29.8.12

Lettera


Talia cara,
  ti scrivo con impazienza, quasi smania direi, di arrivare al termine di questa lettera di aggrapparmi  a quell'ultima riga dove, seppur nell'incanto crudele della finzione, potrò sublimare nello scriverti "un bacio" di sfiorare realmente la setosa meraviglia delle tue labbra.

Scrivo con invidia, lo ammetto, invidia per questo foglio sgualcito che tra qualche giorno stringerai tra le mani, che in questo stesso istante tieni tra le mani e impreziosisci con la carezza suadente delle tue dita. Eburnee direbbe il poeta; non sono un poeta io, forse solo uno scribacchino, sicuramente un uomo che sopporterebbe di essere privato della propria natura, essere albero, rami, radici e di questo perire, soccombere in un moto di felicità sotto i colpi ben assestati del boscaiolo, sentire la lama fredda tra le carni fattesi legno, disperdersi, marcire, macerare. Tramutarmi in carta. Solo per assaporare il tremore lieve dei tuoi polpastrelli che sorreggono i margini taglienti di questo mio scriverti.

Argini posticci, i lembi di questo foglio non trattengono l'impetuosa marea del mio pensarti, e le parole si accavallano schiacciandosi le une contro le altre, litigando un rivolo di spazio su cui raccontarsi, esprimersi, dirti. E attraverso gli occhi ognuna vorrebbe scivolare lungo il pendio soave del tuo cuore, dolce Talia. E nell'angusto compartire di queste righe i ragionamenti si fanno sconnessi, i pensieri confusi, si attorcigliano, si fondono, sviano dal loro significato primario per la concitazione di essere letti da te, e in questa bramosia si disperde ogni accennata presenza del mio senno.

E no, non me ne vergogno, preziosa Talia, non d'aver perso la ragione per le profondità burrascose dei tuoi occhi sognanti, non di essere impazzito tra i serici sentieri che percorrono le candide lande del tuo corpo, non della folle agitazione dei miei sentimenti nella struggente attesa di un tuo cenno, una reazione, un sì.

Tante, tante sono le cose che vorrei abbandonare sulle rive di questo fiume d'inchiostro, troppe forse per questa mia anima prigioniera del tuo sorriso, troppe per la frenesia di raggiungerti, sfiorarti, addentrarmi tra le pieghe deliziose del tuo piacere. Seppur soltanto nel tramite di queste parole so che lo farò, so che per un interminato istante rimarrò in te fino a evaporare in un ricordo, forse in un desiderio.

Perciò finisco, Talia mia, per non rubare ulteriore tempo alla magia di questo corrisponderci, all'atteso momento di questo nuovo incontrarsi.
Finisco, finisco perché è questa la riga che si concluderà con un bacio e il mio respiro già inciampa nella fantasia di quell'attimo. Un bacio.

Null'altro.

Tuo.

28.8.12

Parabole 3


La Bibbia - Prequel
ATTO SECONDO

SCENA 7

   Un laboratorio parecchio disordinato, fogli per terra, fogli sul tavolo, progetti appesi al muro, disegni. Un'enorme lavagna con disegnata la mappa dell'universo


DIO appoggiato a un tavolo osserva un progetto, gli Arcangeli lavorano all'interno del laboratorio

