31.5.12

John Doe n.20 - ovvero passaggi di testimoni



Qui, mentre scrivo è la fine di maggio. L'ambientazione, anzi il genere, è il divano, rumore di gatti che sgranocchiano qualche crocchetta, telefono che ogni tanto vibra. Compulsivamente alzo la testa a guardare il lampadario: ondeggia ancora. L'ultima scossa è stata qualche minuto fa, poca roba.

Sarò stato a pagina 20 quando ha tremato sul serio, una splash abbastanza arzigogolata, me la stavo studiando mentre è iniziato il tremolio, poi il rullare dei bicchieri, le mani strette sul bordo annerito delle pagine, come se fosse bastato quello a sorreggersi, qualcosa che cade di là.

Jitso.

Beh, niente in confronto a ciò che è successo a He-man la scorsa settimana.

Non parlo a caso, l'ambientazione, la mia ambientazione è importante. E' importante perché da un pezzo il Golden Boy ha abbattuto rabbiosamente le pareti della quarta, forse della quinta dimensione. Degenerando. Fluttuando tra i generi con alterne fortune, cercandoci, minacciandoci, sfidandoci.

Noi lettori.

E se devi trovarmi, John, non voglio sorprese. Voglio attenderti con le gambe allungate sullo schienale, il cuscino ripiegato a sorreggere la testa, le briciole di qualche avanzo a stuzzicare le dita. Come sempre, come ogni volta che ti ho guardato come se fossi un animale da zoo, irrequieto nell'irreale prigione di ogni pagina, ingannato in un solipsismo al contrario. Dove l'illusione di essere Dio era il riflesso di un ateismo irrisolto, dove il non credere più in te stesso pensavi fosse eresia e poi hai scoperto che il trucco era nella forma e non nella sostanza: Dio eravamo, siamo Noi!

E quei tre che cercano di difenderci. Credono. Oppure no? Oppure quel passo indietro, quel labirinto in cui hanno intrappolato John è solo un trucco per riuscire a prendere più rincorsa?

Com'è questo 'Flettendo i muscoli'?

Credo che Mauro Uzzeo e Roberto Recchioni si siano divertiti a scriverlo.

E' un fine omaggio di fine maggio.

Un percorso denso di citazioni, sottotesti, metafore, cineserie.
Parla di testimoni, di passaggi, di stelle che nascono danzanti, incespicano, brillano fino ad abbandonare la luce al proprio destino.
Parla di strati.
Di chi c'era prima e chi verrà dopo, di quanto vale un'eredità, un esordio, una lezione.

E' addirittura dolce, malinconico. E sì, parla di supereroi in calzamaglia.

Watchmen, Batman, gli Invincibili, qualche Marvel, quelle robe lì insomma.
E poi Rat-Man.
Due vignette, di profilo, una silhouette. Eppure sembrano una ventina di pagine. Sembra che ci sia stato davvero, che abbia insegnato davvero come si fa, come essere fumetto. L'altro fumetto.
E John ha imparato.

Ha allargato la breccia, tracciato un sentiero.
E cerca continuità. Conferme. Verità forse. E tra le mani un testimone.

[Poi è addirittura ovvio che non c'ho capito un cazzo. Ma quel Valter Buio lì qualcosa mi avrà pure significato.]

E' che John Doe sta finendo, e come finisce lui non finisce nessuno.

Che poi, se dovessimo parlare della storia dovremmo parlare dei disegni della storia.
Perché è un albo fatto di immagini. Ma non come sono fatti di solito. E' un albo fatto di immagini che non rappresentano soltanto un'idea di realtà, no, la realtà la inventano, la rendono malleabile, duttile, altro.

Il tratto di Federico Rossi Edrighi sicuramente divide. C'è chi lo ama e chi non lo tollera.
A me divide. Separa le percezioni, è sinestetico (se mai esiste come termine), davvero. E' come quell'attimo che precede una scossa di terremoto, quando capisci che c'è qualcosa che non va e quel senso di vertigine ti mette il dubbio di essere tu finché ti accorgi che invece è il pavimento che ha iniziato a tremare. Ecco, lui disegna lì, tra i picchi di un sismografo. In un grottesco che è iperrealtà. Superrealtà, forse. Supereroi.

La nota grigia sono i grigi. La pessima, pessima stampa li ha decisamente rovinati, trascinandosi con sé un'impressione di sciatta fotocopia da autoproduzione. Ed è un peccato. Un peccato perché le tavole sono splendide, e sono splendide con i retini intendo (fatevi un giro nel sito di Federico e capirete), la resa è davvero tutt'altra.

Che altro dire? Niente, finiamo.

John, io sono pronto. Non ti permetterò di farmi finire insieme a te!



L'apostata del Cuore


Qualche post fa vi ho detto che ogni tanto mi arrivano delle mail. La gente spesso segue percorsi inconsulti, si sa, e ogni tanto rivolgersi a uno sconosciuto è più confortante e meno impegnativo del chiedere a un conoscente.
Ho pensato quindi di creare un angolo della posta come quello delle riviste che leggi dalla parrucchiera dal medico e che hanno sempre questi personaggi famosi come Mina, Signorini o Cristina del GF1 che rispondono a qualsiasi domanda con una sicumera imbarazzante.

Ecco le mail che mi sono arrivate:

Ciao Mauro, leggo sempre il tuo blog e mi piace molto la rubrica di facecook, mi piace molto anche Cuochi e Fiamme ma perché Simone Rugiati è un figo.
E' divertente che tu abbia sempre tanti ospiti e sono sempre interessata ai commenti di Benedetto XVI in quanto fervente cattolica. Papa Ratzi è secondo me un po' il Morgan dell'arte culinaria.
Comunque volevo domandarti, sono stata al ristorante e sul menu c'era il filetto di Angus. Non sapendo cosa fosse ho chiesto se fosse carne o pesce. Mi hanno detto che Angus è la razza. Quindi è pesce?
Chiara M.

