28.9.11

Un giorno da Pecorino


Ci sono giorni in cui prendersi sul serio proprio non conviene.
Eppure è con serietà che scrivo queste righe.

Di Pecorino credo di averne già parlato da qualche parte in questo blog.
E' il personaggio di un fumetto. L'intuizione goliardica del Giack, padre padrone di quell'entità fumettistica che, pur nella sua irreale irrealtà, si proietta come un proiettile attraverso la nostra reale realtà.


Pecorino nasce, probabilmente, come presa in giro del "mondo Disney", l'esasperazione della sfortunata quotidianità di un empatico Paperino, quello che fa simpatia pur incarnando i vizi contro cui generalmente ci lamentiamo: la pigrizia, l'inoperosità, il nepotismo, l'incompetenza...

Nella sua tragica riproposizione però Pecorino va oltre, si spoglia di quei difetti per presentarsi a noi puro, ingenuo, vittima innocente (un agnello sacrificale, appunto) delle proprie azioni, azioni tanto normali quanto sconsiderate. E' proprio in questo passaggio che Pecorino diventa 'NOI'. Noi lamentosi, sfortunati, irrecuperabili, rassegnati. E nella rappresentazione della sua realtà scorgiamo la nostra: l'affidarsi a un mondo che si rivela sempre e comunque ostile, il credere, l'imbonire, il tradimento perpetrato da chi più ci è vicino.


Perché l'epilogo è sempre lo stesso, qualunque sia la narrazione, la storia, la vita, finisce sempre così: Pecorino la prende sistematicamente in culo!
Ed è proprio il sistema, quello della politica che a crederci o non crederci, quello dell'economia che a crederci o non crederci, quello della società che a crederci o non crederci, insomma quello di NOI che a crederci o non crederci, a fare o non fare, dire o non dire, alla fine tocca che la si prende in culo (rimango nel metaforico naturalmente).

Ecco Pecorino è questo, o almeno questo è quello che ho pensato quando l'ho letto per la prima volta.
E a farci un pensiero serio mi sembra un personaggio così malinconico.

Così malinconico appunto che ho pensato che non merita una redenzione, una riscossa, una via di fuga.
Appunto perché è l'incarnazione di quello spirito imperterrito e cocciuto che continua ritornare, a vivere, a insistere, a lamentarsi anche, ma senza poi cambiare nulla di ciò che è e ciò che fa.

Non ho voluto dare scampo al nostro eroe nemmeno in un mondo di fantasia, e ringrazio Il Giack che me l'ha permesso e soprattutto che ha disegnato e inchiostrato in modo splendido quel che mi è passato per la testa in quel momento.
Il senso di tutto, a parte che a me fa ridere e questo mi basta, credo di averlo già spiegato qua sopra, quindi se siete arrivati qui lo sapete già.
Quindi Pecorino contro Harry Potter Fotter, il reietto contro l'eletto, perdente e vincitore che per un istante si confondono, ma è solo illusione: perché Pecorino perde anche quando è vincente. E vabbè, lo so che così vi ho raccontato il finale.
Ma in fondo è sempre così che finisce.

Se clicchi si ingrandisce

10 commenti:

  1. http://www.youtube.com/watch?v=oeC1IkXSmKY

    Se tu vuoi fare invece un favore a me togli il "verifica parola"
    :)

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  2. Fare qualcosa per te è un piacere più che un favore :)

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  3. ma l'hai visto il video?
    Io mi spacco dalle risate tutte le volte!

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  4. Appena arriverò a casa, se mai arriverò a

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  5. Giack, la commozione dei fumettisti è solo sudore degli occhi :) (almeno che tu non intendessi la commozione cerebrale, ma allora sei caduto dalla scala mentre pitturavi)

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  6. Grazie, ma ha fatto tutto il Giack, io ho solo sfruttato la sua dabbenaggine ;)

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