GABRIELE: Siamo ancora a livello di prototipo, l'idea è quella di rendere la gravità proporzionale alla velocità di rotazione...
DIO: Quindi di due oggetti quello che girà più veloce attirerà l'altro? Mhhh...
GABRIELE: Sì, ci sembrava più intuitivo di quella cosa dei colori!
DIO: Già, azzurro attira rosa, verde attira beige... Bella stronzata! Ma se invece la facessimo proporzionale alla massa?
Senti qua "due oggetti si attraggono con una forza di intensità direttamente proporzionale al prodotto delle masse e inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza"
LUCIFERO: Niente male, mettiamoci corpi invece di oggetti, è più accattivante. Bella Dio, cinque alto!
DIO: Sì, grazie. Ma non perdiamo tempo, siamo indietrissimo. Ezechiele, come siamo messi con il disegno dell'universo?
EZECHIELE: Stiamo ancora lavorando su quel progetto della Terra fissa al centro, ma non farti illusioni io te l'ho già detto che così non sta in piedi. Evapora l'acqua, si schiacciano i poli, guarda un disastro.
DIO: E se aumentassimo la rotazione?
EZECHIELE: Vomiterebbero tutti, anche gli organismi monocellulari, oceani di vomito, altro che vacanze al mare!
DIO (indica un punto sulla lavagna): Vabbé, il centro facciamolo qui e chi se ne frega, tanto mica sarà quello che cambia. Piuttosto, Terra è un nome provvisorio vero? Non vorrei che pensassero che sono didascalico!
Qui stiamo facendo la Storia signori!
LUCIFERO: Anche la geografia a dire il vero!
DIO: Guarda che non l'ho ancora creata l'ironia, saputello!
Gabriele! Gabriele! Con le altre leggi come siamo messi?
Principio di Archimede?
GABRIELE: Fatto!
DIO: Leggi di Keplero?
GABRIELE: Manca la terza ma considerala già fatta!
DIO: Principio di indeterminazione di Heisenberg?
GABRIELE: Fatto!
DIO: Bene, segnati questo E = mc2 mi è venuta in mente prima in bagno, carina no? Dopo penso a cosa farci...
Con gli animali come siamo messi?
GIOELE: Praticamente sono già stati assemblati tutti, è avanzato qualche pezzo...
DIO: Come assemblati??? No, no, ho deciso di fare quella cosa dell'evoluzione. Preparate il brodo primordiale.
GIOELE: Scusa se mi permetto, ma all'ultima riunione di redazione si era detto di posizionarli già pre-assemblati. Adesso non si può più, capisci, è già tutto pronto, finito.
DIO (gioca coi pezzi avanzati): Sì, lo so quel che è stato detto, ma mi sembrava più stimolante come cosa, un po' di imprevedibilità. Facciamo così, giochiamocela ai dadi. Se viene 12 facciamo come dico io, altrimenti vada per la roba ikea che avete montato.
GABRIELE: Ehm.. ehm... Dio, tu non puoi giocare ai dadi, lo sai. C'è quell'ordinanza restrittiva, e poi mica vorrai ricominciare a frequentare i giocatori anonimi?
DIO: Perme! Hai ragione. Piuttosto che sorbirmi di nuovo quei fissati di cabala muoio e risorgo venti volte. Allora si fa come dico io: evoluzione!
Gioele, vai a prendere il dado primordiale che facciamo il brodo...
Dado, ma si chiama tutto dado qui? E perché avete tutti i nomi che finiscono in ELE?
Vabbé, non importa: guardate cosa ho fatto, questo lo teniamo così com'è!
GIOELE: E l'evoluzione?
DIO: Senti, ti ho inventato l'eccezione che conferma la regola. Lo chiamiamo ornitorinco che il nome difficile fa figo.
LUCIFERO: Ma perché l'eccezione conferma la regola invece di invalidarla?
DIO: Ok, non hai rotto il cazzo solo perché devo ancora inventarlo. 
Qualcun altro vuole scatenare l'ira di Dio?
TUTTI: ...

DIO: Ma guarda te se mi tocca sempre incazzarmi per far andare le cose! Dai, vediamo se funziona tutto: Enele accendi il sole!
ENELE: 10, 9, 8...
DIO: Che è?
ENELE: Il conto alla rovescia!
DIO: La testa ti rovescio con uno sganassone, accendi!
Ecco, va' che luce... Ma il rumore? Fa sempre 'sto casino infernale?
GABRIELE (urla): È il vento solare, le esplosioni atomiche in superficie, il muro del suono...
DIO: Scusa, ma a cosa va 'sto robo?
GABRIELE: Diavolina!
DIO: E non inquina?
ENELE: Ehmmm... E la stessa cosa che dicevano quelli di Greenpeace!
DIO: E?
ENELE: Li abbiamo trasformati in statue di sale. A forma di cuccioli di foca.

DIO: Vabbé, finiamo qui e andiamo a casa. Mi sentite? Urlo di più?
Universo fatto. Leggi della natura fatte. Brodo primordiale squisito! Sole acceso! Cosa manca?
GABRELE: Leggi morali!
DIO: Eh? Greggi montane?
TUTTI: Leggi morali!
DIO: Ah, sì. Guardate, c'ho pensato. Per me facciamo che si può fare di tutto, ma bandiamo la crudeltà. Voglio un mondo buono, poliamoroso, peace & love.
Facciamo così, l'unica legge morale è il divieto di essere atroci!
GABRIELE: Che ha detto? Divieto di? Spegnete 'sto sole! Ripeti...
DIO: Divieto di essere atroci!
GABRIELE: Ma che cazz... Divieto di, e poi? Che ha detto?
GIOELE: Essere froci!
GABRIELE: Divieto di essere froci! E sia...