Cara Chiara,
  sembra che tu sottointenda che io non sono un figo mentre Papa Ratzi lo sarebbe. Sono d'accordo con te!
La razza è un pesce, sì, ma quelli del ristorante si riferivano alla razza bovina, che non c'entra nulla con lo squalo bue ma si riferisce ai quadrupedi. Della razza invece si mangiano le ali e le mucche non le hanno.
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Caro Mauro, ho letto nei tuoi post che ci sono delle persone che si eccitano con gli alberi.
Io in casa ho un ficus benjamin a cui sono molto affezionato, molto.
Molto affezionato.
Secondo te qual è l'albero più eccitante?
PolluzeVerde

Caro PolluzeVerde,
  io non sottovaluterei l'esuberante sex-appeal del rododendro. Però, se devo esprimere la mia preferenza, direi che l'Eucommia ulmoides è decisamente il non plus ultra delle piante in quanto a eroticità.
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Mauro, il mio concetto di fighezza si è ribaltato da quando ho scoperto il tuo blog. Il tuo modo di scrivere, la tua genialità, la tua barba incolta di 2-3 giorni alla Nathan Never. Scommetto che hai gli occhi profondi come un pozzo dei desideri e i tuoi lombi sono turgidi come scorze d'anguria....
Anonimo


Caro anonimo, non pubblico tutta la tua lunga mail per evitare di dover mettere l'avviso di vietato ai minori e perché le tue parole sono talmente belle che qualche maligno invidioso potrebbe pensare che me la sia scritta da solo. In merito alle due domande che mi fai posso dirti che: no, non mi depilo e aggiungi pure un cm alla misura che hai detto. Ciao.


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Gentile Mauro, stavo quasi desistendo dalle mie ricerche quando la fortuna o il destino mi hanno traghettato verso il suo blog. Sono un ricercatore astrofisico e dato che vi vedo preparato su molti argomenti volevo chiedervi:
se una successione a quadrato sommabile come questo complesso


l^2(\mathbb{C})=\left\{ (x_n)_{n\in \mathbb N}, x_i\in\mathbb{C}\ \Bigg|\ \sum_{k=1}^{\infty} |x_k|^2 < \infty\right\}, 

è dotata di un prodotto hermitiano
\langle(x_n)_{n\in \mathbb N}|(y_n)_{n\in \mathbb N} \rangle=\sum_{k=1}^{\infty} x_{k}^{*} y_k  

e forma quindi uno Spazio di Hilbert, qual è il valore di k che mi descrive l'entanglement?
Stephen H.

Ciao Stephen, k=1.

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Ciao Mauro, non so se sei esperto anche di queste cose ma credo di sì. Ti illustro brevemente il mio problema: ho sempre una spropositata voglia di cazzo, adoro succhiarlo e succhiarlo e succhiarlo, non mi fermerei mai. Mi piace l'ingoio, il tea bag, il rimming e il face cum e davvero non riesco a farne a meno. Però purtroppo non ho il fidanzato. Come posso fare?
Scorpioncina '85.

Cara Scorpioncina, quello che ti è appena arrivato via mail è il mio numero di telefono insieme a una foto così prendi le misure. Chiamami appena ti arriva.

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Mauro, Mauro ma perché la natura è così crudele con me?
Pensavo di aver trovato l'amore e invece Ben, il mio compagno, mi ha lasciato per una figa di legno che sembra un palo della luce. E io che credevo che lui fosse come me, e invece mi ha piantato.
Perché tanta caducità? Perché questa aridità? Perché nascondiamo i nostri sentimenti dietro alla foglia di fico dell'impollinazione?
Sono sradicato completamente dalla mia normalità. Cosa faccio?
PolluzeVerde

PolluzeVerde grazie di avermi scritto nuovamente, se son rose fioriranno ma se sono solo spine spineranno. Fatti una birra e non pensare più a Ben, lo so che essere lasciati in tronco fa male, ma tu hai la corteccia dura. Cerca di rinverdire i vecchi tempi e non inalberarti.

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Caro Cioè ;))))),
  il mio ragazzo dc ke se mi infila il suo pene nl sedere nn posso rimanere incinta.
Ma è davvero l'unico modo???????? E kuanto dura come protezione? Cioè, se io lo prendo una volta poi per quanti giorni poi nn rimango incinta???? Se prendo altri peni che non sono del mio ragazzo l'effetto non si annulla vero????????? Posso sostituire la pillola col prenderlo in kulo??????????????????
Rispondimi ti prego!!!!!! Urgente
Littlesheep

Cara Littlesheep, questa non è la redazione di Cioè ma cercherò di rispondere comunque alle tue domande. Sì, è l'unico modo. Tutti gli altri contraccettivi hanno un margine di errore mentre il sesso anale (si chiama così il prenderlo nel culo) è sterile al 100%. Però non funziona offline, quindi se stai facendo entrare gente nel salone principale devi avere sempre qualcuno che entra dalla porta sul retro per essere sicura di non rimanere incinta. Gli effetti si annullano solo se i peni vengono prima a contatto tra di loro. Di fatto il sesso anale è un generico della pillola, però non posso suggerirti di sostituire gli anticoncezionali perché non sono un medico, dovrai fartelo dire dalla tua ginecologa. In culo alla balena!

30.5.12

Apnee


Ieri mi hanno chiesto se ho intenzione di chiudere il blog.
Dico, perché?
Perché hai scritto 'wasabi' e wasabi è la fine di tutto.

Hai sempre scritto 'wasabi' in fondo al blog, un motivo ci sarà!

No.

E' vero però, wasabi è la fine di tutto per molte di civiltà (e le antropologhe che passano di qui potranno confermare). E soprattutto non si armonizza con la carne umana (le antropofaghe che passano di qui potranno confermare).
Atlantide, si sa, sprofondò perché i suo terreni erano divenuti troppo pesanti a causa della spropositata coltivazione di kren. Gli iperborei inventarono il sushi 6000 anni prima dei giapponesi, ma non poterono mai dirlo a causa delle lesioni procurate dal rafano alle loro corde vocali. Lemuria s'inverdì prima di scomparire.

