14.9.11

L'inutile e il dilettevole

Hai atteso per mesi, a volte anni, che arrivasse il momento giusto, hai acceso candele, soffuso luci.
Hai mentito, mercanteggiato stanze e letti, hai tradito a volte.
Hai rinunciato a una partita con gli amici, hai cambiato macchina solo per quello.
Hai amato, amato tanto, e hai cercato di esserci con tutto te stesso per non perdere niente di quell'attimo.
Hai continuato anche quando la testa diceva basta, hai lasciato il cuore sulla punta delle dita, hai vissuto, sperimentato, assimilato, e ogni volta l'hai cercato nel modo che pensavi migliore. Hai anche sbagliato ma è servito, hai respirato a fatica dal troppo aversi, hai consumato le ginocchia su un pavimento troppo ruvido, le labbra sulla linea di confine di un giorno irrisolto. Hai pensato a tabelline, babbuini, alla formazione dell'Italia '82, hai inseguito il tempo per regalarlo al suo piacere, hai cercato in una profondità di occhi la via del suo appagamento. Ti sei imbarazzato per muri poco spessi, infervorato per un urlo che sembrava dovesse non finire.Ti sei abbandonato sfinito sul suo seno, hai soffiato su un gemito come su un'esca per il fuoco, hai chiesto 'ti è piaciuto', hai chiuso gli occhi per non distrarre gli altri sensi in quell'istante. Hai sognato di averlo nel tempo stesso in cui ti veniva regalato.

E tutto questo sappi che è stato inutile. Inutile.

La Repubblica.it

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