FINE ATTO SECONDO

27.8.12

Dimostrando la differenza tra idea e azione


Niente.
Manca sempre qualcosa.

El signore ghe manda e zuche a chi che no gà i porsei.

È che un posto come questo funziona di due cose: idee e realizzazione delle stesse.
Pensieri e parole.

E del sole che trafigge i solai, che ne sai?

Che non è nemmeno questione di averle perse, le parole, né di avercele avute qua un attimo fa. È solo che va così.

(Sì, per fare la "È" mi sono creato una tastiera mia con il Microsoft Keyboard Layout Creator 1.4, casomai qualcunoa se lo stesse chiedendo)

Sconnesso. Come un terreno, come il legame irrisolto tra mente e polpastrelli, calamite che si respingono, antagonisti.

E così capita che quando avresti voglia di scrivere non hai idee e quando hai idee difetti della capacità di descriverle.
Beatrice è passata, non ha lasciato niente: solo uno spiffero gelido che scivola tra i buchi delle tapparelle come un soldato ben addestrato e una micia innervosita che derapa miagolante sul parquet.

Tante cose dovrei, eppure non riesco.
Questione di tempo. Non tempo fisico, tempo mentale.

E'È che vorrei parlarmi di alcune cose ma non saprei che dirmi.

Milos. E' ancora fermo lì per esempio.
Poi dovrei parlare della Profezia dell'Armadillo prima che esca il nuovo libro di Zerocalcare.

Mi piacerebbe abbinare ai santi una frasetta fuori luogo, tipo
Avere le mani bucate
Per apparire bisogna soffrire
Ecco, poi vorrei parlare dei libri dell'estate.
Tipo quello sul disagio interiore di un cattivo bravo, un uomo tormentato dalle proprie azioni, una personalità sfaccettata, poliedrica: rapitore, assassino, intimidatore, traditore, vittima...


Cos'altro poi?
Ah, le dita dell'ultimo Nathan Never, un'idea per un musical dal titolo "Lo sperma è più dolce in paradiso", una lettera d'amore, la parafrasi di alcune canzoni, le risposte ad alcune finte mail che ho ricevuto, l'ultimo post del blog, una cosa seria di quelle con una rossa figa come immagine, la recensione di un libro che ho letto, qualcos'altro.

Insomma, cose.
Ma davvero ora non ci riesco.

Attenti al gorilla!

22.8.12

L'Atene visione a colori



A me di parlare delle ferie proprio non mi viene.
(Per dire, parlerei più volentieri di pleonasmi).

E' che il racconto si trova così a suo agio con la finzione che non capisco perché occorra scomodarlo per narrare una realtà recente, tra l'altro personale, ancora tiepida di vissuto.

Poi per carità, ogni viaggio è un souvenir che impreziosisce gli scaffali della nostra esperienza, una raccolta di aneddoti, avvenimenti, informazioni inutili, miscellanee che impesteranno le nostre conversazioni per gli anni a venire (rendendoci tra l'altro così sontuosamente interessanti!).

Ma il resoconto, beh, il resoconto proprio no, non mi viene.

Quindi ora metto due foto tanto per chietare le groupies, e poi ne riparliamo quest'inverno.
Lì, raccolti in un piumone di fronte al caminetto a ripensare alle rocce bianche di Sarakiniko, al sapore deciso del saganaki, al mare cristallino di Vi... ma, ma che succede? Cazzo, sta prendendo fuoco il piumone, camino scoppiettante di merda, cazzo, pff pff soffia, spegni, butta la sabbia... ah, la sabbia nera di Megalochori... ah, ahhhhh!!!

Ecco, più o meno così.

Comunque si è capito, ero in Grecia.

Due giorni ad Atene, che teoricamente nel progetto finale avrebbe dovuto essere così

Ma in realtà è ancora tutto smontato, tutto da finire, cantieri fermi, pezzi in giro dappertutto che pare camera mia quando gioco coi lego.
Dicevano che per le Olimpiadi avrebbero terminato tutto, e invece c'è ancora mezza acropoli a carte quarantotto.
(Si vabbé, adesso tutti a puntare il ditino su noi veneti che nel 1687 abbiamo praticamente divelto il Partenone con un colpo di mortaio, eh no cari miei la storia non si fa così...).

