ovvero l'imprescindibile necessità di scrivere qualcosa (nell'attesa di una buona idea)
e comunque questo blog si sarebbe dovuto chiamare "dalla Parte di Topper Harley"
4.7.11
Julia n.154 - ovvero règia regìa
Mi sarebbe piaciuto iniziare questo post dicendo: di Berardi ho già parlato qui, qui e anche qui.
Ma questo blog ha 5 giorni di vita e, pur essendo il mio Quantum Leap personale, si prefigge di riportare alla luce ciò che è realmente stato, mica può inventarsi una recensione che non è mai avvenuta.
Comunque, se mai un tempo mi fosse venuta voglia di scrivere di Julia, una cosa l'avrei detta di sicuro: la qualità delle storie è sempre soddisfacente. Il lavoro che riesce a fare Berardi, magari partendo anche da delle idee che possono risultare striminzite o già percorse o talmente ovvie da risultare banali, beh, è encomiabile.
Il gioco delle inquadrature, quella regia silenziosa, le prospettive insapettate, si impigliano come ami allo sguardo e ti trascinano lungo il flusso della corrente narrativa. La storia si fa viva e pulsante mentre attraversa gli spazi bianchi tra una vignetta e l'altra, i dettagli, le quinte, i controcampi ti accompagnano dolcemente lungo un sentiero che lo sceneggiatore ha tracciato per noi.
I disegni di Roberto Zaghi inchiostrano con leggerezza quella via. I suoi chiaroscuri, la sua esile Julia e la luce che riesce a trasmettere in ogni tavola, riescono a essere sempre della giusta intensità.
La storia di per sé è forse poco incisiva. L'angoscia che lo stalking e il rapimento dovrebbero comunicarci, non so, sembra quasi che rimanga soffocata dal personaggio dell'avvocato Liam Boulton, mai credibile fino in fondo. Un antagonista irrisolto, senza quello spessore, quella storia, quelle motivazioni che avrebbero contribuito a rendere più realistica tutta la vicenda, che, nella sua soluzione mi dà l'impressione di una forzatura. Come se la tessera del puzzle fosse stata incastrata di prepotenza per la smania di vederlo concluso.
Anche le interazioni tra i comprimari, seppur divertenti e perfettamente finalizzate alla storia, a volte risentono dell'atmosfera generale. Forse si sente la mancanza di Big Ben..di sicuro non si sente quella della nonna.
Da leggere sotto l'ombrellone.
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L'ho letto anche io, perchè in più di uno mi avete detto bene di Julia. e concordo con la tua analisi, per cui per l'ennesima volta Julia non mi convince. Ma a Berardi si danno mille possibilità, per cui insisto nel cercare di farmelo piacere.
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