Quando ti ho incontrata ero già morto.
Per due volte avevo deciso, senza neanche una lettera, una spiegazione. Solo il fatto, così, nella spoglia semplicità di ciò che era: fine. Maschile e femminile, in quel gesto sovrapporre entrambi i significati. Senza neanche una lettera.
Sai, quando dicono ‘il freddo della lama’? E’ una stronzata, non lo senti. Solo il calore del sangue che si affaccia ai lembi di quel taglio perfetto.
Prima è il bruciore, un dolore consolante che ti strappa un sospiro e ti fa chiudere gli occhi come se ti stessero accarezzando. Chissà se è la morte o la vita?
Poi comunque è il sangue, colore, calore e il palmo della mano che arde di quel passaggio vermiglio.
La cicatrice neanche si vede, si è nascosta con precisione nella piega del polso, nello stesso punto in cui hai infilato le unghie per la prima volta, per portarmi via, trascinarmi nella tua realtà.
E’ così che ti ho messo la vita tra le mani, con la consapevolezza che tenendola nelle mie avrei fatto solo disastri.
Quanto tempo è passato da allora: forse secoli, forse addirittura mi confondo e non fa nemmeno parte di questo tempo quella storia.
Tuttavia, davvero non lo so dove sia finita quella vita. Io non ce l’ho, tu non ce l’hai. A volte davvero mi chiedo se sia mai esistita. E se sei esistita tu, così come ti ricordo.
Oggi c’è il sole. Oggi troverò l’assoluzione.
ci sono post, vite, fantasie, che nascono così perfetti che ogni altra parola è inutile...
RispondiElimina(bellissimo!)
(grazie!)
RispondiEliminaL'ho letto già stanotte, ma non riesco a commentare!
RispondiEliminaScuote parecchio!
Complimenti...
Come hai detto tu, è uno solo un'altra cosa senza senso. O meglio questo è il senso che posso immaginarmi. Grazie e non per i complimenti
RispondiEliminaBreve.Intenso.Bruciante. E' davvero necessario che abbia ANCHE un senso?
RispondiEliminama infatti il senso non deve averlo, che poi sia necessario che io dia un senso alle cose, beh, sì, è necessario... qualunque esso sia
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