8.10.11

Di libertà, slogan e domande retoriche

Quando guido di solito divido in due il cervello come i delfini.
Mi distraggo, amo distrarmi. Eppure percepisco che in sottofondo c'è sempre una parte attenta che conduce il veicolo al di là della mia distraibile volontà.

Esistono però dei momenti in cui queste due anime si accomunano, volgono lo sguardo in una stessa direzione mettendo a fattor comune gli stimoli derivanti da una certa situazione.
Ultimamente mi capita quando, alla mattina, passo di fronte a un cartellone enorme che recita (cioè non è che recita tipo teatro, c'è scritto su insomma..)

E in quel "vuoi difendere la tua libertà?" il pensiero finisce sempre per incespicare.
No, non voglio farne un discorso di partito, fede politica, schieramento: il mio disturbo è puramente semantico, e sarebbe stato identico con qualsiasi altro simbolo sul cartellone.

E' che non mi stanno dicendo "difendi la libertà", ma "difendi la tua libertà", la tua!

Magari è una mia fisima, eppure non riesco a contestualizzare una tale istigazione.
Libertà di essere? Di fare? Di dire?
Cos'ho da difendere e da chi? Ecco, chi è che sta minacciando la mia libertà al punto tale da dover affidare a un movimento politico la delega a difenderla? Cioè, è in discussione la libertà di uno stato e dei suoi cittadini o stiamo parlando della mia? O della tua? E se fosse, dato che mica si dà ma al limite si toglie, chi me la sta togliendo questa benedetta libertà? 

No, perché detta così sembra molto "difendi la tua proprietà". Che, per quanto possa essere lecito, è un'altra cosa.

Bene, sono giunto al termine del ragionamento. Non ho dato risposte, ma evidentemente non le ho, non ho neanche fatto delle domande competenti, ma probabilmente manco servono. Niente.

Mi resta solo 'sta cosa che, se prima di firmare devi leggere sempre fino in fondo, uno slogan prima di assimilarlo definitivamente devi leggerlo più e più volte, affrontarlo, sviscerarlo, capirne lo scopo ancor prima che il significato, diffidarne, e poi magari accettarlo: ma solo con la consapevolezza di ciò che è.

Direi che questa è la libertà di capire.

[sarebbe da inserire "Voglia di gridare" di Silvestri, ma non ho voglia... se non è libertà questa!]

1 commento:

È l'ultima cosa che potrete dire in questo posto. Pensateci bene prima di scrivere le solite cazzate...