23.10.11

Verrà la morte e avrà i tuoi like

Probabilmente non dovrei mettermi a scrivere di questo argomento, ma oggi sono stato a casa da solo, a non fare un cazzo, per tutto il giorno, e ho avuto modo di essere travolto dall'onda anomala di cordoglio che eventi del genere immancabilmente suscitano.

E' morto un ragazzo di ventiquattro anni, tra l'altro è morto facendo il proprio lavoro. Non che la cosa mi sconvolga più dei morti del recente terremoto in Turchia, o dell'ennesimo suicidio alla Foxconn, o del tipo che hanno investito sotto casa mia l'altro giorno, o Zanzotto. Non li conoscevo, non avevo un legame, un'empatia. Erano degli sconosciuti che sono morti, capita, le persone muoiono.

No, non voglio andare a parare lì. La gente ha i propri sentimenti, a volte intimamente individuali, altre volte smaccatamente collettivi, veri, falsi, sentiti, ipocriti, ce li ha.
E li manifesta come crede, magari si può criticare il metodo, addirittura il contenuto a volte, ma quel che resta è che è insita nella società un'esigenza di addolorarsi, l'innato bisogno di sentirsi partecipi.

Naturalmente la costante interconnessione digitale diffusasi negli ultimi anni ha sicuramente contribuito ad agevolare questa peculiarità umana. Scrivere un commento su facebook è facile, più che inviare un telegramma, più che prendere la macchina per recarsi in un luogo, più che portare un fiore sulla tomba. Eppure ha assunto ormai la stessa valenza.

Aggiungersi a una pagina Facebook, accendere una candela di fronte a Buckingham Palace, lasciare una mela morsicata davanti a un Apple Store, sono gesti che derivano dalla stessa matrice e subiscono l'effetto valanga tipico di tali manifestazioni.

Tra l'altro sono arrivato fin qui senza esprimermi sul fatto che sia giusto o sbagliato, ammirevole, ipocrita, vergognoso, lodevole, scandaloso, umano o checcazzo ne so. Non mi interessa esprimere un giudizio sulla cosa sinceramente.
Posto che, mi fa quantomeno sorridere che ci sia sempre qualcuno pronto col ditino per essere il primo che aggiorna la data di morte su wikipedia, che apre una pagina facebook, che scrive il suo commento da qualche parte.

Mi viene da pensare quasi che il famoso quanto d'ora di celebrità ce lo si stia prendendo a piccole dosi, a istanti digitati su qualche bacheca, secondi strisciati sul muro di qualche sito.
Mi viene da pensare anche che se stimiamo una persona, la amiamo, ci fa impazzire e siamo sempre con lei, forse dovremmo dirglielo finché è in vita, cogliere quell'attimo e abbandonare al suo esistere i nostri pensieri.
Farlo post-mortem a chi cazzo serve?

Eppure oggi mi sono appassionato nel monitorare questo






Non che significhi niente, per carità. Anzi, ribadisco, ognuno ha il diritto/dovere di esprimere ciò che sente nell'attimo esatto in cui lo sente, ecco sì, forse è proprio questo che non mi torna.

Sia chiaro, per me scrivere 'Sic, sono sempre i migliori che se ne vanno', o costruire una piramide, o recitare l'eterno riposo, pari sono.

(apro una parentesi: anche i peggiori se ne vanno, anzi statisticamente, visto che siamo circondati da teste di cazzo, sono proprio i peggiori che se ne vanno più spesso, è che non ce ne frega un cazzo e intimamente ce ne rallegriamo. E aggiungo anche qualcosa per il 'non è giusto': tralasciando il caso specifico, ché se vai su una roba a due ruote ai 300 all'ora l'ipotesi che tu possa morirne non è così remota [se io che sto 10 ore al giorno in ufficio morissi soffocato dal filo del mouse cadendo dalla sedia svedese, cazzo, quello non sarebbe giusto], dicevo, tralasciando il caso specifico, quando cazzo è che è giusto morire a 'sto punto? Si muore, fa schifo, non vorremmo, ma si muore, in tanti modi. Chi rimane ne soffre, si dispera, muore a sua volta, ma non ci vedo proprio niente di non giusto, no perché il giusto cosa sarebbe allora?... vabbè, chiusa parentesi).

Mi sono perso, non lo so cosa volevo dire, ah, sì, lungi dal giudicare mi ritrovo incuriosito.
Incuriosito da tutto questo vociare, questo dover esserci, dirlo, dirlo a tutti.
Già, a chi stanno scrivendo? A chi lo dicono?

Se la necessità è quella di comunicare con il caro estinto perché non scrivergli un messaggio privato?
A lui arriverà nell'identico modo, i parenti probabilmente potranno accedere alla pagina e troveranno conforto in tale manifestazione d'affetto, non muterà lo status quo delle cose e non avremo mostrato a centinaia di migliaia di persone di non essere capaci di scrivere due righe in italiano corretto.