Cantieri
Colonne
Pezzi
Lavori
Ecco, insomma, sembra di stare sulla Salerno-Reggio Calabria.

 
L'unica parte completa è questa, e infatti è finta, sono statue di gesso.
Uno stampo di gesso, capite, l'ha fatto un odontotecnico, per questo si chiamano Cariatidi.

Ad Atene ho visto:
La pallade Atena sullo skateboard di ritorno al futuro
La prova provata che gli antichi Greci conoscevano già la Mini Cooper ma nessuno lo dice ed è una vergogna (e gli inglesi hanno saccheggiato l'acropoli)
Regazzini che si credono Holly e Benji e fanno il cambio della guardia di fronte alla cabina del bagno Clodia a Sottomarina

Presente quando si dice che una è una figa di legno? Ecco, niente... No, Pinocchio, non sono intercambiabili. (Comunque, discreto stappabottiglie)

Byron è stato qui, tipo due giorni. Però c'è la lapide, l'albergo, la via, l'impronta delle mani e una roba che non si è ben capito se sia un pennino o un'unghia del piede

Bene, Atene finisce qui. Nella prossima puntata: Milos.
Però, da osservatore esterno, lasciate che vi dica qual è stata secondo me la causa scatenante della crisi greca.
Ecco, la Grecia a mio avviso rischia il default a causa del packaging.

Packaging è una parola inglese che sta a indicare quella roba con cui incarti i panini.

Poniamo che tu voglia entrare in un panificio e comprare una tiropita e una bottiglietta d'acqua.
Allora, funziona così: la commessa prende la tiropita e la mette in una bustina di quelle aperte da take-away (e già così sarebbe a posto), la avvolge poi con la carta cerata da affettato, la infila in una scatola di cartone foderato di alluminio che richiude bene con lo scotch, infila tutto in una borsetta rigorosamente di plastica, prende la bottiglia d'acqua e la infila in un'altra borsetta, poi, in ulteriore borsetta sempre di plastica ma ovviamente più capiente inserisce: la borsetta con l'acqua, la borsetta col cartone con l'involucro con la bustina con la tiropita. Perché non subisca danni nel percorso tampona il tutto con mezzo chilo di salviette.



Ecco, costo della mercanzia 3 euro, costo del packaging 3,5 euro. Risultato: default!

Semplice.

198


Son qui in attesa che finiscano di convertirsi le foto della reflex, sapete quella roba da RAW a JPG e cose del genere. Non lo sapete? Non lo sapete... (è che ogni anno dico no, stavolta non la porto che è solo un peso e poi alla fine le foto vengono meglio con la macchinetta, ma mi diverte e ci ricasco per dopo maledirmi quando sono lì e mi tocca portarmela in giro... vabbé).

Dicevo, in attesa che gli acidi nascosti nella camera oscura del pc completino lo sviluppo, leggevo i vari giornali online.

Allora, notizia più interessante di Repubblica le Sugarpova, le caramelle della Sharapova

E niente, pensavo a come avrebbero dovuto chiamarsi i pompelmi venduti dalla Pellegrini.
Chissà cosa fa Federica quando non si allena?
Sì, lo so, è sessista... (Però funziona uguale anche con Magnini). Comunque, mi scuso con tutti i pompelmi.

Notizia più interessante del Corriere


La classifica delle 10 cose da non dire a tavola è questa qua sotto.
(Ho aggiunto degli esempi tanto per capire di cosa si tratta).

1 – La propria vita sessuale (32%)
Questo branzino al sale mi ricorda il cazzo di uno che mi sono scopata nel bagno del ristorante poco fa. Come dimensioni dico, perché il sapore di quel che ho mandato giù ricordava più che altro il pescegatto in umido. Lo tzaziki invece...

2 – Un’infedeltà (31%)
Questo branzino al sale mi ricorda il cazzo di tuo marito. Come sapore dico, che come dimensioni è più o meno simile al mio.

3 – La propria situazione finanziaria (28%)
Dite che spendiamo più di 10 euro per la pizza? No, perché il fegato non mi è ancora ricresciuto del tutto e in posta si sono accorti che andavo a ritirare la pensione travestito da mia zia Bice. Tradito da un'erezione (avevo visto un branzino al sale su una rivista)

4 – Quanto si guadagna (25%)
Non avete idea di quanto si risparmia  utilizzando gli scarti dell'arricchimento dell'uranio per fare i barattolini per contenere gli omogeneizzati. Farli etichettare ai bambini di Chernobyl poi è stata una mia idea, modestamente, ogni barattolo da 3 euro mi costa 1 centesimo.

