27.6.12

obtorto colmo


Dico mi è venuta un'idea divertentissima, dice cioè? dico hai presente le battute che facevamo negli anni '80 quelle di Cin Ciao Lin e compagnia bella? dice le conoscono tutti quindi? dico appunto le conoscono tutti e io le riscrivo cambiando il finale e mettendoci una roba che non fa ridere e questo fa ridere! dice machedavero?

(per gli accademici, questa forma di dialogo si chiama discorso diretto indiretto. Nel caso specifico, tra l'altro, essendo di fatto un monologo in quanto trattasi di conversazione tra me e me, entriamo in una particolare forma chiamata discorso diretto indiretto autoriferito figura retorica conosciuta anche come zameola.)

Dice ma tipo?

Qual è l'animale che non dorme mai? Il maialino



Sai perché Alberto Tomba vince sempre? Perché imbroglia!



Chi è il dio del mare?
Poseidone!
Impottibile qualcuno deve pur ettere!



Qual è il colmo per un idraulico? Avere un figlio che non capisce niente!



Cosa fa una Kawasaki in riva al mare? Aspetta la Yamaha!



Dico funziona no? dice no!
Dico troppo raffinato? dice no fa da cagare!

Dico tu non mi rispetti! dice tu chi? dico tu io! dice non ti considero proprio! dico neanch'io allora.

Pare che il processo di formazione dell'antimateria sia qualcosa di simile.

(per tutti gli scrittori in erba che vogliano cimentarsi con la zameola, ricordatevi di non abboffarvi di verbo dire! Se dite sempre dico o dice o dicono alla fine il discorso non dice più niente perché rischia di non dire quel che volevate dire. Usate dei sinonimi, al posto di dico dite  replico, soggiungo, aggiungo, ripeto, preciso, chiedo, domando, rispondo,riferisco, insinuo, confido, racconto, obietto, contraddico, ridico, ribadisco, controbatto, oppongo, eccepisco, rimbecco, enuncio, manifesto, rivelo, riporto, declamo etc etc etc).

Dico bene?

26.6.12

Sei Perseo?


Un anno fa ero qui.
Stesso divano, stesso gatto che rosicchia l'angolo del portatile, stesso giugno carducciano* ad affaticare  il sonno. Stesso mal di testa di adesso.

* Fosse per me avrei scritto carduccico, ma so che c'è gente che protesta 

il verde melograno che ho fotografato giusto ieri


Un anno fa non ce l'avrei fatta. Come adesso.

(No, questa non è la storia di come questo blog mi abbia salvato la vita. Bella storia sarebbe, risalire la scala incerta dell'esistenza, ogni post un piolo traballante su cui appoggiare il piede, ogni parola l'intreccio a cui aggrapparsi saldamente per riaffiorare come Ciaulà a meravigliarsi di questa vita-luna.
Va detto che questa non è nemmeno la storia in cui annuncio di essere un dio del sesso, né quella in cui mi vanto delle misure inusitate del mio pene, né tantomeno è questa la storia in cui mi scaglio contro l'annoso problema delle cannucce che si piegano senza riuscire a sfondare l'imene metallico dei brick di succo di frutta...

Lo so, sono ancora dentro la parentesi: è che ci tenevo a dire che occorre cambiare tutto perché non cambi niente.

Ma fosse vivo Tomasi di Lampedusa forse si sarebbe reso conto che è ancora più facile non cambiare niente perché non cambi niente.

E infatti stesso divano, stesso gatto, stesso giugno.
Stesso mal di testa.)

Credo di avere qualcosa nel DNA che mi costringe a essere dannatamente brillante e piacevole, sarà per questo che dalla parola DNA questo post diventerà inevitabilmente interessante, o forse è solo che siamo in internet e qui, si sa, mica c'è niente di realmente vero (sono un dio del sesso con un pene di inusitate dimensioni e Nek è il mio cantante preferito).

