2.11.11

Come crescere un robottone felice (ed evitare di distruggere il mondo) - ovvero nell'insalata di matematica ci metti l'acetato?

Allora, prendiamo il concetto di lapbook e mischiamolo con quello di tesseract,  aggiungiamo una melanconica spruzzatina di anni '80, farciamo il tutto con un pizzico di parodia e serviamo accompagnato dal sano entusiasmo di un collettivo di giovani autori. Il risultato ottenuto è il pregevole "Come crescere un robottone felice etc etc etc".

Diciamo subito che è il libro che, se non mi fossi già comprato, mi sarebbe piaciuto ricevere per Natale, o per il compleanno, o per Halloween, o per qualunque altra festa comandata e non, compresa la Festa del grazie.

Perché?

Perché colma finalmente quel vuoto piovoso che mi portavo dentro da certi pomeriggi invernali di trent'anni fa, quando, disteso sul pavimento con i calzettoni di lana grossa, rimettevo in scena l'urlante ed epica tragedia di quegli eroi combattuti, condannati alla costrizione morale di dover proteggere il destino del Giappone, probabilmente senza averne nessuna voglia. Perché l'idea che sta alla base di questo progetto (chiamiamolo così, ché libro è restrittivo) attinge proprio da quei momenti e mette a disposizione, sotto forma di oggetto cartaceo, tutto l'occorrente di cui, traviati dalle pubblicità su Topolino e dai jingle su JuniorTv, avremmo avuto bisogno in quei momenti: robottoni da assemblare, pop-up, oggetti da svelare nel rosso dell'acetato, pagine che sia aprono e si aprono e si aprono che poi non sei più capace di richiuderle. Insomma, mancano soltanto qualche immagine lenticolare e la pagina dei trasferelli.

Ma per capire bene qual è il lavoro che è stato fatto, eccovi il video:


Non cercate una storia, perché non c'é.
Quel che hanno prodotto i ragazzi del collettivo Dr.Ink è un manuale: la guida illustrata per crescere al meglio il nostro amico metallico.
Ed è proprio nella forma scelta che a volte il meccanismo del meravigliare s'inceppa. Perché sotto certi suoi aspetti il libro è presentato appunto come un'insalata. L'eterogeneità del materiale proposto, a mio avviso, necessitava di un filo conduttore più marcato, una revisore globale che individuasse una linea da seguire, così da unire in modo più armonico le differenti sezioni e soprattutto che revisionasse e riadattasse la parte dei testi, che a conti fatti risulta la più debole di tutta l'opera, andando in alcune occasioni a penalizzare il lavoro fatto sui disegni.

Nel complesso comunque il risultato di questa collaborazione è eccellente!
La cura con cui il libro è stato realizzato, la qualità della maggior parte dei suoi contenuti, l'originalità dell'idea e soprattutto la dedizione e la professionalità con cui è stata realizzata, sono sicuramente la riprova che talento e tenacia sono davvero le chiavi per ottenere, se non fama e successo, quantomeno il riconoscimento della bravura.

Quindi, in definitiva, che cos'è C.C.U.R.F.E.E.D.D.I.M.?
E' un elaborato, meraviglioso, divertente biglietto da visita.
Di quelli che tiri fuori dal taschino con soddisfazione anticipando nel sorriso la reazione di chi hai di fronte. Ecco, quel che hanno realizzato i Dr.Ink è proprio questo, hanno riversato idee e talento in un fogliettino di carta che nel vortice dell'estro creativo si è ingrandito, evoluto, ampliato, esondando in un oggetto che sotto certi aspetti è maestoso e ambizioso, ma che mantiene in sé l'origine primaria, la scintilla iniziale, il farsi conoscere, il presentarsi, il dire "siamo noi e sappiamo fare questo".

E lo sanno fare bene.



Che poi ho passato due giorni a chiedermi dov'è che avevo già conosciuto Tram. Adesso mi è venuto in mente.

3 commenti:

  1. e, di grazia, dov'è che m'avevi visto? :D

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  2. Ehi, ciao... intanto ti rinnovo i complimenti (anche agli altri) mi ha proprio divertito il vostro lavoro.

    Comunque, pur non essendo in grado di ricordarmi le coordinate precise, sono sicuro che una sera di non so quanti anni fa ci abbia presentati il Gab, Clotz, Ciolli, l'uomo dai mille nomi. So che al tempo mi aveva parlato di Giast, poi non mi ricordo più niente. Ah forse era al Fahrenheit (sì, ho messo delle acca a caso) quando ha presentato il corto che aveva fatto.. o forse no, non so, boh, però ti ricordavo

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  3. ah :D ma và...il caro vecchio Gab :)

    grazie mille per la recensione e i complimenti!

    passeremo da Padova tra qualche tempo, tieni d'occhio il sito

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