10.10.11

Idee, regalo


[AVVISO: potrei usare dei congiuntivi]

Qualche tempo fa mi capita di imbattermi in questo:
E' Davide La Rosa, uno che firma col cognome prima del nome.
Di Davide ho già parlato ogni tanto (cercatevi il tag che oggi sono pigro), e magari rischierò di dire qualcosa anche dopo. Prima però finisco l'aneddoto.

Dunque, vedo, leggo, rido. "Il tappo sa di tappo", detto da quel che sembra uno scelidosauro, mi fa ridere. Pensate che manco li avevano inventati i tappi al tempo.
Oltre alla risata però c'è qualcos'altro che quell'immagine mi scatena: un dejà-vù!
Io quella cosa del pleonastico come periodo geologico ce l'ho già come concetto.

Penso e ripenso, cerco e ricerco, trovo e ritrovo questo:
Dunque, il 28.11.1996 il giovane Mauro scrive sul suo quadernino quel che il giovane Davide rappresenterà graficamente soltanto il 01.12.2008.
Allora, al di là della coincidenza delle date (che pare che stronzate del genere si pensino meglio a fine novembre-inizio dicembre), e tralasciando che il mio quaderno era in fondo al cassetto di un comodino che stava dentro un baule nella stiva di un veliero ormeggiato nel cratere di un vulcano difeso da un bradipo a due teste calvo, e accantonando anche l'ipotesi che Davide si sia avvalso delle capacità di viaggiare nello spazio-tempo di un fagiano crononauta, spostandosi quindi a ritroso fino ad arrivare all'attimo esatto in cui ho scritto quelle poche righe, e plagiarle.
Ecco, scartando queste seppur plausibili ipotesi, e rischiando di sfregiarci col rasoio di Occam, la conclusione può essere solo una: le idee sono nell'aria.

Tutto può essere pensato e pensabile, quel che conta poi è come quel pensiero si tramuti in azione.
Il dove un'idea venga rappresentata, il come, addirittura il perché, sono elementi distintivi dell'idea stessa.

Cogliere l'attimo non basta, non necessariamente chi arriva per primo vince, spesso sì, ci mancherebbe, ma la vittoria sta più che altro nella scelta del modo più che nell'anticipo del tempo.

Qualche giorno fa pensavo che mi sarebbe piaciuto partire da quest'aneddoto per parlare di Steve Jobs, poi oggi Diego Cajelli esprime qui più o meno lo stesso concetto sulle idee, dice "Una buona idea vale zero, se non si hanno gli strumenti e le capacità per realizzarla.".

Ecco quindi che: esprimo un'idea già detta (che pare che copio), la esprimo come posso ma sicuramente peggio (non fosse che da me c'è il fagiano crononauta), la esprimo in un contesto in cui la sua diffusione è sicuramente più limitata (meno limitata del mio quadernino però).

E tra l'altro non ho parlato né di Steve Jobs né di Davide La Rosa.
Ma seguirà post (su Davide, ché Steve non mi ha mai fatto ridere...).

Comunque, oggi ho imparato che le idee mica ha tanto senso tenersele, che poi va a finire che arriva uno dieci anni dopo di te che pensa quel che ha pensato tu e magari lo realizza anche. (ho imparato anche che le cose perché abbiano successo non basta che siano geniali, serve che siano fatte bene [ma questo mica l'ho imparato davvero]).

Vabbé, vorrà dire che quella storia su Gesù che avevo in mente prima o poi la donerò all'internet, che tanto a me interessano sicuramente di più le idee che non l'avere successo con esse...

Musica.

6 commenti:

  1. Detta anche mente collettiva...Eeehhh Giacobbo insegna!! :D
    Tante sono troiate,ma qualcosa di vero deve pur esserci no?!

    http://www.omegafoundation.net/TERZA-MAPPA-la-tua-vera-Natura/LA-MENTE-COLLETTIVA.html

    RispondiElimina
  2. certo! di vero c'è che sono troiate ;-) ma quando le posti tu sono troiate di classe violet

    RispondiElimina
  3. ERI A ORVIETO A FARE IL MILITE IN QUEI GIORNI. QUESTI ERANO I TUOI PENSIERI?COSA CI METTEVANO NEL RANCIO?

    RispondiElimina
  4. Che gentile... grazieee :-D
    Caspita... è inquietante quella cosa del diario... abbiamo pensato alla stessa cosa senza saperto... solo che tu l'hai pensata più di dieci anni prima.
    Ancora grazie!
    CIAO!!!

    RispondiElimina
  5. come dire che io sono te, ma dieci anni prima... se vuoi ti dico cosa penserai tra dieci anni!

    Grazie a te Davide, mi fai ridere e t'invidio che io non so disegnare male così bene come te!
    Vengo a salutarti a Lucca.

    RispondiElimina

È l'ultima cosa che potrete dire in questo posto. Pensateci bene prima di scrivere le solite cazzate...