5.10.11

Vuoti


L'ultima volta che ho aperto a caso una pagina di quel libro, parlava di Melpomene.
Oggi parla di Clio.
"Q.C.D.A.S." è un libro che non esiste, così come non esiste ciò di cui parla. Così come non esito io...

"Clio sorrideva nascosta dallo stipite della porta. 
L'espressione massima del suo essere sé stessa era il nascondersi; l'essenza stessa del nostro conoscersi era stata soltanto un gioco di maschere virtuali. 


Il vedersi era stato improvviso e incauto, forzato addirittura. Non come se non dovesse accadere, ma più che altro come se non lo meritassimo: e di questo si alimentava il suo spirito, di quell'insensato abbandonarsi all'inadeguato, quasi fosse il laccio che tratteneva quella maschera incollata al suo viso leggero.
Quello però era il tempo dell'osare, l'allontanarmi dal mio esistere mi aveva conferito una sfacciataggine inconsueta, maledettamente inopportuna eppure talmente irruenta da appagare in quell'impetuosità la mia sopita virilità.

La scorsi da subito dietro le dita intrecciate sul viso, e in quel gesto la salutai ore dopo. La scorsi: era la sua anima. Incantevole miraggio d'insicurezza e lascivia.
Gli occhi sorridevano attraverso gli spiragli concessi da quelle mani morbide, burrose come quelle di un neonato. Quegli sguardi deliziosi filtravano dal loro nascondiglio di timidezza, alla stregua di raggi solari. Mi accecavano in qui brevi attimi in cui riuscivano ad allinearsi coi miei.


Parlava da dietro la tenda del suo incomprendersi. Parole brevi, domande per lo più.
Poche frasi dense d'incredulità. Poi quel divano troppo ampio per la sua immensa anima minuta.


La stanza, pur essendo parzialmente ammobiliata, risuonava spoglia. La casa lasciava tra le labbra il sapore di polvere di un luogo in disuso. L'ho sempre immaginata vuota negli anni a venire.


Mi chiese, non lo disse mai, ma mi chiese di rubare quell'essenza che selvatica spingeva alle pareti interne del suo corpo mellifluo. Come Prometeo ingannare la sua timidezza per carpire il fuoco che ardeva in ogni istante di lei.


Un angelo che non sa volare. Ecco cosa pensai nell'attimo esatto in cui morsi il suo labbro inferiore.
E ancora si nascondeva dietro quelle mani d'avorio.


Le presi tra le mie, per afferrare il suo sguardo e accarezzarlo col palmo. Come fosse la copertina del libro che mi apprestavo a sfogliare.
Sfiorai un sorriso che mi racconto tutto di lei. E desiderai leggere quelle pagine. Scovarle e leggerle, ad alta voce, come a spiegare a lei stessa chi fosse. 

E iniziai a cercare. "

[continua]


Tratto da "Q.C.D.A.S." un libro che neanch'io so come




6 commenti:

  1. no, non credo... ma grazie Isso :)

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  2. Non ti soddisfa?
    Capita pure a me.
    Però è bello veramente... Fidati :)

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  3. no, no, non è il cosa o il come... è più che altro il perché ^_^

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  4. Ah, non mi impiccio!
    :|
    Sorry!

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  5. Isso, non era quello il senso, e mica devi scusarti... ^_^ e poi tu puoi impicciarti quanto vuoi ;)

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È l'ultima cosa che potrete dire in questo posto. Pensateci bene prima di scrivere le solite cazzate...