E siamo davvero certi che non ci sia correlazione con le scie chimiche, il radeon, i chupacabras, il signoraggio, l'isola dei famosi e questo blog?

Tutto questo per dire che è un discorso d'ispirazione.

Ed è dunque anche un fatto di aspirazione. Non tanto nel sapere dove si vuole arrivare ma più che altro nella cristallizzazione dell'ipotesi di arrivare  da qualche parte. Thule, per esempio.
Che ad aspirazione poi colleghiamo aria, polmoni, pompini, apnea.

E tutto ciò ci porta a un discorso di inspirazione, che se non respiri non scrivi, e di conseguenza di espirazione che mica puoi tenerti tutto dentro come fai di solito. Ecco, senza l'espirazione non avrebbe proprio senso questo blog.

E da lì ad arrivare all'espiazione cosa manca? Una erre? E che sarà mai una erre di fronte all'effetto taumaturgico del cilicio virtuale che si aggrappa a pensieri gocciolanti di peccato.

6x6. Come se dovesse prepararsi un nuovo fattore d'esistenza. Come se ci fosse un calcolo, e io i calcoli no. 

Quindi? Ispirazione... Come se esistesse davvero, come se parlare di fumetti o di quel che cucini alla sera o di tempi o di cose che vedi, fosse il significante più che il significato.
Come se ci fosse qualcuno che aspetta.

E sono confusionario, mai un ordine, mai una pianificazione. A caso. E nella casualità succede che finisca un filotto di niente, e nessuno qui ti chiede di passargli il sale.

Ah, ieri era il 42.



28.5.12

Non può Ratzinger per sempre


Vuoto arrendere


Questo dovrebbe essere un post triste. Anzi, avrebbe dovuto essere un post triste, ma non lo è.
Suo malgrado, forse.

E' che a me le cose tristi vengono più che bene, e allora se le scrivo dopo la gente pensa che sono triste davvero, e io triste non è che lo sia spesso. Magari infelice, depresso parrebbe, addirittura arrendevole, sconfortato, vuoto, angosciato.

Lo so che leggete i mie post e fanno un sacco ridere, tanto che pensate "ma questo dev'essere uno di quei comici di Colorado che ci sta prendendo in giro in incognito! Sì, sì, siamo capitati nel sito di questo che non dice chi è e prova le battute su di noi per vedere se fanno ridere e farle poi su Mediaset Extra...".

Ecco, questo avrebbe potuto essere un post triste: ce ne sono stati altri, mi ricordo bene. Potrei anche elencarli ma non ho voglia di cercarli, ce n'era di sicuro uno che s'intitolava la soluzione, l'assoluzione o qualcosa del genere, poi quello del film e un intermezzo e altre cose ancora, ma non c'entra.

Perché in realtà non ho mai visto una puntata di Colorado, non so nemmeno se ci siano davvero i comici. Forse no.

E' che ogni tanto qualcuno mi scrive, c'è l'indirizzo mail lì di fianco. Non lo so perché, davvero non so se ci sia davvero qualcosa che valga la pena di dirmi. Eppure capita.

Mi hanno detto scritto che ho un non so che di Toffolo. Io ho capito Lino, ma non ho approfondito...

Stavo pensando che probabilmente fra un po' non avrò il tempo. Cose che cambiano, che facciamo cambiare, decisioni. Mai avuto il pallino delle decisioni.
Chissà, forse dovrei chiedermi cosa farebbe Toffolo in questo frangente. Lino, dico.

Si sta avvicinando il momento in cui finisco il post e m'invento quella battuta che non ti aspetti pur aspettandotela e tutti ridono con le risate registrate dei Jefferson e qualcuno pensa ancora che io sia uno dei comici di Colorado in incognito. Ma non lo sono e questo è un post triste non è un post triste e






p.s. sì, finisce così. E' il mio blog e faccio quel che mi pare!





Wasabi.

Insert Coin 16


25.5.12

Don't panic


L'altro giorno tanto è piovuto che si è allagato il garage.
Vecchi numeri di Topolino galleggiavano come lemming gettati dalla scogliera dalla Disney, diari di scuola si sporgevano dagli scatoloni convinti di essere all'Aquafan (ci sono stato una volta negli anni '90, abbiamo scavalcato i cancelli di notte e siamo rimasti tutto il giorno a dormire sulle sdraio [chissà se si poteva raccontare questa storia?]).

In uno di quelli (copertina degli Avengers [e io di fumetti americani non ne ho mai letto uno]), c'era una poesia:
"Dormi,
che il cielo si spoglia del peso
di un blu innaturale.
La lampadina del sole si è spenta.

Su di noi, stelle di cartone..."

E mi ricordo benissimo, e sono passati vediamo vediamo diciamo vent'anni, mi ricordo benissimo che mi sentivo un figo quando l'ho scritta. Sinestesie, sineddoche, solipsismo, e stelle di cartone che mi facevano saltare dal finto al vero e al finto ancora. E a rileggerlo coi jeans al ginocchio e i piedi nell'acqua putrida mi sono chiesto: davvero è servito, davvero mi serve adesso o mi servirà?

E la risposta è stata che quel che mi serviva era un asciugamano.

Tutto questo per dire che oggi è il Towel Day.

E come fu per il Pi Greco Day non mi ci raccapezzo.

Perché la necessità di partecipazione e di compartecipazione è da sempre un mistero che le mie scarse sensibilità non riescono a risolvere.
E che sia giorno della marmotta o finto compleanno di qualche personaggio morto, sono sempre lì a ricercarne il senso, l'opportunità, il bisogno. Gettando, tra l'altro, immancabilmente la spugna (visto che parliamo di asciugamani).