Mauro non c'è

Scrivere qui è come usare dei preservativi ritardanti, alla fine quel che ti resta è solo il gesto, un movimento guidato dalla memoria più che dai sensi. L'anestesia non cura, rimanda, posticipa, sposta il problema, ma non cura.

Scrivere qui è questo. E' differire, procrastinare, postergare.
E' ingannare i pensieri, quelli del dormiveglia, quelli bui del sole che sorge dietro alle tapparelle chiuse, quelli a cui credi sempre e ingenuamente di esserti abituato.

Questo posto compie un anno oggi, come me.
Cioè, io non ne compio uno ovviamente, ma il giorno è lo stesso.
Diversi anni fa decisi che il mio compleanno sarebbe stato ogni sei anni, me lo ricordo bene quel giorno perché stavo facendo il figo con una che non me l'ha mai data, pareva una cosa abbastanza da beau maudit e da allora mi ritrovo con questi anni sbilenchi che sono il contrario di quelli dei cani.

Sei anni.

Un anno fa ero su questo divano e pensavo che avrei scritto di qualche fumetto, magari un rimasuglio di poesia adolescenziale, precisissimi resoconti di chissà che esperienza, racconti che non sapevo raccontare.
In un anno ho scritto 365 post, uno al giorno. Alcuni non li ho mai pubblicati ma poco cambia.

Continuo a non saper raccontare, ma pare che in questo contesto non sia un problema.

E' passata gente, alcuni per sbaglio, altri per sbaglio, qualcuno per errore.
C'è chi ripassa. Perservera, direbbe qualcuno. ( e a parte questo mio essere inebriantemente affascinante non riesco a capirne il motivo).
Potrei anche citare i nomi, espletare quella roba tristerrima dei ringraziamenti, abbandonare gli occhi sulla lista di nomi dei titoli di coda, quelli che non legge mai nessuno. Potrei.
Ma se lo facessi sarei ancora più affascinate e non vi sento ormonalmente pronti.
[ehi tu, che sei arrivato qui per caso cercando "pompino Nek" o "Perseo gorgone", sappi che sono ironico, anzi autoironico, tanto per mettere in chiaro le cose. (che sono un dio del sesso è vero però! [che poi, il dio del sesso dev'essere per forza un porco... quindi, cioè, vabbé avete capito, mica volevo essere blasfemo. (volevo essere blasfemo!)])].

Comunque, questo sarebbe il momento perfetto per farla finita, digitalmente parlando dico, ché tante cose stanno cambiando e quindi tutto cambierà (e in culo al Gattopardo!).
Sarebbe. Condizionale. E' che non ho mai capito 'sta storia delle coniugazioni, fosse per me parlerei all'infinito come gli indiani dei film (fosse per me non parlerei mai, parlare all'infinito è un po' ambigua come affermazione in effetti).

Per ora mi sarò limitato a parlare al futuro anteriore.

Basta, fine. Spero di avervi annoiato.

(la foto iniziale è per tutti quelli che mi scrivono per avere una mia immagine, e dico quelli ché quella storia che col blog trovi un casino di figa e le ventenni organizzano le lotterie via skype per invitarti ai rainbow party e quelle che commentano i blog alla fine sono solo delle ninfomani alla ricerca disperata di cazzo, era una cosa che ho letto una volta su un forum ma che evidentemente non è più vera. Tutta colpa di facebook.)

Me ne vado nel deep-web.



24.6.12

Deregulation



Chi ogni tanto passa di qui si ricorderà che qualche giorno fa, scartabellando tra le keyword di accesso al blog, mi sono imbattuto in questa ricerca.




Allora, come precedentemente dichiarato, questo è un blog serio e non è di sicuro il luogo più adatto per parlare di... di... non riesco nemmeno a dirlo... pomp... p-pom... fellatio.

(Il latino è da sempre il refugium peccatorum di chi non vuole esprimersi apertis verbis e si diletta a candida de nigris et de candentibus atra facere.. O tempora! O mores!).