Vabbé, più rotolo verso la fine del post più mi accorgo di quanto inesorabilmente si stia spostando verso il basso.
Mi fermo. Ma ci ritornerò.

Spero.

P.s. Se improrogabilmente non dov'essi ritornarci, il primo che sciverà R.I.P. sulla mia bacheca di Facebook, è una testa di cazzo!

11 commenti:

  1. 'Non è giusto' forse perchè aveva 24 anni ed era stato incitato dai genitori consci del rischio che correva ma che han fatto spallucce di fronte alle prospettive di fama, soldi ecc. Da quanto ho letto il padre chiuse l'attività per poter seguire la sua carriera...
    Dove prima si piangeva sulla copia del disco comprato post-mortem ora è facebook a piangere per noi. Non so chi ringraziare per aver avuto la forza di togliermi. Perchè è questione di "forza" non di "realizzazione della banalità della cosa".
    A chi lo dicono... non certo al fresco estinto ma a loro stessi, partecipano al dolore celando il fatto di essere rimasti indifferenti a notizie del genere. Purtroppo non saranno gli ultimi a digitare un ti voglio bene freddo e insensato quando dall'altra parte non c'è nessuno a replicare.

    RispondiElimina
  2. @Amore Io a dire il vero no, tendo a essere polemico anche con me stesso e in qualcosa tenderei a contraddirmi...

    @Adepta Il punto è: giusto rispetto a cosa? a quale regola, legge naturale, dovere, sentire?
    La gente piange, e fa bene, ma che il cordoglio sia diventato contagioso come gli sbadigli, beh, quello mi fa strano...
    E di ti voglio bene arrivati fuori tempo massimo è pieno il mondo, e manco serve scomodare i morti...

    RispondiElimina
  3. Per non parlare, Mauro, dell'insopportabile retorica tirata in ballo ogni volta (ANCHE con Simoncelli) del tipo "era così pieno -o piena- di voglia di vivere, aiutava tutti, sempre con il sorriso sulle labbra ecc.ecc." dal che si deduce che un depresso (o peggio, magari anche perchè quel "ti voglio bene" che meritava in vita non l'ha sentito una cazzo di volta che fosse una) può pure crepare tranquillamente, è quasi "giusto"...tanto poi il cordoglio postumo sulla paginetta di Facebook non glielo nega nessuno, sempre che ci sia una sua pagina dove qualche stronzo/a possa dirgli DOPO che meravigliosa persona fosse, quanto avrebbe dovuto stargli vicino...forse ho banalizzato un tantino la questione, ma purtroppo è una cosa non ha mai smesso di farmi girare i coglioni.

    RispondiElimina
  4. @Giuseppe Coi riassunti spesso si rischia di includere troppo in un concetto di per sé misero. L'affetto, il cordoglio, l'empatia possono essere sinceri anche quando il livello di conoscenza della persona scomparsa è minimale se non nullo, e ci mancherebbe.
    Comunque 'sta cosa che a tutti venga in mente di manifestarti la propria ammirazione dopo che sei morto la troverei fastidiosa, se fossi il defunto.

    Fortunatamente, semmai qualcuno avrà l'ardore di rivolgere una tale retorica nei miei confronti, sarò già bello che morto! ^_^

    Comunque da me si dice:
    Coi nase tuti bei, coi se sposa tuti siori, coi more tuti boni.

    RispondiElimina
  5. Perle di saggezza popolare...conosco un po' la lingua ;) Poi è ovvio che i sentimenti in questo e altri casi possano anche essere sinceri, fanpage o meno...in fin dei conti Simoncelli ci ha lasciato la pelle a poco più di vent'anni, il che non credo possa lasciare indifferenti (al di là di confronti, parentele strette o paragoni), o perlomeno non ha lasciato indifferente me. Forse non traspariva molto nella mia sintesi incazzosa, ma è così...

    RispondiElimina
  6. Ma, ma questo post è fantasticooo!:)
    Mi era già piaciuto dal titolo...
    Comunque a differenza tua io un piccolo giudizio lo azzarderei: si chiamano I-P-O-C-R-I-T-I.

    RispondiElimina
  7. @Orsa Troppo buona...

    Ma sai, non trovo sia neanche questione di ipocrisia, insomma, l'ipocrita lo vedo cosciente del proprio atteggiamento, qui invece mi pare che l'abitudine conformista a un certo modo di fare prevalga addirittura sulle coscienze

    RispondiElimina
  8. Cazzo ma allora non sei così scemo!

    (volevo evitare di sembrare troppo buona) :)

    RispondiElimina
  9. in effetti non sono così scemo, lo sono di più

    RispondiElimina
  10. In tal caso ripasserò volentieri da qui :)

    RispondiElimina

È l'ultima cosa che potrete dire in questo posto. Pensateci bene prima di scrivere le solite cazzate...