Probabilmente non dovrei mettermi a scrivere di questo argomento, ma oggi sono stato a casa da solo, a non fare un cazzo, per tutto il giorno, e ho avuto modo di essere travolto dall'onda anomala di cordoglio che eventi del genere immancabilmente suscitano.
E' morto un ragazzo di ventiquattro anni, tra l'altro è morto facendo il proprio lavoro. Non che la cosa mi sconvolga più dei morti del recente terremoto in Turchia, o dell'ennesimo suicidio alla Foxconn, o del tipo che hanno investito sotto casa mia l'altro giorno, o Zanzotto. Non li conoscevo, non avevo un legame, un'empatia. Erano degli sconosciuti che sono morti, capita, le persone muoiono.
No, non voglio andare a parare lì. La gente ha i propri sentimenti, a volte intimamente individuali, altre volte smaccatamente collettivi, veri, falsi, sentiti, ipocriti, ce li ha.
E li manifesta come crede, magari si può criticare il metodo, addirittura il contenuto a volte, ma quel che resta è che è insita nella società un'esigenza di addolorarsi, l'innato bisogno di sentirsi partecipi.
Naturalmente la costante interconnessione digitale diffusasi negli ultimi anni ha sicuramente contribuito ad agevolare questa peculiarità umana. Scrivere un commento su facebook è facile, più che inviare un telegramma, più che prendere la macchina per recarsi in un luogo, più che portare un fiore sulla tomba. Eppure ha assunto ormai la stessa valenza.
Aggiungersi a una pagina Facebook, accendere una candela di fronte a Buckingham Palace, lasciare una mela morsicata davanti a un Apple Store, sono gesti che derivano dalla stessa matrice e subiscono l'effetto valanga tipico di tali manifestazioni.
Tra l'altro sono arrivato fin qui senza esprimermi sul fatto che sia giusto o sbagliato, ammirevole, ipocrita, vergognoso, lodevole, scandaloso, umano o checcazzo ne so. Non mi interessa esprimere un giudizio sulla cosa sinceramente.
Posto che, mi fa quantomeno sorridere che ci sia sempre qualcuno pronto col ditino per essere il primo che aggiorna la data di morte su wikipedia, che apre una pagina facebook, che scrive il suo commento da qualche parte.
Mi viene da pensare quasi che il famoso quanto d'ora di celebrità ce lo si stia prendendo a piccole dosi, a istanti digitati su qualche bacheca, secondi strisciati sul muro di qualche sito.
Mi viene da pensare anche che se stimiamo una persona, la amiamo, ci fa impazzire e siamo sempre con lei, forse dovremmo dirglielo finché è in vita, cogliere quell'attimo e abbandonare al suo esistere i nostri pensieri.
Farlo post-mortem a chi cazzo serve?
Eppure oggi mi sono appassionato nel monitorare questo
Non che significhi niente, per carità. Anzi, ribadisco, ognuno ha il diritto/dovere di esprimere ciò che sente nell'attimo esatto in cui lo sente, ecco sì, forse è proprio questo che non mi torna.
Sia chiaro, per me scrivere 'Sic, sono sempre i migliori che se ne vanno', o costruire una piramide, o recitare l'
eterno riposo, pari sono.
(apro una parentesi: anche i peggiori se ne vanno, anzi statisticamente, visto che siamo circondati da teste di cazzo, sono proprio i peggiori che se ne vanno più spesso, è che non ce ne frega un cazzo e intimamente ce ne rallegriamo. E aggiungo anche qualcosa per il 'non è giusto': tralasciando il caso specifico, ché se vai su una roba a due ruote ai 300 all'ora l'ipotesi che tu possa morirne non è così remota [se io che sto 10 ore al giorno in ufficio morissi soffocato dal filo del mouse cadendo dalla sedia svedese, cazzo, quello non sarebbe giusto], dicevo, tralasciando il caso specifico, quando cazzo è che è giusto morire a 'sto punto? Si muore, fa schifo, non vorremmo, ma si muore, in tanti modi. Chi rimane ne soffre, si dispera, muore a sua volta, ma non ci vedo proprio niente di non giusto, no perché il giusto cosa sarebbe allora?... vabbè, chiusa parentesi).
Mi sono perso, non lo so cosa volevo dire, ah, sì, lungi dal giudicare mi ritrovo incuriosito.
Incuriosito da tutto questo vociare, questo dover esserci, dirlo, dirlo a tutti.
Già, a chi stanno scrivendo? A chi lo dicono?
Se la necessità è quella di comunicare con il caro estinto perché non scrivergli un messaggio privato?
A lui arriverà nell'identico modo, i parenti probabilmente potranno accedere alla pagina e troveranno conforto in tale manifestazione d'affetto, non muterà lo status quo delle cose e non avremo mostrato a centinaia di migliaia di persone di non essere capaci di scrivere due righe in italiano corretto.
Vabbé, più rotolo verso la fine del post più mi accorgo di quanto inesorabilmente si stia spostando verso il basso.
Mi fermo. Ma ci ritornerò.
Spero.
P.s. Se improrogabilmente non dov'essi ritornarci, il primo che sciverà R.I.P. sulla mia bacheca di Facebook, è una testa di cazzo!