Ma dato che in questo blog serio si fa cultura, non ho ritenuto opportuno esimermi dallo svelare uno degli aspetti più emblematici di tutto l'internèt: la regola 34.

Lo so, internet non ha regole.
Lo dicono i governi, i cinesi, Studio Aperto, la Merkel, il SOPA, la polizia postale e internet stessa, in un delirio autoreferenziale atto solamente a sviare le menti dei più scettici.

Ecco, tutto questo affannarsi per dimostrare l'inesistenza di regole altro non è che una fumosa macchinazione per non permettere al mondo di riappacificarsi con sé stesso nell'accettazione  di un'ineluttabile verità: esiste un'unica regola, la 34.

Orbene, la regola 34 di internet dice che "If it exists, there is porn of it. No exceptions."
Se qualcosa esiste allora ne esiste anche la versione porno. Senza eccezioni.


Quindi, se cercate questo famigerato pompino a un puffo, beh, lo troverete.
Anzi, troverete puffi he scopano, puffette lascive, tartarughe ninja che puffano il pufcazzo di Grande Puffo, orge puffe e magari anche qualche Gargamella in versione attore porno (tutto vero...!).

due mele o poco più

Dunque, pensate a qualcosa: ecco fatto, adesso ne esiste la versione porno.
Sì, perché la forza della regola 34 è che il solo dire che qualcosa non vi corrisponde, contribuisce inevitabilmente a renderla invece vera.

(potrei postarvi centinaia di immagini,  ma questo è un blog serio, quindi togliete il safesearch e cercatevele con Google. [ok, se mi scrivete in privato vi do l'indirizzo di alcuni blog che ho trovato, ma solo a scopo puramente scientifico])


Dicevate dei carrarmati?


E del Tetris?

Frutta?


E con questo ho svelato il trucco: la regola 34 esiste non tanto nell'evidentemente porno, ma più che altro nell'impresentabile trasmutazione pornoerotica di una situazione (in)equivocabilmente presentabile.


Ora servirebbe uno psicologo, un etnoantropologo, un semiologo o forse un  neuropsichiatra.
Ci sono invece incompetentemente io.


Ma dopo tutte queste parole, date un'occhiata a questi puffi e ditemi se ora non li vedete con occhi diversi.


Adoro il gelato circonciso


Cosa me ne farò di queste banane?
Venite che vi mostro una cosa...
Puffetta, cosa fai con la mano?

22.6.12

A Bonn Dante mente


Lo so, avevo detto che non avrei più scritto per un po'. Non l'ho detto? Allora avrei dovuto dire che non avrei scritto per un po'. Ma non l'ho fatto.

Niente, pensavo di infrangere chissà quale regola, e invece la regola manco c'è!
No, non dico niente allora che non è divertente farlo quando si può.

Cioè, è più appagante poter dire o dire quando non si può? Non dire quando si può o non dire quando non si può?

Comunque, appurato che non ho nulla da dire (e questo era il motivo per cui avrei dovuto dire che per un po' non avrei detto) e che non è per niente di rottura rompere un embargo che non c'è, finiamola qui.

... cazzo è che volevo scrivere? Ah, sì: me ne andavo casualmente su Repubblica.it.

Non so se nel resto d'Europa sia così, ma in Italia gli esami di maturità devono proprio essere un evento: prima pagine su prime pagine per raccontarci di come sono arrivati i plichi e che temi, che tracce, e come si sentono e come si preparano e le notti prima degli esami e le notti dopo gli esami.

La Germania avrebbe potuto invadere la Grecia per quel che poteva loro riguardare, ma la prima pagina sarebbe comunque stata di Montale e di come twitter diceva che su facebook le tracce e Simoncelli bufala e il nobile Aristotele.

