20.11.13

Le seconde occasioni non esistono


Le seconde occasioni non esistono è il titolo del blog più letto d'Italia. Il terzo al mondo.
Prima di lui c'è soltanto Han Han e probabilmente l'Huffington Post (che essendo però un contenitore di blog, io non considererei).

Con la piccola differenza però che LSONE è un blog scritto in italiano e quindi con un bacino di utenza che teoricamente è molto meno vasto.
Eppure nel solo 2013 è stato visitato da circa 290 milioni di visitatori.
(significa che per ogni secondo che perdete a leggere questo post ci sono 550 nuove persone che stanno leggendo un ben più interessante post di Le seconde occasioni non esistono).

Il traffico di dati nel biennio 2011-2012 è stato così rilevante che per ben 6 volte è occorso un blocco totale della dorsale atlantica. Nell'ultima occasione il fermo è stato di ben 3 secondi, che misurati in tempo transazionale internet significano miliardi di dollari andati in fumo.

Proprio per evitare ulteriori disastri di questo tipo, dal gennaio 2013 l'accesso al blog è regolato esclusivamente da invito, permettendo quindi di contenere il numero di visitatori a un livello costante e che attualmente è definito in 300 milioni di utenti abilitati.



La gestione delle iscrizioni si è compiuta con un sistema virale. A partire dal primo invito, spedito casualmente da un bot, ogni persona abilitata aveva a disposizione tre inviti da condividere con i propri conoscenti.
Soltanto nella prima ora dopo l'invio dell'invito iniziale erano già avvenuti 19 milioni di scambi e gli utenti registrati erano già 15 milioni.
Secondo gli esperti è stata senza ombra di dubbio il più grande esperienza di condivisione della rete.
Negroponte nel settembre 2013 scrisse su quell'avvenimento il suo saggio Le prime seconde occasioni, ed è di pochi giorni fa la notizia che Darren Aronofsky è il regista che girerà il film dedicato a questa storia.
(Tra l'altro pare che sarà tutto girato in presa diretta con un piano sequenza sulle prime due ore dal lancio dell'invito. E' una roba che hanno fatto anche per una puntata di E.R.)



Il punto però è: cos'è che ha reso così famoso questo blog?
Se ci fosse una risposta semplice, una ricetta di successo, tutti i siti sarebbero così famosi.
La realtà è che non si capisce.

Il primo post ad avere avuto una certa visibilità è stato "Scusate seppoku", una divertente invettiva contro la carenza di luoghi adatti al suicidio in Italia che sfociava poi in una feroce ma goliardica critica agli aspiranti suicidi, accusati di non avere fantasia e di non sapersi addattare replicando quindi solamente gesti visti in tv o sui social network dedicati.
E lì fu colonna di destra di Repubblica, 150mila condivisioni su facebook, una denuncia da parte del Telefono Amico.



Sembrava un fuoco di paglia.
E invece poche settimane dopo "Il sumo uccide". L'elenco dei 15 motivi per cui non bisognerebbe praticare il sumo.
Parte in sordina ma dopo 5 giorni vanta già 16 milioni di condivisioni.
Compare in prima pagina sui maggiori quotidiani online del mondo. In Giappone diventa un fenomeno di costume. Viene pubblicato un'antologia che contiene solamente le traduzioni del post effettuate dai maggiori artisti nipponici. Da Murakami a Miyazaki passando per Banana Yoshimoto.
Le iscrizioni ai corsi di italiano aumentano in Giappone del 1300% nel solo marzo 2011.



Un risultato che ha dell'incredibile e che sembrava assolutamente irripetibile.
E invece i numeri di quel post non vengono soltanto bissati ma impressionantemente surclassati da un breve pamphlet digitale pubblicato nel giugno del 2012.
Il titolo era "If Lamarck was right" e, partendo da una sequenza di tabelle derivate dagli studi sulle misurazioni degli arti superiori della popolazione mondiale dal 1980 a oggi, esponeva in modo delizioso e letterariamente impeccabile (maestria che gli è valsa quest'anno il Premio Nobel per la Letteratura, prima volta che viene premiato un autore che scrive solamente sul web) un'affascinante teoria che in pochi mesi ha rivoluzionato la nomenclatura stessa dell'epigenetica.


