23.11.11

Paaa Paaaa PaPaaaa tantantantantantan...


Quando Nietzsche scrisse che serve avere un caos dentro di sé per generare una stella danzante, la prima cosa che gli è stata chiesta fu: "scusa Freddy, ma che cazzo vuol dire???" corredato da un profondo "eh?!" a seguito dell'ispirata replica/spiegazione del filosofo.

Al tempo lo scrittore aveva una quarantina d'anni. In quest'istante, mentre sto scrivendo, non ne ho molti di meno. Ho un diploma di ragioneria, qualche esame all'università mai finita, libri appesantiti dalla polvere sul comodino, due gatte pigre, un amministratore di condominio che ieri sera ha detto di voler rinunciare all'incarico (ma non siete voi sono io), una cimice che si affanna testarda a volersi suicidare contro al lampadario da almeno un quarto d'ora, il cd che si è zittito in uno stereo infinitamente distante dal divano in questo momento. Ho un lavoro che non mi sopporta, due telefoni che non si parlano, una libreria di fumetti allineati che conversano con altri, sparsi, irrequieti, disadatti.

Ho quel che sono. C'è tutto me in questa discordanza.
Ho un caos. Un caos dentro. Maestoso a volte, irriverente, sfrontato, irrispettoso.
Ho un caos inespresso, soffocato dal suo stesso squassante disordine.


Ma è un caos che non genera niente!
Nessuna stella che danza. Nessun pliè celeste, nessun timido arabesque da nana bianca, nessun sole che ondeggia à la seconde verso di me.
Non nascono stelle da questo caos, non c'è nulla che balla in questo disordine urlante.

Nietzsche è morto.
E questa è la dimostrazione che se l'è meritato!

Comunque è da quando ho scritto questo che mi gira una storia in testa che fa più o meno così: Gesù si risveglia nel buio denso del sepolcro. Il freddo della roccia lo avvolge e stordito cerca di radunare i pensieri. I ricordi della sera prima si affacciano lenti, mentre gli occhi si stanno abituando a quella livida oscurità. Passerà tre giorni rinchiuso lì dentro. Tre giorni con sé stesso. Tre giorni a sopportare la fame scatenata da quell'ultima cena troppo frugale, tre giorni a ragionare su chi sono gli amici e chi in nemici, tre giorni a bere l'acqua che gocciola dalle pietre , a ripensare a quel tipo nel deserto che voleva fargli trasformare i sassi in pane, a convincersi del come si sia fatto abbindolare dalle persone di cui si fidava, a chiedersi del perché si trovi lì. Cosa non aveva funzionato? Qualcuno verrà a salvarlo? Morirà di stenti? E' già morto e risorto? Perché si trova lì? Come finirà?

Ecco, in quel caos c'ho più o meno tutto in testa. Prima volevo scriverne un racconto, poi la sceneggiatura di un fumetto, poi un corto, poi un altro racconto, e poi, e poi...

Vabbè, per ora l'idea è qui, dov'è giusto che sia: nel nulla senza proprietà del web, a concedersi a chi passa di qui come la più sfacciata delle puttane.



E fanculo a Nietzsche!

3 commenti:

  1. Lasciando da parte la stella danzante di Fred il nichilista, la stella in formazione -nel caos- ce la vedrei invece...semplicemente (o forse no) non ha ancora ben compreso quale possa essere la sua forma definitiva...

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  2. che poi, ma una stella che cosa balla? la mazurka? la polka saltata? 'io ballo da sole'

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  3. Già...ma poi soprattutto con chi balla, con SOLI adulti?

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È l'ultima cosa che potrete dire in questo posto. Pensateci bene prima di scrivere le solite cazzate...