(ah, se stasera la Grecia vince voglio il titolo 'La Grecia caccia la Germania dall'euro')

Comunque su la bibbia Repubblica.it c'è il test 'Quanto ne sai?", con un pout-porri di domande da terza prova.

Ecco, in letteratura 1 - dal 1790 al 1850 mi ci trovo questa

 Niente, volevo solo mostrarlo a quelli che ancora credono che Dante sia un poeta del 1300.




20.6.12

Un blog serio


Ecco, c'è un problema: questo avrebbe dovuto essere un blog serio.
Davvero.

Quando a un certo punto i fatti della vita hanno dirottato gli effimeri ragionamenti della mia quotidianità su una ben più compromettente memoria digitale, beh, io pensavo che avrei magari detto qualcosa di intelligente. Magari di polemico. Forse scomodo, ma sicuramente acuto, alternativo se necessario, stimolante.

Cioè, avrei detto quel che penso, così, senza che nessuno me lo chiedesse. Lanciando io il sasso, e senza l'opportunità e nemmeno il bisogno di nascondere la mano.

C'è la sentenza sulla legge 194? Bene, ti dico cosa ne penso. Inizio un dibattito, confuto, argomento, ribatto alle tue osservazioni.
Ci sono le tracce dei temi? Giusto, parliamo di questo labirinto, perdiamoci, svisceriamolo, capiamolo. Perché l'ossessione della fuga? Quale legame tra labirinto e D'Alembert? Quanto ho amato Borges proprio perché mi privò di ogni speranza? Vorrei saper scriverlo, unire i puntini di questa miodesopsia che distrae il mio fissare l'abisso, raccapezzarmi nella spargitudine di pensieri che si contorce tra le mie solitudini.

E la politica? E il come stiamo? E le storie? Già, dove sono le storie che avrei dovuto raccontare.
Serve davvero infilare tre congiuntivi di seguito, mettere le virgole meno a caso del previsto, azzeccare l'ortografia? E cossi, è in qualche modo utile scrivere cossi?

In effetti ero qui per parlare del corso di sceneggiatura. L'ho mai fatto?
No, ma d'altronde non mi faccio le domande giuste.
Cioè, mi avete mai sentito chiedermi: Mauro come va il corso?

Mauro, ma la 194? Ma tu delle donne cosa pensi?
Mauro, Asterione se lo meritava? Davvero, essere discriminati, isolati, violentati per ciò che si è, per come si nasce... Che colpe stiamo pagando, Mauro?

E no, non me lo sono chiesto.



Oggi a pranzo hanno tentato di convincermi che la teoria dell'evoluzione non ha senso.
Son diecimila anni che osserviamo il mondo, dice, dov'è l'evoluzione? E mi chiede anche di rimontargli quel cazzo di orologio scuotendo la scatola.

Rispondo. Seriamente. A tono.
Eh, ma se uno crede. Eh, ma anche non credere è una fede. Eh, ma arrivi al Big Bang e poi?

Allora capisco.
Capisco che per quanto seria possa essere la mia risposta, sarebbe comunque una questione di fede.

Se l'evoluzione funzionasse davvero dovremmo avere tre braccia, per farci le seghe mentre chattiamo.
E prima del Big Bang c'era un Big Bang più piccolo, e prima un altro ancora e un altro e un altro: e per infilarci quel che vuoi tu devi aspettare che finiscano i miei cazzo di Big Bang.
Non ci sono fossili di dinosauri, solo ossa di lucertola che si sono espanse con l'umidità di migliaia di anni. E le donne? Se ci fosse stata davvero l'evoluzione mica ci sarebbe bisogno di qualcuno che si accolli l'onere di educarle sul cosa deve entrare e cosa deve uscire dalla loro figa. (fosse un blog serio mica avrei detto figa). Figa.

