22.6.13

Sol d'aut(ore)


È qualche settimana che mentre cucino ascolto il nuovo disco degli Elio e le Storie Tese.
In realtà è una cassettina, che io gli Elii sono abituato da sempre ad ascoltarli su nastro duplicato, ancora con i pezzettini di scotch a tappare i buchini sopra (se non sapete di cosa io stia parlando o non avete mai visto una musicassetta, beh, sappiate che non dovreste esistere. [Se però siete femmine e maggiorenni, scrivetemi pure una mail che vi spiego come riavvolgere un nastro usando solo la forza delle dita])

Album Biango, dicevamo.

Allora, diciamo subito le cose come stanno: una canzone a caso di Rum Casusu Çikti è probabilmente migliore di tutte quelle di questo disco, sommate. Ma d'altronde è come dire che i cateti non supereranno mai l'ipotenusa, neanche mettendosi assieme.
E pensandoci bene riusciamo, forse, anche a capire che nella formazione di questo giudizio pesa molto il fatto che vent'anni fa avevamo vent'anni di meno, cazzo, ed eravamo dei coglioni perdigiorno.
Lo siamo anche adesso, però più maturi. Siamo coglioni maturi e così andrebbe ascoltato questo disco.
Ma noi vorremmo invece ascoltarlo da coglioni immaturi, perché ci sembrerebbe di avere vent'anni di meno e sentire cantare 'figa' in una canzone ci sobillerebbe gli ormoni.

Ecco, in quest'album non c'è la canzone figamestruoscoparecazzoduro ed è uno dei motivi per cui potrebbe sembrare un disco stanco. In realtà è solo maturo (quantomeno più di noi che vent'anni fa etc etc etc...) e si innesta perfettamente in quel percorso di anticipazione che gli Elii hanno intrapreso con Craccracriccrecr. È un disco che parla essenzialmente della quotidianità vissuta nella modernità.
È come quando si usavano gli euro nelle canzoni prima che ci fosse l'euro. È musica d'anticipo.
Per noi ragazzi moderni.



Che forse il fatto che tante canzoni già si fossero sentite ha contribuito a far sfumare l'effetto sorpresa.
Tu ascolti l'album e pensi, ma questa è uguale a una che hanno fatto l'anno scorso, e poi ti rendi conto che in realtà era proprio quella.

Per quanto riguarda il musicalmente, beh, non è il mio campo. Dicono tutti che suonano da dio. Mi fido.
A me interessano le storie. La narrazione.

È che andando ad ascoltare gli ultimi quarant'anni di canzoni pare che si racconti sempre la stessa storia.
Cioè, ci sono due che stavano insieme però poi si son lasciati e lui adesso ha altro da fare però pensa a lei e si strugge. Magari cambia qualche particolare e lei c'ha le tette grosse o la maglietta fina, ma essenzialmente è quello.

Gli Eelst sono invece tesi alle storie (ahahahaha).
E attraverso vitelli dai piedi strani che si infamano a vicenda, famiglie che tengono il loro figlio minore in uno scantinato buio e lo nutrono attraverso il cordone ombelicale di un elefante, astronauti che finiscono per fare i gigolò di pulci giganti drogate dall'odore delle ascelle, uomini con l'erba sulla faccia che si scontrano in volo con donne che sudano escrementi, venditori di lubrificanti che atterrano in un pueblo e prostituiscono la moglie per il successo commerciale, innocenti linciati a causa di un cognome ambiguo, donne che sognano uomini nudi e senza cazzo, insomma, attraverso le storie sono diventati ciò che sono.

In questo album la storia è quella di Luigi.
Luigi che da bambino nessuno picchiava perché aveva gli occhiali, e non si picchia uno con gli occhiali (su sta cosa alle medie facevo furore, cioè: ma significa che non si picchia uno che indossa gli occhiali, oppure che non si può picchiare uno indossando gli occhiali, o che non si possono usare gli occhiali come arma per picchiare uno. Ahahahahaha, quante risate. Mi facevo. Da solo.)
Fatto sta che sfruttando questa falla culturale, Luigi diventa campione del mondo di pugilato. Lui va sul ring con gli occhiali e inizia a tirare pugni a caso, tanto l'avversario non potrà picchiarlo. E vince. Vince sempre.
Fino a che un giorno sale sul ring una di quelle ragazze che mostra il cartello col numero del round, e Luigi ne viene folgorato. Per fare colpo su di lei cerca di sembrare più macho e si toglie gli occhiali. E lì lo pestano. Lo pestano a conguaglio di tutte le volte che non avevano potuto farlo. Fino a mandarlo in ospedale.
Talmente tanti pugni che inizia a vederci anche senza occhiali, e scopre che quella ragazza non è così bella come sembrava. Era solo un tipo.
Ma a lui non interessa.

Beh, non so se sono io col cuore tenero, ma tutto ciò è bellissimo.

Bene, Elio e le Storie Tese, Album Biango. Vi faccio la cassettina.

5 commenti:

  1. Dannati forever ***
    La canzone mononota *1/2
    Il ritmo della sala prove ****
    Lettere dal WWW ***
    Enlarge (Your Penis) ***
    Lampo **
    Luigi il pugilista ****
    Una sera con gli amici **
    Amore amorissimo ***
    Il tutor di Nerone *
    Reggia (Base per altezza) - suonato dagli Area **
    Come gli Area *
    A Piazza San Giovanni **
    Complesso del Primo Maggio ***

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    1. madò, le classifiche sono una roba così anni '90...

      io a Lampo darei più meriti, è quella che ti rimane prima.

      e reggia= base per altezza è una crittografia mnemonica bellissima

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    2. ero in vacanza, e ogni mattina mi svegliavo con un pezzo di uno di quei pezzi a caso. un piccolo frame, quello di venerdì: "era soltanto un tipo." quello di ieri: "e che problema c'è, gliela mando", quella di oggi " che. sciocco. a non averpensatoprimaallacanzonemononota".
      ma poi le cassettine dove le senti? hai un walkman? un radiolone anni ottanta tutto disegnato con l'uniposca? oppure un pioneer tutto cromato con i led blu grande come un myskyHD+lettore blueray+wii tutti insieme?

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    3. ho un mangiacassette, mi sembra ovvio...

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È l'ultima cosa che potrete dire in questo posto. Pensateci bene prima di scrivere le solite cazzate...