere...).
Dapprima.
Poi non c'è più colpa, solo un brusio d'immagini che si accavallano dietro agli occhi, in quella sezione cieca dove lo sguardo arriva solo a tratti.
- Mauro??? -
Rispondo. Vorrei avere una storia, ma è solo un  - Che? -

- Vuoi raccontare la tua esperienza? -
Lo dice come se mi stesse scuotendo sul letto per svegliarmi.

Racconto. - Ho iniziato per caso nell'estate del 2010, volevo solo provare... Non perché avessi davvero qualcosa da dire eh, anzi, ma vedevo gli altri, insomma, pareva bello, pensavo di poter smettere quando volevo, che per me fosse diverso. Poi, poi... Ma perché vi chiamate 'Blogger Anonimi' se poi iniziate ogni frase dicendo il vostro nome? -
- Perché quello è il nome vero, l'importante è che non si sappia quale sia il nostro nick! -
- Ma tu non sei 'Pornella'? -
- Ehm.. ma... e... come lo sai? -

Trattengo un sorriso. - Ce l'hai scritto sugli slip. Forse è un po' troppo corta quella gonna... - Penso anche un 'troia', ma non lo dico.
Tutti però ridono, ripetono il mio 'troia' ad alta voce, come se me l'avessero letto nella testa mentre lo pensavo. Poi alzo lo sguardo e lo vedo, un'onomatopea enorme sospesa sopra la mia testa, le lettere sono tridimensionali: TROIA!

E tutti ridono, sembrano guardarmi negli occhi ma in realtà stanno leggendo la scritta.
Dovrei essere imbarazzato, e invece sono solo scocciato di 'sta gente che mi legge i pensieri. Allora provo a non pensare a niente, ma riposo lo sguardo sulle tette di Pornella. Mi distraggo, mi chiedo se riposo sia voce del verbo riposare o del verbo riposare, cioè, ri-posare o riposare.
Lei mi guarda lasciva e in quell'istante spalanca le cosce, sembra uno di quei manga in cui a un certo punto appare un martello gigante, sugli slip ora c'è ricamata la parola 'Troia'.
Si gira e sul culo c'ha scritto col pennarello rosso: PUBBLICA.



- Ecco dottore, a questo punto del sogno mi sveglio sempre... e... -
- Mhhh... -
- Mhhh bene o mhhh male? -
- Ecco, vede, lei è affetto da... -

- Ecco dottore, a questo punto del sogno mi sveglio sempre... e... -
- Mhhh... quindi ha sognato anche questo nostra seduta? -
- Sì! -
- Mhhh... -
- Mhhh bene o mhhh male? -
- Lei deve ricominciare ad aggiornare il blog! -
- Il blog? Ma è così grave? Non c'è un altro rimedio, la prego? Delle medicine, anche sperimentali? L'elettroshock? L'omeopatia? Mandare giù il chewingum? Una lieve lobotomia? -
- No, non ci sono altre soluzioni... -
- Capisco... -
- Guardi che le leggo la scritta sulla testa! -
- Cosa? -
- La scritta, quello che sta pensando: "Psichiatri di merda!" -
- Già! Il blog... mavaffanculo!


2.8.13

A gambe levate


Un po' di cose.
Essenzialmente stronzate. Ma come l'anno scorso, in mezzo a 'ste stronzate vorrei metterci quel secondo di silenzio tanto per ricordarsi che c'è stato un 2 agosto a Bologna, trentatre anni fa.
Scherzi del calendario.



Bon. Fine del secondo.
Secondo fine.

Wikipedia, con una favoletta imbarazzantemente falsa dice che oggi è la festa degli uomini.
Anzi, per la precisione dice che è la festa dei coglioni e per estensione degli uomini tutti.


Detto ciò, la Campagna di Russia è stata una debacle per l'esercito napoleonico... E che cazzo, ma te le immagini queste schiere di omaccioni in fuseaux che vagano per la tundra? Avrebbero potuto mai vincere?
I Russi hanno mandato dei gruppetti di bambini delle elementari a prenderli per il culo.
Prima di essere sterminati dal freddo sono morti di vergogna...

[Appunto mentale: scoprire la differenza tra leggings, fuseaux, pantacollant, ciclisti, pinocchietti. Ah, e calzamaglia...]

Comunque la vera domanda sui leggings non è come, ma perché?
Perché?


 Perché?


 Perché?



Diobono, perché?


 Perchééééé?


 PERCHÉÉÉÉÉ???

Perché son comodi...


Feste preferibili alla festa dell'uomo








Basta, fine. Sindrome di Chuck Cunningham.