ovvero l'imprescindibile necessità di scrivere qualcosa (nell'attesa di una buona idea)
e comunque questo blog si sarebbe dovuto chiamare "dalla Parte di Topper Harley"
27.2.12
Lunedì film
Già.
Come ci si sente a essere ingannati per l'ultima volta?
Tutta la vita avevano detto, tutta la vita che ti scorre davanti agli occhi come un film.
Magari così rapida da non capirci un cazzo (ma in fondo la trama la conosci già), con la colonna sonora stridula, fatta di voci accelerate e buffe, i movimenti appena intuibili.
Un fottuto Koyaanisqatsi di tutto ciò che neanche ti sei accorto di aver vissuto.
Com'è che diceva? "Fin qui tutto bene"...
Ecco, non c'è un cazzo che vada bene fin qui, perché io mi sono buttato con una megaconfezione di pocorn, convinto di sedermi nel fottuto multisala dell'esistenza e mi ritrovo a guardare un cazzo di trailer sullo schermo del telefonino.
Vedrai, vedrai che bello, dicevano. Tutta la vita davanti agli occhi, come un film. Meglio di un film.
E se c'hai gli occhialini te lo guardi in 3D, in HD. Registrato in DVD se credi alla reincarnazione.
Tutta la vita.
Vaffanculo!
Qui non c'è nessuno cazzo di schermo, solo il riflesso ridicolo della mia faccia spettinata che si specchia sui vetri di questo grattacielo indolente, la pelle che si accartoccia in modo strambo mentre il vento della caduta la percuote, l'asfalto lanciato dalla fionda impietosa della gravità.
E stava mirando proprio me.
Garrisce addirittura il mio viso muto, come le bandiere tenute fuori dai finestrini delle macchine in corsa durante i caroselli.
Ma qui non c'è un cazzo da festeggiare, menotremenoduemenouno e quel marciapiede sarà il ritratto dipinto del mio passato.
E non ho visto il mio maledetto cazzo di film.
Ho pagato il biglietto.
L'ho pagato in anni, sofferenze, impotenze, irrealizzazioni. L'ho strappato dalla matrice lercia del tempo, lo stesso rumore del sacco che si chiuderà sopra i miei occhi vacui. Tra un po'.
Forse.
Forse, ché qui niente sta andando come dovrebbe. E la mia vita che scorre davanti agli occhi non l'ho vista.
Fin qui tutto vaffanculo.
Fin qui tutto vaffanculo...
Non so neanche se ora ho chiuso gli occhi per il vento o se è la strada che si è fatta nera.
Non si distinguono più neanche i colori da questa distanza.
Ed è notte.
Si è fatta notte e neanche me ne sono accorto. Cadevo.
E aspettavo il mio film che non vedrò. Eppure dicevano. Dicevano sì, tutta la vita ti passa davanti agli occhi quando muori.
Se fossi ottimista penserei che è solo perché non sono ancora morto davvero, ma non è così, è solo l'ultimo imbroglio.
Umiliati.
Ecco come ci si sente a essere ingannati per l'ultima volta. Non traditi o arrabbiati o delusi. Umiliati.
E volevo solo il mio film.
C'è il profumo del caffè d'orzo zuccherato che sfrigola nel cuore fibroso del pan biscotto bianco, uno squittio di cucchiaini che fugge lungo le scale che affronto incerto. Scendo ogni scalino con due passi pesanti di talloni, ho gambe corte da bambino di un anno e mezzo.
Il quadro sul muro di fronte alla porta, 'quello lì più grande sei tu' mi diceva mia nonna, lo guardo mentre mi aggrappo al corrimano.
La gonna del vestito a fiori invade le narici di sapone di marsiglia, ma il suo sorriso sa di colazione.
La casa odora d'inverno e di zolfo sfregato delle capocchie dei fiammiferi.
E' iniziato penso.
Ma è solo un imbroglio.
Nero.
Tenetevi pure i popcorn.
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Vedi che non riesci a convincermi che sei deficiente? ;)
RispondiEliminaecchecazzo... e sì che uno s'impegna anche.
RispondiEliminavabbé, speriamo nel prossimo
Mauro, forse era solo il grattacielo sbagliato...lì si proiettava il film della vita di qualcun altro, e alla cassa poi con i biglietti rischi sempre la fregatura...va bene, mi tengo il popcorn ^_^
RispondiEliminache mi chiedevo adesso, perché il plurale fa grattacieli? che il cielo sempre uno è
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