E quell'orologio era mio. L'hai smontato per dimostrami cosa? Che se metto i pezzi in una scatola e la agito non riottengo l'orologio integro?
Io quel cazzo di orologio non saprei rimontarlo neanche lo stesso, figuriamoci da dentro la scatola insieme al gatto di coso lì e alla pecora del piccolo principe.
Il mio orologio. Smonta il tuo. Smonta il rolex del Papa, vediamo se quello si ricompone da solo.

Ma se proprio mi provocate su questo argomento, ho la risposta che fa per voi.
Andate su wikipedia alla pagina dell'Homo Sapiens.



Dov'è il vostro dio adesso?

Avrebbe dovuto essere un blog serio.



E spargitudine no, non esiste. Ma in questo momento dovrebbe.

Facecook l'angolo cottura del mercoledì 20

[ATTENZIONE: etimologie a caso]

Su La Repubblica (che è come dire sulla Bibbia ormai), oggi gli esperti hanno detto che il tempo sta rallentando.

Sarà per questo che, uscito dall'ufficio alle 19.30, arrivai alle 20.40 a sfornare dei misteriosissimi tortini di verdure e, nonostante l'insostenibile indefinitezza relativa di questo inseguirsi di lancette, cossi un godurioso tacchino che mangerò immantinente.

In realtà i tortini non sono così misteriosi, ma volevo allettarvi con qualcosa di curioso (certo, avrei potuto raccontarvi di quella volta che sono caduto con un volo dell'Atlantic Oceanic su un'enigmatica isola. Ma ho promesso di non dirlo).

In realtà ho la casa piena di zucchine.
Chissà, forse i miei progetti per la serata sono stati troppo ottimistici o forse non ci sono più le casalinghe di una volta, fatto sta che l'abbondanza di verdi falliformi rischia di monopolizzare il menu della serata.

Solo per fare un ipotetico esempio, sappiate che potreste utilizzare una mandolina per affettare quattro zucchine à la julienne (diversamente da quel che si è portati a pensare, à la julienne non è una locuzione francese, in realtà deriva dall'algerino Allah-yu-liem che significa 'i capelli di Allah').

Impadellate le zucchine (sempre per esempio) e rosolatele con mezzo peperone e un quarto di melanzana. Anche se siamo all'interno di un esempio, per comodità, tagliate entrambi a dadini (cubetti? quadrotti?). Ah, il rosolamento si fa con dell'olio di oliva, sale, pepe, paprika dolce.

Dopo un po' (il tempo sta rallentando, non ci interessa più quanto sia un po', tanto qualunque cosa io possa dire sarebbe sbagliata [come la consecutio temporum di questa frase]), togliete le verdure dal fuoco, e non importa che siano cotte, un quasi-cotte è più che sufficiente.

Ora, lasciatele raffreddare e mischiatele spezzettandoci dentro una piccola burrata e aggiungendo poi un uovo (crudo). Ecco, pur senza accorgervene e ovviamente per esempio avete creato il ripieno dei tortini che confezionerete adagiando della pastasfoglia in alcuni stampini che casualmente avrete imburrato.

Il galateo ora ci consiglia di infornare i tortini a 210 °C per 40 minuti (relativi naturalmente).

Ora prendete i cubetti di melanzane che avete avanzato prima (la melanzana meno un quarto) e friggeteli in padella con un filo d'olio. Quando sarete a un buon livello di frittura aggiungete lo spezzatino di tacchino e impreziosite con sale e pepe.
Lasciate cuocere insieme fino a tre quarti di cottura, a quel punto aggiungete dei funghi trifolati (magari porcini, magari).

Ecco, basta.

Questo non era un post per fare gli scemi come al solito. Era una ricetta vera, descritta come si potrebbe fare su uno di quei siti che fanno le ricette.

Ecco perché questa volta niente foto stupide, niente ospiti, niente corbellerie.




P.s.
Vabbé, le foto le avevo preparate, le metto tutte in fondo che tanto non le guarda mai nessuno.

