Sono passato davanti a casa tua oggi.
Lentamente.
Premendo appena appena sul freno della bici, per non farlo passare troppo in fretta quell'attimo.
Con la coda dell'occhio ho cercato un riflesso, un'ombra che mi illudesse della tua presenza,
che lasciasse presagire la tua uscita affannata, il tuo gridare il mio nome. Come fai tu.
Con quella risata deliziosa a completare ogni frase, come se stessi reinventando il modo stesso di usarlo quel nome.
Attendo. La mano stretta sul manubrio, pronto a piantare un piede per terra per voltare di scatto la bici, bloccando la ruota dietro. Nella mia testa fa figo, eppure so che non basterà per farmi notare da te.
Inclino un po' la testa e mi accorgo che ti sto pensando, non credo di aver mai pensato a qualcuno così.
Perchè nei miei pensieri le tue labbra sono ali di farfalla e i tuoi occhi gocce di miele su cui gli sguardi si invischiano. Mi dai gioia. Solo questo forse. Ma a me non capita. Mai.
Ma tu mi dai gioia.
Ti ho vista baciare tutti. Non me. Ma mi illuderò che sia perchè per te sono speciale.
Ora, così come per la prima volta ho pensato, per la prima volta ho scritto:
"L'aurora un roseo angelo..." e poi non so, davvero non so come continuare. A domani.
Nessun commento:
Posta un commento
È l'ultima cosa che potrete dire in questo posto. Pensateci bene prima di scrivere le solite cazzate...