E ricorrere spesso mi sembra un rincorrere, l'arrancare verso il passato a causa di un'inadeguatezza del futuro. Perché c'è chi gioca e c'è chi no. E in quel "chi no" si intirizziscono i pensieri, nella credenza (non il mobile), nella fede (non l'anello), nell'allettamento (niente tette, no).

Comunque, a vostro uso e consumo, altre giornate in cui liberarsi da tutti gli impegni:

- 19 settembre: Giornata del parlare come un pirata
Corpo di mille balene con la sciatica, al pensiero di questa giornata mi si indurisce il pappagallo sulla spalla.

- 22 settembre: Giorno dell'Hobbit
Che adesso è diventato LO Hobbit, percorrendo al contrario la strada che già toccò a lo Jedi.
In questo giorno comunque si può fare a meno di depilarsi.

- 26 maggio: Giornata nazionale dell'aeroplanino di carta
E' domani, è domani! Preparate i fogli e ricordate: se alitate sulla punta va più lontano!

- 13 novembre: Giornata mondiale della gentilezza
Non vi interessa? Andate a farvelo sbattere in culo da un toro in infradito. Stronzi!

- 16 gennaio: Giornata nazionale del niente
 
- 28 settembre: Giornata del fai una domanda stupida 
C'era davvero la necessità di una giornata del fai una domanda stupida? E se sì, perché dalmata?

- 26 giugno: Compleanno di questo blog e giornata universale della ricorsività(ad interim)


E per tutto il resto, cercate qui.

Addio, e grazie per tutto il pesce.



23.5.12

Sabbia (post che avrei dovuto scrivere il 23.05.1992, scritto come l'avrei scritto allora)


Piove.
E' da ieri che minaccia di piovere. Ma oggi è proprio un temporale.
L'estate improvvisa di questo maggio è implosa tra le litanie dei fioretti, e i misteri gaudiosi si nascondono tra le gocce  che contraggono l'asfalto accaldato.

Nuvole rosse, cariche di sabbia ocra, granelli impalpabili  scivolano sul manubrio della bici.
Pedalo.

Le mani in tasca e una polo bianca a garrire nel vento grigio d'asfalto, pedalo. Assaporando le variazioni del sapore della pioggia in funzione del dove sono arrivato.
Lì, le ciliegie selvatiche riempiono il naso dell'aspro rumore dell'eco di vespe affaccendate, là il bisticciare delle foglie di granturco spolvera l'aria di un greve affanno, e poi le ortiche. Pioggia e ortiche, così buono che istintivamente lascerei andare la bici fino a finirci in mezzo, fino a guardare il cielo nascosto dai vetri nuovi degli occhiali.

Miope hanno detto, ma oggi non c'è niente da vedere più in là di me.

Lei oggi ha sorriso. Mentre leggeva quel foglietto abbandonato sotto al banco ha sorriso.
E mi ha chiesto se sapevo chi poteva essere stato.
Parlava con una mano davanti alle labbra, raggomitolata nella manica sformata della felpa, fa sempre così. Poi, togliendosi li occhiali (anche lei ha gli occhiali), ha spalanacato le porte di quel sorriso arabo e arabesco, vero mistero doloroso di questo maggio sfogliato sul pavimento tremante della biblioteca.

"Sono stato io, l'ho scritto per te", me lo ripetevo dentro in dialetto respirando l'ambra della sua pelle.
Me lo ripetevo dentro, più dentro e più dentro ancora, lungo il sentiero inverso rispetto a quello che avrei voluto sentirlo percorrere.

Piove, ma in edicola ci passo lo stesso, magari qualche Dylan vecchio gli è arrivato e al limite posso infilarlo nella borsetta di nylon che uso per coprire la sella.
Niente. Ma tanto domani ripasso.

"Isagogica", me lo appunto su uno scontrino. Potrei usarlo.

Entrando nel bar l'impressione è di insolito.
Poi focalizzo, il Bubble Bobble è libero. Nessuno che si accalca, nessuno che infila di straforo 200 lire nella gettoniera. Ma c'è qualche partita? Sono le sei di sera, direi di no...

Eppure sono tutti di fronte alla tv. Sullo schermo polvere, calcinacci, terra smossa. Non capisco.
Poi l'immagine si allarga, si vede una strada divelta, una Lancia Thema con la porta aperta, poi l'altra cos'è? Una Croma?
E non capisco. I sottotitoli dicono strage, e c'è gente che si muove ancora trafelata lì dietro, e un giornalista col microfono in mano che dice bomba, dice mafia, dice giudice Falcone.
E inizio a capire, ma neanche troppo.

Ma rimango lì. A perdere gli occhi su quella terra rossa come la sabbia del deserto che sta cadendo con la pioggia, e mi immagino che sia la stessa, che il vento l'abbia portata da lì e cerco nell'aria fumosa del bar l'odore dell'esplosivo, della plastica bruciata, il gusto ferroso del sangue.

E non capisco.

Poi il pigolio di un videogioco mi distrae, giro lo sguardo e mi lascio trascinare da quel niente. La tv blatera ancora, si sente la sigla del tg1 e ancora bomba, ancora strage, ancora mafia.
E suona tutto così lontano. E non capisco.

Poi esco e sento la sabbia che graffia i palmi delle mani sopra le manopole della bici.
E di nuovo mi accorgo che è quello stesso rosso.

E non capisco. Ma non dimentico, non più.



21.5.12

Eternia riposo

L'avevamo lasciato .
Come una foglia secca staccatasi dal ramo sospinta dal vento dell'oblio.
Piccolo, solo, sparuto eroe.

Perché?

Perché la natura si è accanita contro chi l'ha sempre difesa?

Terremoto... E se le cose non fossero andate così come sembrano?
E se...

Vi avevo promesso che avrei cercato la verità, che se ci fosse stato un colpevole l'avrei scoperto...
Ecco cosa ho potuto vedere dai video di sorveglianza della mia libreria.

