Certi sentieri non hanno un percorso predeterminato.
Mutano.
Si lasciano trasportare dal caso più che dall'esigenza, modificano il proprio senso in funzione di un tentativo più che di un'occasione.
Sono ipotesi, prove, abbandoni.
Certi sentieri non ti portano a niente. Eppure a ogni niente ti illudono di essere arrivato da qualche parte.
Fuggono sia dai sogni che dalle concretezze. Sono altro. Altro rispetto alla fatalità, al destino, al calcolo, alla programmazione. Altro anche rispetto alle fortune, agli sbagli, alle coincidenze.
Non è una questione di soddisfazione, si badi, ma solo l'ipnotico perdersi tra le dinamiche di un'arnia, nei giri turbinosi di una foglia nella corrente, nelle linee incise sulla retina dalle miodesopsie.
C'è tutto un mondo lì fuori, qui fuori, che è stritolato da sentieri che portano verso le cose che non ho fatto.
Radici di baobab a soffocare B612.
Pare che il duemiladodici sia finito. Oggi.
Sono arrivato tardi, troppo anche per me.
Di quel che avrei voluto dire, o meglio scrivere che io non parlo, si è affossato tutto nella testa. Come le macchine ferme sul ciglio del fosso immerse nella nebbia. E preme. Preme senza sapere da dove uscire.
Non ho fatto:
- un post sulla Profezia dell'Armadillo
- un post su quanto sia ridicola la colazione a letto che ti mostrano nei film in confronto a cosa accade nella realtà
- un post su quanto figa sia Julie Andrews in Mary Poppins
- un post sul fatto che agli esami di quinta elementare ho portato una ricerca sull'ornitorinco
- un post sull'ornitorinco che faccia rosicare sia i creazionisti che gli evoluzionisti
- un post sulla prima fiaba di Andersen
- un post su Gesù che se fosse vivo sarebbe su facebook (e sarebbe vecchissimo)
- un post per spiegare che Giuseppe non sono io
- un post su quanto buono venga il tiramisu usando il caffè al ginseng e il Vov
- un post sui migliori fumetti che ho letto in quest'anno, divisi per categorie
- un post in cui dico chi sono
- un post che s'intitola Cadaveri e Papere
- un post su 'sta cazzo di echidna che se no pensano che Giuseppe sono io
- un post come quello degli animali rari però con le temibili frequentatrici di questo blog che sono ancora più rare
- un post sull'Orso Atomico
- un post su come si sta
- un post con le trasmissioni tarocche di Real Time, tipo il re delle trote e cugine da incubo
- un post in cui parlo bene di qualcuno
- un post sulla cucina con gli avanzi
- un post su quella volta (la scorsa settimana) che c'era all'Auchan il Ken T.V.B. Fidanzato Perfetto e a un certo punto ha cominciato a ripetere 'Barbie sono gay!'. Tutta la scaffalatura.
- un post sul primo ricordo che ho
- un post su come ci si possa innamorare di una sconosciuta vista sull'autobus
- un post sul giorno che ho smesso di sognare
- un post sui mignoli
- un post sulla copertina giapponese de I Pilastri della Terra
- un post su quando ci si toglie gli occhiali per sfumare lo sfondo dietro a degli occhi verdi
- un post, il terzo, sui telefoni usati da Nathan Never
- un post su quando piove a Cùcuta
- un post su Santorini
- un post sugli anticipi
- un post su come non sia servito a niente
-
- un post su una cosa su cui mi hanno detto di scrivere un post
- un post a scelta tra chi lo richiede entro domani
Ecco, ci sono sentieri che non necessitano di avere una meta, forse nemmeno una partenza.
Ci sono.
E non ha senso percorrerli, per questo ci sono. Per obnubilare la mente, fingere, farti credere di arrivare.
Ci sono sentieri che si perdono nel nulla.
Se mi cercate io passo per di lì.
[Niente, è finito anche quest'anno. L'inizio incombe, scrivevo la volta scorsa (cazzo, c'è anche una volta scorsa, questa costanza mi ucciderà), e continua a incombere.
Forse ci sarebbero delle cose da dire. No, nulla di serio.
Comunque non ho voglia di farvi gli auguri, cercateveli, tanto qui più o meno ci sono. E poi non servono.
Può essere che ci sia anche l'anno prossimo. Io dico. L'anno prossimo ci sarà di sicuro. L'italiano è lingua ambigua.
(non mandatemi foto di tette)]