5 – La pianificazione familiare (19%)
E così io le dico, beh nei giorni in cui non sei fertile meglio che tu mi dia il culo, così non usuriamo la cervice con sollecitazioni inutili. Sapete, vorremmo un maschio e dicono che è più probabile se lo sperma è un po' più caldo, così mi cospargo le palle di voltaren prima di scopare.

6 – L’attuale relazione (18%)
Non è proprio una trans, diciamo che le piace travestirsi da uomo, ha un figlio che si è messo con mio figlio, no non è gay solo che so' ragazzi, no viviamo con la sua ex-compagna e la mia ex amante dato che mia moglie le ha incendiato la roulotte.

7 – Il valore immobiliare della propria casa (16%)
Ti assicuro che è un affare... Certo, scavando per farci passare sotto la metro hanno trovato un cimitero indiano, in Brianza ti giuro, comunque sul terreno impregnato da diossina dicono che non possono far correre i treni, quindi nessun problema. No, non è il prezzo al metro quadro, è il totale...

8 – Temi politici (13%)
No, non mi vergogno a dire che sono di sinistra, ma sinistra vera, non come quei morti di fame che difendono froci e negri. Il futuro è una sinistra reazionaria che abbracci i valori sacri del cristianesimo, una sinistra che sappia difendere il nostro reddito dai terroni.

9 – Malattie gravi (9%)
Ti assicuro, sembrava una noce, anche come consistenza dico. Pensa che il proctologo se l'è messa come profilo in facebook. L'emorroide del secolo diceva. Mi passi i litchi per favore, oh ragazzi, quando gli ho mandato la foto del prolasso rettale  è andato fuori di testa

10 – La religione (7%)
Scusate ma per girarvi verso la Mecca avete una bussola? E con la curvatura terrestre come la mettete, cos'è una religione non euclidea? Se Gesù fosse stato ebreo? Beh, avrebbero fatto bene allora... Ma Caino si scopava Eva? Confucio? Ah, credevo fosse un cantante...

Sì, lo so, la somma fa 198%.
Questo il Corriere non lo dice ma probabilmente l'undicesimo argomento tabù è la matematica!

Foto sviluppate.

21.8.12

Est! Est! Est!



Non ho ancora avuto il tempo di tornare.
D'altronde si sa, se partire è un po' come morire tornare è... è... vabbé, tornare è complicato.

I segni dell'abbronzatura sono le scottature del defibrillatore che ti riporta alla vita di tutti i giorni, le cannucce dei cocktail cannule che ci hanno alimentato nel letto candido della nostra partenza.
Il letto su cui ora ci siamo risvegliati, urlando alla ricerca di un respiro e alzandoci a sedere come quando nei film qualcuno esce dal coma.

Tornare.

Che poi torni e scopri che in Ucraina censurano SpongeBob perché trasforma i bambini in gay
L'arachide in testa fa così gay - Non preoccuparti, è per proteggerci dalle radiazioni!


In Russia arrestano le Pussy Riot (pussy free Free Pussy Riot) perché accusate di teppismo religioso
Teppismo religioso? Vi giuro che quando siamo entrate era già inchiodato lì!
In Toscana Gianna Nannini cade dalla mountain bike per schivare un cinghiale
Un pennello grande fa così gay...

No! Non è questo il mondo in cui sarei avrei sarei avrei voluto tornare.

Ma sono tornato. Quasi.

Ci si becca in giro.

8.8.12

Chiuso per chiusura


Questo blog se ne va in ferie!
(Sì, lo so, è una metonimia! In realtà il blog non se ne va da nessuna parte, i blog non si spostano, non hanno le gambe, non hanno la patente, non rotolano [sì, c'è un blog che rotola, è di una signora del Minnesota me il senso era che i blog non sono blob {non il gelato, quello è un'altra cosa <ed è pure tondo quindi teoricamente rotola>} il blob è tipo del gel per capelli che si muove e ti fissa <anche il gel per capelli fissa, ma mica ha gli occhi>, comunque non ci sono blob in Minnesota]).

Vabbé, l'autore di questo blog se ne va in ferie (e come avrete potuto intuire dalle righe qui sopra, ne ha proprio bisogno).
Dove andrò non so nemmeno se ci sarà la corrente elettrica, figuriamoci internet. [Comunque il pc non me lo porto, quindi un cazzo!).