--> Vai al documento riservato

Scosso

Provate a immaginare cosa si può provare nello svegliarsi in piena notte, con le micie che strillano nervose, i vestiti degli armadi che coprono il pavimento, i fumetti sulle librerie senza più un ordine, confusione ovunque... Ecco, a me succede praticamente ogni giorno.

Sarebbe stato un risveglio normale quindi se non ci fosse stato quel cazzo di letto che tremava e gli acchiappasogni che tintinnavano in codice morse di alzarsi, e che non era il vento che scuoteva le tapparelle.

Perché ti verrebbe da girarti dall'altra parte, avvolgendoti nel lenzuolo, e aspettare che finisca, ipnotizzarti con l'ondeggiare dei lampadari, pensare che abbiamo le fondamenta sopra una cazzo di palude, mica potrà mai crollare niente.

E invece ti alzi, ti vesti per non dare scandalo coi vicini che manco conosci, scendi in strada ad assaporare la notte urlante di sirene d'antifurto, qualche ambulanza soffocata nella lontananza e le luci delle case che si appicciano inquiete a spiare la strada vociante. E aspetti.

Poi decidi di ritornare a letto, dopo un'ora, neanche il tempo di appoggiare la testa sul cuscino e ritrema.
Allora cerchi la telecamera nascosta, scherzi a parte, boiling point, pranked: c'ha insegnato a non fidarci più di niente la tv, manco delle faglie, della terra madre e generatrice, che sporca vestiti e timori.
I profili vulcanici di Abano osservano sornioni da un orizzonte prossimo, come una macchia sull'obbiettivo con cui stai osservando l'infinita monotonia della pianura.

E in quel confortante disordine la intuisci subito la nota stonata, come un accordo perfetto suonato con un pianoforte scordato.

Eccolo lì

Ben due ammaccature sull'armatura.
Ieri ci guardava tronfio dalla cima della libreria, con tutto il potere di Greyskull tra le pieghe beffarde del sorriso. E ora eccolo lì, inerme, indifeso. Quasi fa tenerezza.

Ma potrà mai essere stato un piccolo terremoto a ridurre in quelle condizioni il nostro paladino di Eternia? No, secondo me no. Ci dev'essere dell'altro, magari ha salvato qualcuno, magari si è lanciato da eroico eroe... Guarderò le registrazioni, e vi dirò...

Ciao Principe Adams, R.I.P.

18.5.12

Giornata mondiale contro l'omofobia e la transfobia


Perché c'è una malattia che si chiama omofobia e chi ne soffre non sta male lui ma fa stare male gli altri.
Perché c'è chi pensa che le leggi della natura siano quelle che lui pensa siano le leggi della natura.
Perché certe cose c'è ancora bisogno di spiegarle.
Perché se il rispetto verso gli altri deve omologarsi a un libro scritto duemilatrecento anni fa c'è davvero qualcosa che non va.
Perché ciò che ci dà piacere è ciò che siamo, e ciò che ci fa innamorare è quel che ci meritiamo.
Perché davvero non capisco dove stia il problema.
Perché se esiste un qualche dio evidentemente gli va bene così.
Perché se vogliono possono farsi curare. Gli omofobi, dico.
Perché sono arrivato tardi, ma oggi è stato un casino.
Perché non è neanche ignoranza, è proprio essere delle teste di cazzo.
Perché se ho offeso qualcuno, beh, sappia che non siamo ancora pari.
Perché ho sempre la casa piena di froci...

17.5.12

...che un carro di bisonti


Naturalmente da La Repubblica.it.

Allora, ho quasi trentasei anni e un po' di vita l'ho vissuta. Non dico di essere mai stato un dongiovanni ma qualche donna nuda da vicino l'ho vista. Molto vicino in alcuni casi.

Da quando mi si sono aperte le porte di internet poi, diciamo che qualsiasi gap informativo su forme, dimensioni, colori, accessori, utilizzi è stato prontamente e definitivamente colmato. Si parla di tanti anni fa naturalmente.

E allora perché non la vedo?

Sarà mica una cosa tipo gli stereogrammi, che ti metti lì e cerchi di incrociare gli occhi fino a che, per non fare la solita figura di merda, dici: sì, sì, eccolo lo squalo che azzanna il pinguino...

Comunque io ci vedo un'aquila che ghermisce una quaglia, il manico di un ombrello, un pi greco, e al limite, se proprio di organi genitali vogliamo parlare, ci vedo un cazzo in eruzione (no, non è un typo).

Che poi, a vedere che ci sono anche i buchi, mi vengono in mente quelle vagine di plastica da sexy shop, ché al tempo mica c'era youporn, e le gallery erano solo caverne.

Ora, chiudete per un attimo gli occhi. Immaginatevi la terra incontaminata di 37000 anni fa.
Il giovane aurignaziano, che per comodità chiameremo Ngihrrgggruumbbigu, arriva trafelato dopo aver risalito di corsa il declivio che porta al fiume, spalanca le porte entra nella grotta dove la sua comunità sta oziando e mostra con entusiasmo la pesante lastra di pietra che tiene tra le mani.
Gli occhi di Ngihrrgggruumbbigu brillano alla luce del fuoco che scoppietta all'entrata della caverna.