Zucchina deriva dalla locuzione : giù china
Doveva esserci l'attacchino ma c'è stato un problema
Preferisco i capelli d'angelo

Meehehe!
Sono Angelo e il Papa ha detto che ho dei capelli bellissimi! (Mi hanno messo anche sul Postalmarket)

19.6.12

Bacio accademico 12




Astronomi e topi


Pareva non dovesse regalarci niente La Repubblica oggi.

E invece.

E' inequivocabilmente Topolino.

Dato però che i tempi per Disneyextraworld Mercury non sono ancora maturi, mi permetto di suggerire agli astronomi delle interpretazioni alternative di quei cerchi messi a caso (che sono inquivocabilmente Topolino!).

Un pupazzo di neve
Un clown che gioca a bowling
Pac-man
Un polpo che balla il tango figurato con un tricheco
Mia nonna coi guantoni da boxe

17.6.12

Wanted 2


Quando proprio non so cosa fare mi leggo le keyword con cui il popolo di internet approda a questo blog (ricordo, ultimo spazio libero della rete. E sono modesto.)

Già qualche tempo fa qualche risposta ai voraci ricercatori del web l'avevo data, ma il mondo virtuale è affamato di soluzioni e quindi rieccomi con una nuova raccolta di parole chiave usate dagli utenti digitali (sì, ho usato in tre righe tutti i sinonimi possibili di gente che va in internet, da ora userò l'acronimo GCVII).

Iniziamo.





Allora, io direi tipo una roba che il vero matrimonio è solo quello tra un uomo e una donna e che il fine del matrimonio è il concepimento e che la famiglia è una sola. Ah, e un bel viva gli sposi finale!





Ecco, cara GCVII sul disegno mi trovate un po' impreparato. Ma dato l'argomento cercherò di accontentarvi. Va bene se vi faccio uno schizzo? (lo so è obsoleta, ma alla GCVII non interessa)





Il divino Otelma da giovane era ancora incerto sulla propria identità e non parlava ancora in prima persona plurale. Saltava invece dalla seconda singolare alla terza plurale (come Il Comitiva di Francesco Salvi, chissà se c'è il video su YouTube?). Famosa la sua frase ' Lo Stato sono loro'.





Cioè, ma tipo che hanno i dreadlock lì ehm... sì, insomma... nel... in... sulla natura?
Comunque no, donne nude qui mai...





Questo in effetti non fa ridere, però ho scoperto che in polacco 'do bobra' significa 'il castoro'.
Il castoro di Azzo avrebbe dovuto essere il titolo di un romanzo di Dumas.
 




Allora, so per certo che ci sono le gare di push-up. Poi le partite rifatte contro naturali. Una mia amica era campionessa di capezzolo. Nei 400 metri piani curvi chi arriva prima vince una coppa C.





Sì, la gola di Lucy Pinder potrebbe anche esistere. Cioè, nessuno è mai riuscito a guardarla per più di un millisecondo, non si sa come mai. E' tipo un principio fisico che riguarda l'attrazione delle masse o roba del genere. Ah, riguarda anche le gare di cui sopra.






Beh, buon Halloween anche a te!




8==D





Nel galateo alla sezione 'ditelo con i fiori'  c'è scritto che regalare un mazzo di cazzi simboleggia i sentimenti effimeri, il senso di abbandono e l'amore tradito.





Già.





Poiché è una spugna Spongebob beve ovviamente come una spugna. Quindi non è alto ma alticcio.





Quante infanzie rovinate.
Comunque suppongo serva una bocca molto piccola. Ma i puffi, di che colore han... vabbé no niente.
A breve vi faccio un post sulla Regola 34.





Mi sembra di aver letto che un ano di cavallo equivale a 7 ani di uomo





Allora, io lo faccio al forno che viene meglio e trattiene meno grassi.
Ho letto però su Giallozafferano che si può anche preparare una panatura con i testicoli di ippopotamo tritati e friggere il tutto nel grasso di balena. C'è la ricetta sul sito del WWF.