26.6.13

In uno specchio


Che quando muori giovane puoi permetterti di mettere sulla lapide una foto quantomeno giovane.
Perché generalmente, a imperitura memoria, regaliamo ai posteri l'istante più decrepito di noi, l'attimo in cui chimicamente la vita si trasforma nel peso consunto della vecchiaia.
Li vedi, ogni tanto, quelli che si fanno mettere la foto di vent'anni prima. Ma basta fare due conti con le date e ti accorgi subito che c'è qualcosa che non va. Quel che di primo acchito poteva risultare straziante, l'ipotesi di una morte fin troppo prematura, si trasforma nel breve risolversi di un procedimento matematico, in un ridicolo, grottesco, penoso imbroglio.
Ha lo stesso sapore di quel biondo canapa ingiallita con cui si colorano i capelli certi omoni rugosi e rubizzi.

Quando muori giovane invece è più facile. Per tutti dico.

E' che spesso ci si ostina a chiamarlo vivere pur rendendosi conto che non lo è.
Vivi quando nasci, da lì in poi non è altro che un morire.
E' morto per 97 anni, poi ha smesso. Speriamo che il Signore mi conceda qualche altro anno di morte. Vorrei smettere di morire. Si è tolto la morte.

Fino al 1800 la durata media della vita (morte) è stata di circa 35 anni.
Negli ultimi due secoli è più che raddoppiata. Cioè, ci siamo inculati Darwin, l'evoluzione, l'origine della specie e anche i piselli di Mendel.
Abbiamo vinto noi.
Eppure siamo programmati per durare 35 anni. Massimo trentasei. Da lì in poi viaggiamo con la data di scadenza già passata. Siamo oltre il da consumarsi preferibilmente.
Che sì, è vero, lo scrivono per pararsi il culo, che in realtà la roba dura molto di più, oh, resta buona per anni.
Eppure quella data è passata. E' solo una convenzione, però è una convenzione che abbiamo scavallato, non tornerà.

Ecco, oggi più o meno scado.

Che detta così pare addirittura una roba brutta. In realtà fa ridere.
E' che tra realtà e realismo si insinua sempre il nostro punto di vista. Come un dito tra le labbra madide...(no vabbé,  la puntata sulle similitudini è la prossima volta).

E niente. Rimango seduto qui, in bilico sul mio punto di vista. Vi guardo, dalle mie 444 lune e forse qualcuna è di troppo, vi guardo e penso a qualche altra cazzata.


9 commenti:

  1. va' che foto sessi. pari un po' dylandog con la camicia del colore giusto

    RispondiElimina
  2. Ehilà, si celebra con pieno ottimismo, vedo :-P
    Ciao, sgnacchero.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. gli ottimisti sono la claque di Dio!

      Elimina
    2. Io sono la claque di me stessa. Ma forse non sono così ottimista...

      Elimina
    3. e si che avresti tutti i motivi per esserlo ;)

      Elimina
    4. Come no, ne ho addirittura in abbondanza... ne vuoi qualcuno?

      Elimina
    5. ma sì dai, dammi un po' della tua abbondanza ;)

      Elimina

È l'ultima cosa che potrete dire in questo posto. Pensateci bene prima di scrivere le solite cazzate...