(tradotto dal primitivese)
"Ho scoperto i graffiti!"
"Ngihrrgggruumbbigu, ma che minchia di pietra sono 'sti graffiti? Si mangiano?"
"No, i graffiti non si mangiano..." 
"Ma neanche passandoli al fuoco?" "Ma nemmeno col wasabi?" "Ma..."
"Teste di mammuth, i graffiti sono arte!"
"Ngihrrgggruumbbigu, ma vai a farti inculare da un brontosauro in calore, fallito di merda..." "Ho appena fatto 12 figli con mia sorella, che cazzo me ne frega della tua arte!"
"Ma no, ma no, aspettate, con l'arte posso riprodurre la realtà così com'è, un giorno faranno le esposizioni di arte, la gente pagherà anche 3 pecore per vedere delle pietre sfregiate. Diventeremo ricchi, potremo avere tutta la carne che vogliamo!"
"Beh, detta così sembra già più interessante... ma come funziona?"
"Ecco, con questa punta di selce incido la pietra e le linee che traccio possono rappresentare ciò che voglio. La mia è arte figurativa, traspongo la realtà con modalità naturalistica. Un giorno verranno gli astrattisti, ma noi no siamo gente così!"
"Ora vi mostro"
"No, no Ngihrrgggruumbbigu, aspetta! Stai per fare il primo graffito della storia dell'uomo, pensaci bene: cosa vuoi disegnare?"
"Hai ragione, è un momento importante! Potrei disegnare tutte le stelle del firmamento e i pianeti e il sole che è un astro ed è uno dei fuochi dell'orbita ellittica della terra che è il pianeta su cui siamo e..."
"Ngihrrgggruumbbigu, ma sei scemo? Se gli uomini del futuro scoprissero che sappiamo tutte queste cose uscirebbero pazzi"
"Fai un cane!" "No, no, fai la mia grotta" "Disegna la zia Hermighhhtregu" "Ma no, non c'è abbastanza nero per i baffi!" "Fai un mammuth! "Un fiore!" "Un albero" "Un dolmen!"
"Zitti! ZITTI! Ho deciso!"
"..."
"..."
"..."
"Ecco fatto!"
"..."
"..."
"... e che sfacimme di triceratopo è quello sgorbio?"
"E' una figa!"
"Una figa? Stai facendo il primo graffito della storia dell'uomo e disegni una figa? UNA FIGAAAA?"
"Beh, ehm, sì... l'ho chiamata Pre-origine du monde, è francese."
"La prima opera d'arte dell'umanità... ma pensa te... che enorme testa di gnu... buttala via va prima che qualcuno la trovi."
"Vabbè, a me sembrava una buona idea..."
"Sì, una buona idea per perdere tempo!"


"Ah, Ngihrrgggruumbbigu ma tu l'hai mai vista una figa?"
"Ehm..."

"..."

15.5.12

In marcia


[DISCLAIMER: sono a casa da solo e ho finito l'estathè. Questo mi giustifica per qualsiasi cosa dirò]

[ah, è quasi un argomento serio, quindi facciamo che lo mando in vacca a riga due, così non ho sensi di colpa poi...]


Mi stavo chiedendo: ma di che cazzo ha paura 'sta gente?

Potrei raccontarvi che ci sono finito per caso cercando in google notizie sulle olimpiadi, oppure facendo una ricerca sul ventennio, o provando a scaricare la biografia di Amy Winehouse.
In realtà sul sito della marcia per la vita che han fatto l'altro giorno a Roma ci sono andato proprio deliberatamente.

E proprio perché mi stavo chiedendo: ma di che cazzo ha paura 'sta gente?

E così curioso un po', leggo, cerco.

"Gli attacchi alla vita umana innocente sono sempre più numerosi e nuovi strumenti di morte minacciano la sopravvivenza stessa del genere umano: Ru486, Ellaone, pillola del giorno dopo ecc."

Inizio subito a preoccuparmi, cazzo, e se avessero ragione? Se ci stessimo estinguendo? 
Presto, presto, wikipedia, datemi wikipedia! 
Popolazione mondiale.


File:World population history.svg
Dice che nel 2050 saremo quasi nove miliardi.


Beh, i dati parlano chiaro: l'Ru486 è il nuovo assassino del cucchiaio.

Terribilmente lento, estremamente inefficiente (chi non ha capito se lo cerchi in internet)
Nove miliardi? Quando ho iniziato le elementari nell'82 eravamo quasi 5, quando le ho finite nel 2011 quasi 7... Trent'anni a studiare le guerre puniche mentre gli altri scopavano a ritmi maltusiani.


Mi sa che da questo punto di vista ci si può mettere il cuore e gli altri organi riproduttivi  in pace.
(e un po' mi spiace per gli amici veementi del VHEMT, che tanta gioia mi hanno dato agli albori del mio viaggio in rete, e che soprattutto hanno ispirato uno dei migliori punk di fine secolo scorso.

[qui ci andava la canzone di cui ho trovato solo il testo, ahimé. Ma ho l'mp3 da qualche parte!]

Leggo, leggo, ma non mi stanno convincendo.
E' che a sentirli ergersi paladini del diritto alla procreazione pare quasi che esista qualche legge che lo impedisca.

Anzi, peggio ancora, pare proprio che ci siano queste frange affiliate a sette veterofemministeabortiste che, travestite da Indiana Jones, si intrufolano nei reparti di ostetricia e sostituiscono i feti dal grembo materno con un sacchetto di sabbia dello stesso peso.
Sadiche e crudeli, ma soprattutto mai dome, attentano alla vita innocente in ogni sua forma.
Le più estremiste carpiscono la fiducia dei poveri mariti indifesi e con dei blitz degni delle più addestrate spie del Mossad utilizzano i propri succhi gastrici per annientare plotoni di spermatozoi, teneri e cucciolosi portatori di vita.

Ah, poi c'è anche il fronte ribelle pederasti che va negli asili a sostituire le Barbie con Ken per far diventare tutti i bambini ricchioni, e quindi non procreanti. Diabolici.

Vabbé, il divieto alla procreazione non c'è. Dovrebbe esserci, ma non c'è...

Ma quindi cosa si sta difendendo?

