10.12.12

L'odore del sangue rappreso


Dicono che passerà.
Che non è questo ancora lo stare male. Dicono che bisogna aspettare.


(post che avrei dovuto scrivere il 16.11.1989)

Però intanto la bici si è incastrata in posa innaturale lungo il declivio del fossato, la ruota anteriore non si è ancora fermata. Per almeno tre quarti di giro pizzica la dinamo, non saprei dare un nome a quel ronzio deforme, ma la luce del fanale mi punta, va e viene, va e viene.
È alfabeto morse, penso. Linea, punto, punto, linea. Va e viene. Ma non mi parla.

Non lo so l'alfabeto morse.

Dio se fa freddo. La lieve foschia della notte al contatto con i fili d'erba già si  tramuta in brina.
E guardo quella lampadina agonizzante che lentamente muore, fioca. Va e viene. Va. Poi si spegne.

Era l'unica luce, me ne rendo conto solo ora.
Non c'è luna stasera.

La luna non mi serve, non con questi occhi almeno.
Miope.
Dice che è la crescita, che l'occhio si schiaccia e non mette a fuoco.
E la luna non mi serve più. È solo una sagoma senza contorno.

Ma cos'è successo?
Cazzo!

A me sembrava un'oca. Ma con questo freddo, non so.
Caduto.
Ho pensato al muro, ai colori, mentre aspettavo lo spigoloso scivolare della ghiaia sul palmo della mano.
Solo una, sinistra.

C'era quel ragazzo che piangeva, ieri. Poi le ruspe.
Mai un rumore però, non in tv.
Ed è caduto.

Forse un'oca. Forse il buio.

Fa freddo.
Pure il tempo di pensare è passato. Mi lecco un ginocchio, quasi non c'è sangue.

Quasi, ma è solo il freddo.
Ora esce. Riempie dapprima le grinze della pelle, come l'acqua che sale dalla sabbia. Poi inizia a colare.
Denso e scuro.

Sa di ferro, penso.
Poi lo copro con la neve. Non l'ho detto, ma c'è la neve.

Un pavone urla nascosto dietro alla linea dell'orizzonte.
(Paupula, il pavone paupula. Mai che mi ricordi le cose quando servono!)

E me ne sto lì, a contare i brividi che s'infilano lungo la striscia scoperta di schiena, le ginocchia sotto al mento e nelle narici l'odore del sangue.
Penso a quante volte capiterà, quante ancora starò seduto lì, col gelo che invade il respiro, a chiedermi del perché son caduto.
Quante volte l'odore della terra si confonderà con quello del sangue rappreso.

Quanto vivrò ancora.

?

(fine del post che avrei dovuto scrivere il 16.11.1989)

Dicono che passerà.
Che quando si sanguina non è niente. Che è altro il dolore.

Dicono che passerà.




4 commenti:

  1. Cos'è che dicono sia il dolore? Quelli lì.

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    1. il dolore è quando ti portano la pizza bruciata sul fondo

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  2. rispetto il tuo dolore, passato o presente che sia, ma, benché si veda malissimo, sento il dovere di linkare questo

    run as fast as you can!

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    1. comincio a capire tante cose della scuola italiana...

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È l'ultima cosa che potrete dire in questo posto. Pensateci bene prima di scrivere le solite cazzate...