Probabilmente torno, cioè, questo blog ritorna (no, i blog non ritornano, mica sono boomerang, nemmeno lassie, neanche jedi, né tantomeno alberi di natale), io di sicuro torno ché a settembre cambio di nuovo lavoro, tanto per non annoiarsi. (No, cambiare lavoro non c'entra col fatto che ritornerò a scrivere [cioè, magari, dico...], vabbé, ritorno!).

Probabilmente.

Se sentite la necessità di mandarmi foto delle tette, nudi integrali, particolari anatomici altri o insulti, l'indirizzo mail è sempre lì da qualche parte nella colonna qui a destra.
(sono così brutti gli insulti...)

Vado, ché mi aspettano...

(Volevo mettere una foto della signora del Minnesota, ma pare che non si possa...)

4.8.12

Un porno in pretura

Vabbé, il blog era già chiuso per ferie, sì lo so non ho salutato né detto niente: questione di carattere (no, non il la font con cui scrivo [che mi sa che è un Verdana]).

E' che stamattina facendo colazione leggo questo

Niente, mi chiedevo solo se 'sto maxi pene lo voleva al posto del suo, così tanto per sfoggiarlo [che con un maxipene non che si riesca a fare molto, figuratevi che io una volta...) o se lo chiedeva per usarlo in altri modi. (sì, lo so, sembra impossibile e invece ci si riesce anche tra uomini, no, no, non è contronatura, una cosa contronatura è qualcosa che nessuno ha mai visto, il solo fatto di esistere rende una cosa naturale [come dite? Zeus non l'ha mai visto nessuno? Beh, evidentemente Zeus è contronatura {bella metafora, eh?}]).

Spero di aver chiuso tutte le parentesi.

Basta, vado in ferie!

2.8.12

Incularsi a Nuoro


Probabilmente è la stanchezza, probabilmente.

Agosto incede, ardito e ardente. Stancante.
E io in attesa di cambiamenti, altri, nuovi forse. Sempre gli stessi.
Io coi pensieri soffocati dal panno umido dell'irrimediabilità, poca nebbia e solo quella.

Le idee sono capocchie di fiammifero consumate senza accendersi.
Il respiro passa dalle medaglie d'oro a Piazza Medaglie d'oro.
Archi, pistole, carabine e poi bombe.

Dressage distratto e stragi di stato, morti in stazione, binari morti, vasca corta e tuffi. Corpi che cadono come stracci gettati, panni umidi, nebbia. Sigarette.
Gli sportivi no, non fumano. Io non fumo.
Vittime del fumo, 85, fa male, si sapeva. Ma così.
Fu a Bologna che scoppiò la prima bomba, la prima sigaretta: mai voluta, mai cercata.

Forse è solo la stanchezza.
Dicono che le ferie, forse. Ma di tante cose in testa, niente. Anche ieri, quella cosa del come mi hai rovinato la vita, nemmeno pensata, neanche un incipit, solo fumo.

Poi se ne escono che il turismo sta morendo. Tutti a casa dicono.
Neanche gli stranieri, nemmeno quelli coi soldi. Gli euro.

E' che noi italiani non sappiamo proprio promuoverle le cose, ce l'avessero avuta gli americani Pompei ci avrebbero già fatto un parco a tema, e i cappellini, e le macchinette fotografiche finte con le scene rubate nei lupanari.

Hic habitat felicitas.

Bene, abbiamo delle città da promuovere? Giriamoci un porno!
Mettiamoci il nome del luogo bello in grande nel titolo, con la rima che così si ricorda meglio, divertente e malizioso come solo i titolisti dei film porno riescono a sfornare.
E dopo mezz'ora di pompino con sullo sfondo le piramidi di Segonzano o i sassi di Matera a qualcuno forse salirà la voglia di andarci, riflesso pavloviano indiretto, inganno represso proiettato nell'insoddisfazione di una vacante vacanza.

Dovrei scrivere un po' di titoli, magari fare le locandine col paint.
Forse è la stanchezza.
Quindi no, niente Ingorda del Garda, Ti lecco a Lecco, Siamo a Isernia e questa non è un'ernia, Mi turbo a Viterbo, Da riccHione a fANO, Mi han fottuto la troia a Ostuni...
E no, niente Incularsi a Nuoro.  


Già, sarà la stanchezza.
Fortuna che qui fra un po' si chiude.