Allora, tralasciando, le, virgole, messe a caso.
L’iniziativa vuole:

affermare che la vita è un dono, indisponibile, di Dio;
- Dunque, evitiamo per un attimo la questione Dio non Dio c'è non c'è ci sarà... Cazzo vuol dire un dono indisponibile? Ecco, questa è la playstation ma non te l'attacco neanche alla spina, che tanto è indisponibile. Beh, bel regalo di merda... Io coi doni che ricevo ci faccio quel che voglio! (e sì, quella che ho usato in bagno come portarotolo era una bomboniera).

chiedere il Suo aiuto, per una società smarrita;
- probabilmente dovrebbe essere l'inverso. Cioè se c'è un dio, o fa l'onnipotente e si arrangia, oppure è lui che deve pregare l'aiuto dell'uomo per questa società smarrita


deplorare l’iniqua legge 194 che ha legalizzato l’uccisione, sino ad oggi, in Italia, di 5 milioni di innocenti;
- e deploriamo anche i criminali medici e farmacisti che impediscono, illegalmente e con conseguenze spesso tragiche, che la legge venga applicata. Aumentando tra l'altro il numero degli aborti, alimentando la disperazione delle operazioni clandestine e in diversi casi ottenendo proprio l'effetto inverso, visto che è molto più probabile che le donne muoiano in tali frangenti, e stavolta quella che viene persa è una vita vera, certificata al 100%. 
Per non parlare dei casi (e non dico tutti per carità, che i figli sono anche gioia e nessuno vuol privare nessuno di tale diritto e privilegio) in cui nasce un bambino non voluto che pagherà cogli anni la propria inadeguatezza, così come quella di genitori inadatti, impreparati, sbagliati.


ribadire che esiste una distinzione tra Bene e male, tra Vero e falso, tra Giusto ed ingiusto;
- o tutti con le iniziali maiuscole o tutti con le iniziali minuscole, ché questi sono messaggi subliminali



invitare alla mobilitazione i cattolici e gli uomini di buona volontà
Ecco, appunto. Chi è che rompe i maroni intimandoci che i figli sono un dovere, un obbligo, una volontà superiore?





Gente che ha scelto deliberatamente di rinunciare alla propria capacità procreativa, al proprio diritto di essere genitore, al miracolo della vita. E in nome di cosa? Di un'ipotesi, di una vita in funzione di altro, di un lavoro. Com'è che diceva il sito? Ah, logica dell’utilitarismo e dell’individualismo esasperato.

Dico, volete figli? Fateveli! (che poi mi chiedo cosa se ne faranno i preti di tutti questi bambini?).

Bene, ora è arrivato il momento di dire che non volere figli è naturale quanto volerli.
Ma questo non significa che volerli sia brutto, anzi. Ammiro chi riceve la chiamata (perché questa è la vera vocazione, non quella del coso invisibile, lì..). Perché i bambini sono gioia, preoccupazioni magari, ma soprattutto speranza.
E non sono il futuro perché senza di loro un giorno saremo vecchi e soli (c'è chi lo dice e mi fa ribrezzo, che non stiamo allevando dei badanti), sono il futuro perché andranno oltre, oltre noi, oltre ciò che siamo e ciò che abbiamo fatto.


Ma quindi, di che cazzo ha paura 'sta gente?
Popolo della vita, ma che cazzo sei tornato a fare?


I radical-chic sono sotto choc! Fermi tutti, chiudete l'internet, sprangate la settimana enigmistica, internate Bergonzoni...

EDIT:
Ah, c'era anche Alemanno!




11.5.12

Ma no è apocope di noi?



C'è chi crede di conoscermi, chi ha creduto di avermi conosciuto, chi ha capito che non mi conosceva, chi non mi conosce, chi vorrebbe non conoscermi, chi dovrebbe conoscermi, chi avrebbe voluto conoscermi, chi ha fatto finta di conoscermi, chi ho fatto finta che mi conoscesse, chi mi ha conosciuto, chi non vorrei mai che mi conoscesse, chi mi conosce.

E poi ci sono io.

Io che se dico qualcosa qui è perché ne ho voglia, che preferirei un foglio se ci fosse un foglio così, che il ticchettio della tastiera è pioggia ma la penna è gelo.
Io che tra carta sasso e forbice è sempre carta. Perché con la mano aperta posso scrivere, e pure tra questo brullo niente inciampo in qualche pensiero lucido.

Che mi meraviglio segretamente e guardo prima di osservare. E aspetto.

Io che quest'anno compio gli anni ed è passato un bel po' dall'ultima volta.

E' passata una casa, una scoperta, una vita addirittura e mai avrei voluto, silenzi. E' passato un attimo di felicità, breve da riuscire a nasconderlo, e il Nulla, quello della Storia Infinita che avanza fino a sbranare ogni parvenza di realtà.
Un lavoro e angoli di muro accovacciati nell'estrema consapevolezza dell'irrisolto, e resistenze abbandonate al fluire delle decisioni inespresse.

E' passato anche il pensiero di potercela fare.Non qui, non adesso, non così.
Ma sarà mai.

Lo so, sono cose mie che manco si capiscono. Ma anche tutto il resto qui dentro è mio, e neanche quello si capisce. Se credevate di averlo capito finite nel girone di quelli che pensano di conoscermi.

E poi ci sono io.

Io che il no è qualcosa di intimo. Tanti estranei, disponibilità disilluse, affidabilità inclusa. Ma il no, il no è solo per chi si ama.

E tutto questo per ricordarmi che domani smonto un pezzo di cucina.

9.5.12

Facecook: l'angolo cottura del mercoledì (con cose scadute) 17


Avanzi popolo, alla riscossa.
Perché la rivoluzione non si ferma neppure di fronte alle scadenze, viva la revolucìon, la rivoluzione, ehm, la rivoluzione...
Ecco, la rivoluzione non si prepara, esplode. E soprattutto la rivoluzione non scade!

Quindi, compagni, espropriamo proletariamente ogni merce la cui scadenza sia prossima e anticapitalista, per minare il sistema dalla base e far crollare questo gigante dai piedi d'argilla colonialista ed espansivistico.

Vabbé, c'avevo un po' di cose che scadevano e mi sembrava il caso di prepararle prima che esplodessero.
Ricotta classica o classica ricotta?

