ovvero l'imprescindibile necessità di scrivere qualcosa (nell'attesa di una buona idea)
e comunque questo blog si sarebbe dovuto chiamare "dalla Parte di Topper Harley"
7.10.11
Oggi non c'è niente da dire.
A voler raccontarla giusta, non che gli altri giorni l'agenda delle cose da scrivere sia più fitta.
Di certo più delle cose da dire, dire a voce dico, che al parlare (a parte quando c'è da fare incazzare qualcuno) ci rinuncio anche volentieri.
[foto di un silenzio]
Comunque direi che blatererò ancora qualche concetto insensato, tanto per immolare un po' di parole sulla pira funebre di questa giornata e vederle ardere, fumare, appassire, sacrificate in nome dell'esigenza di riempire questo bianco.
L'ho fatto bianco il blog, sì. Mi ricordava quei fogli di carta da lettere candida e ruvida che riempivo da adolescente. Diplomatica.
Usavo la stilografica: soddisfava la mia necessità di anticonformismo.
Poi è arrivata la mia penna.
[foto della penna]
Ecco, il giorno in cui mi metterò a usare il blog come se fosse il diario segreto su cui annotare ciò che mi succede, dentro o fuori che sia, beh: sparatemi. Anzi no, faccio io...
(ah, devo postare una cosa che ho trovato su un sito che parla di suicidio, fa addirittura ridere).
Vabbè, era tanto per tirare un po' le somme dopo 15 settimane di esperimento. Parlo come le gestanti sì, per adesso sono ancora alle settimane, poi passerò ai mesi, se arrivo all'anno di vita del blog credo che cambierò il titolo in "quasi provvisorio;"
[foto di una torta di compleanno con una candelina accesa messa di fronte a un computer portatile]
Per ora permango in questa precarietà irregolare, senza un fine, senza una meta, senza una direzione.
Solo partenze, continue, interminate partenze.
[foto precarietà]
Bene, il delirio quotidiano potrebbe anche ritenersi concluso per oggi.
[foto di un suricato che danza su due mele in equilibrio, tendendo tra le mani un cartello con su scritto 'fine post']
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Sei precario anche lavorativamente?
RispondiEliminaNo, perché io potrei scriverci un libro sulla precarietà!
beh, ormai chi non lo è?
RispondiEliminaComunque sì, dopo 11 anni di onorato lavoro dipendente, in un eccesso di incoscienza ho abbandonato il posto fisso per un'eccitante precarietà privata
Quindi io dovrei farmi sparare...
RispondiEliminaViolet, no no la regola vale solo per me...(in realtà conto sul fatto che se dovessi trasformare il blog in un diario si sparerebbero prima i lettori di me e sarei salvo!)... tu continua così invece che mi dai gioia
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