5.7.11

Dampyr 136 - ovvero se sono parallele come fanno a incontrarsi?





Attenzione spoiler:
Harlan non muore. Nemmeno Kurjak. Tesla è già non-morta.
Fine spoiler.

Si conclude con questo numero l'avventura dei nostri nella Londra parallela, in un'epoca parallela, con maestri della notte paralleli che subiscono in perpendicolare le interrelazioni tra le due dimensioni.
Boselli tesse con abilità la trama di quest'ultimo episodio, tirando le somme di tutte le storie (parallele) aperte nei precedenti albi. Lo fa dando spazio a tutti gli attori di questa rappresentazione, ripescandoli dagli angoli in cui erano stati abbandonati durante il tragitto. Lo sceneggiatore è un caronte che ci traghetta sul fiume inquieto di questo "Harlan contro Draka". Titolo bruttino n'est pas?

Questo Dampyr è denso, ricco, corposo.
Questo Dampyr è soprattutto verboso. Tante parole. Discorsi straripanti.
Mai didascalici. Sempre ben scritti. Ma tanti. Davvero.

Ogni tanto l'istinto di saltare qualche dialogo c'è, magari di lasciarsi trascinare dal flusso dei disegni per intuire comunque il procedere, lo stringersi delle corde su un ring con tre protagonisti: Harlan, Draka e Lord Mardsen.


Ma non saranno le parole a risolvere questa lotta a tre. Il finale verrà scritto col sangue del Dampyr, ma quale sarà il foglio su cui Harlan vergherà col suo dolore la parola fine? E da che dimensione arriverà?


Arrivato alla conclusione, la sensazione è quella di angustia, di incompletezza, come se si sentisse il bisogno di qualche pagina in più. Per diluire qualche spiegazione magari, ma forse di parole ne erano già state dette troppe...

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