Un uovo nuovo o un nuovo uovo?

Pancetta affumicata o affum... vabbé, pancetta
Manca la foto delle patate, ma il Moige non me l'avrebbe lasciata passare.

Comunque l'idea è questa:
tagliamo le patate a rondelle abbastanza sottili e le facciamo rosolare in padella lemmi lemmi con della cipolla se c'è, magari aggiungiamo un cucchiaino di miso, ma con calma, un po' di sale, molto pepe, un pizzico di paprika e ogni tanto sfumiamo con quel che c'è (rimane il divieto per il crodino...).
Dopo un po' le assaggiamo e se hanno quasi perso la consistenza del feltrino da sedia, ci affoghiamo dentro i cubetti di pancetta, così, distratti. Come pedine dell'enorme scacchiera su cui stiamo muovendo le nostre tattiche rivoluzionarie.

Ecco, lasciamoli lì, a rivoluzionarsi, fino a fine cottura (e il fatto che "fine" abbia tutti questi significati è un tocco di classe rivoluzionario, nonché comodo per la sintesi.

Ora, la parola del giorno è quenelle. Prima di avviare la solita querelle con qualche damoiselle, tengo a precisare una cosa: non le ho fatte. Cioè, ne ho fatte tre. Poi mi sono rotto i maroni, che a fare quella roba coi due cucchiai mi sembra di essere deficiente e mica c'ho tempo io per far 'ste cose da precisini...

Cioè, le quenelle si fanno così

ecco, io con due cucchiai in mano sono più o meno così
Ma più figo.

Ordunque, lavoriamo la ricotta scaduta con del parmigiano grattuggiato in scadenza. Aggiustiamo di sale, abbondiamo col pepe, il prezzemolo, l'erba cipollina. Continuiamo a lavorare (e creiamo un pluslavoro che all'aggiunta dell'uovo si trasformerà in plusvalore alienando le differenti individualità degli ingredienti per appiattirne la consistenza). Se la ricotta è diventata troppo liquida (capita se l'uovo è troppo vetero-borghese) aggiungiamo un paio di cucchiai di farina o di semola.

Ora dovreste fare le quenelle. Io ho messo tutto dentro a degli stampini al silicone e infornato in un altoforno a carbon coke a 180 °C per venti minuti.
Questa l'ho già fatta... La battuta dico.
E con questo siamo scaduti veramente...

Le quenelle dovrebbero avere un sapor e abbastanza neutro ma con un retrogusto speziato, perfette per essere abbinate col gusto deciso delle patate. Da accompagnarsi con dell'Estathè al limone del 2012 (anche scaduto).

Compagni di desco e di rivoluzione

Hasta l'ostensorio siempre!
Meehehe!
EL CHEnelle
Quenelle di tutto il mondo unitevi, se non si usa la carta da forno... Cena ottima, ma mi è costata un capitale (ah ah ah, questa me la gioco sempre!)

Insert Coin 17


6.5.12

Parole, parole, parole: Torschlusspanik


Che a voler andare a cercarne l'etimologia significa 'panico da portone che si chiude'.
E' l'ansia da tempo che scade, la goccia di sudore che scende dalla tempia mentre il fumo dell'irrisolto stringe la gola come un laccio emostatico. E' il torpore delle membra schiacciate dalla troppa sabbia riversa nella clessidra.

Fuori tempo massimo. Ancora.

Nelle orecchie il ticchettio aspro delle lancette che sbucciano i minuti come la scorza di un'arancia, opportunità che si riducono invecchiando, consumate.
Questo dicono significhi.

Ma qual è il limite?
In cosa si misura una vita? Davvero in anni?
In cose fatte forse? Sigarette fumate, libri letti, addii pronunciati?
Magari in parole scritte o in suoi sorrisi.

Perché da sempre ci confrontiamo con ciò che manca, smarriti alla ricerca di traguardi che abbiamo superato senza accorgecene o da cui siamo stati superati.

Torschlusspanik. Perché ci piace sentire sul palato il gusto delle cose difficili.

4.5.12

La favola di Adamo ed Eva


E' che uno guarda una cosa per anni e non ci fa mai caso.
Cioè, ma l'avete mai notato voi che nelle rappresentazioni di Adamo ed Eva c'è sempre qualcosa di ridicolo?
Come se non bastasse 'sta cosa che sei nel Paradiso Terrestre (MI)* mangi una mela e subito vengono a prenderti a manganellate manco fossi un black bloc e ti imbarcano seduta stante con in mano il foglio d'estradizione.

* Cit. Davide La Rosa

Una breve ma intensa carellata:

Hugo van der Goes
A: Scusa, ma non avevamo detto serpente?  E: Lo sai che mi fanno impressione, ho messo un capottino allo schnauzer


Tiziano
A: Guarda un visitors!  E: Ancora 'sta scusa del visitors per potermi toccare una tetta! Ada', siamo senza peccato ma che te frega...

Menabuoi
A: Eva, ammore prendiamo le distanze da questi cafoni... Questi vestiti fashion fatti coi sacchetti della Melinda ci sono costati l'ira di Dio e 'sti buzzurri non li apprezzano  E: Il diavolo veste Melinda

Masolino
A: Eva, pss, Eva, fa' finta di niente... Lo vedi anche tu il serpente a forma di Nino d'Angelo dietro di noi?  E: Fingiamo nonchalance...

Guariento di Arpo
A: Masturbaché? Ma ti pare? Da quando hai sostituito le banane con le mele andiamo sempre a letto presto  E: Giuro!

Domenichino
A: Mela? Nun ci stà nisciuna mela accà signò... Vabbuò, iamme ià, frà. Puosso forse ammentà? Guarda che faccetta onesta, che pare 'a Maronna do' Carmine...

Michelangelo
A: Eva, lascia stare il serpente girati di qua! (Vai che ci scappa il primo pompino dell'umanità! Un piccolo passo per l'uomo...)