ovvero l'imprescindibile necessità di scrivere qualcosa (nell'attesa di una buona idea)
e comunque questo blog si sarebbe dovuto chiamare "dalla Parte di Topper Harley"
13.7.11
S. di Gipi - ovvero il secchio di pesci grossi
Gipi si chiama Gian Alfonso Paciotti, e io mi sono reso conto solo ora mentre lo scrivevo che Gi Pi sono le sue iniziali.
Ennesima dimostrazione del fatto che io Gipi l'ho sempre guardato distrattamente, sfogliando quelle pagine ruvide e livide sempre al momento sbagliato.
Poi capita che mi regalino S. e d'improvviso mi ritrovo nel momento giusto, con il silenzio giusto, l'afa che si aggrappa ai balconi, le luci dei lampioni che bussano alla finestra spalancata della camera e il libro che tieni sopra la testa per non farti abbagliare dalla lampadina...
E in quel momento giusto il libro ti dà tutto sé stesso.
Perché Gipi sa raccontare. Parla nascosto dietro al paravento della propria anima, confondendoti, in equilibrio precario tra l'invenzione e il ricordo.
Gipi è il nostro S. .
La persona che ci piace ascoltare, le parole a cui ci affidiamo incondizionatamente. Con la speranza luccicante dei bambini crediamo alla sua storia, pienamente, teneramente.
L'autore parla tra sé e sé, alzando gli occhi ogni tanto per vedere se ci siamo, sincerarsi di come siamo aggrappati al racconto, e nella luce che scorgiamo nel suo sguardo capiamo che crede davvero a ciò che dice. E questo ci rassicura.
Poco importa se ogni tanto il pensiero laterale si accorge di qualcosa che non quadra, piccoli indizi disseminati tra le dune sabbiose del sentire. Poco importa, davvero.
In quei disegni taglienti, le tinte impalpabili, la grafia nervosa, c'è tutto l'autore.
Non riusciamo mai a immedesimarci perché quella è la sua storia, mai generica, mai universale, ma sua.
Ogni particolare è personale, intimo, privato. E lui ce lo racconta, come se fosse una preghiera, come se dovesse espiarla quella troppa vita.
Così arrivi all'ultima pagina chiedendoti cosa ci sia di vero, quanto ti abbia ingannato quella storia cosi crudelmente lieve. Ma è solo un pensiero fugace, in realtà non te ne importa davvero, ritorni sulle tavole e, sparendo nel fumo di quei ricordi imperfetti, ti accoccoli su quell'apparente imbroglio e lo reclami nuovamente.
Ah, il titolo del post è un riferimento a Big Fish. Non che c'entri, ma un po' l'ho pensato.
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Altro autore che dovrei recuperare ben al di là delle sue azzeccate apparizioni satiriche sul compianto settimanale Cuore...se non sbaglio Gipi è stato pure ospite alla San Diego Comic Con del 2008, e non è che da quelle parti di italiani se ne vedano a frotte ( al momento mi vengono in mente solo Manara e David Messina )...
RispondiEliminaLMVDM è ancora lì da qualche parte e non l'ho mai finito... questi due invece sono stati una piacevole sorpresa
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