Dalla messa sul mercato del primo telefonino con fotocamera nel 2001 la lunghezza media degli arti superiori umani è aumentata nei paesi civilizzati di 1,5 millimetri all'anno, con dei picchi di 3 millimetri negli ultimi tre anni e con un allungamento totale di circa 1,3 centimetri.
Causa principale di tale alterazioni è da imputarsi all'abitudine sempre più diffusa di effettuare i cosiddetti "selfie", gli autoscatti col telefonino. La tensione spalla-avambraccio-braccio, necessaria per inquadrare il più possibile del proprio corpo aumentando la distanza focale dell'obbiettivo della fotocamera, ha comportato un'estensione progressiva della muscolatura dell'arto, fino ad implicarne un tangibile accrescimento.


Quello che più ha attirato però l'attenzione degli studiosi è che tale mutazione è stata riscontrata anche nei nuovi nati, figli di abitué degli autoscatti. La lunghezza della braccia, quindi, non solo è aumentata a seguito dell'eccessivo utilizzo per gli autoscatti ma tale caratteristica è stata trasferita anche alla progenie.
Ecco, il concetto lamarckiano di ereditarietà dei caratteri acquisiti ha solcato fragorosamente l'internet rimbalzando su tutti i siti d'informazione, tv, social network, fino a concretizzarsi con la consegna qualche mese fa del premio Nobel per la Medicina (aggiungendosi quindi a nomi del calibro di Marie Curie, Linus Pauling, John Bardeen, Frederick Sanger che hanno tutti vinto il premio due volte. Ma compiendo l'incredibile impresa di essere insignito di due premi Nobel nello stesso anno.)

In assenza di gravità l'allungamento articolare è stato stimato in 1,9 cm/anno

 Ora, questo è uno spazio privato. Ci scrivo ogni tanto le mie cose per motivi miei e insomma, credo di poter permettermi di dire quel che voglio che in fondo è come se fossi a casa mia.
Dunque, abbiamo detto dei milioni di utenti, della dorsale atlantica, dell'attacco di femen con gli assorbenti molotov, degli inviti, dei 16 milioni di condivisioni, dei 4000 post all'anno, dei due premi Nobel, delle magliette in mater-bi con quel logo così simpatico e dei 300 milioni di utenti.

Però un'altra cosa che ci ho qui da un po' lasciatemela dire: Le seconde occasioni non esistono è un blog di merda!

9 commenti:

  1. ma scusa, si sono allungate entrambe le braccia? la cosa più interessante sarebbe comprendere l'ambidestrità (ambidestrezza?) dello scatto fotografico. proponilo!

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  2. io mi faccio gli autoscatti tenendo il cellulare in equilibrio sul glande...... 3mm all'anno.... quando vado in pensione ce l'avrò come Rocco Siffredi (e probabilmente non saprò che farmene!)

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    1. se serve che mi presti il telefono ricordati di dirmi di no...


      grazie

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  3. Così, a pelle, parrebbe quel tipo di blog per il quale non si dimostra essere così impellente la necessità di concedere una seconda occasione (sempre che non si tratti -mancata la prima- della seconda occasione per ad andare a fare in culo...anche tramite invito, nel pieno rispetto delle modalità d'accesso)

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    1. e invece tutto sommato è una figata... ma tu non hai l'accesso? nuoooooo

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    2. E' che io penso sia giusto darle un po' di respiro di tanto in tanto, a quella povera dorsale atlantica (con tutto quello che già fa per noi)

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È l'ultima cosa che potrete dire in questo posto. Pensateci bene prima di scrivere le solite cazzate...