21.4.13

Circostanza. Crasi.


Scrivere con costanza non è un vezzo, ma nemmeno una necessità.
O meglio, non è un vezzo ma nemmeno un obbligo. Non lo farei per mesi, e non mi taglierei la barba.

Pur rintuzzando generalmente le abitudini, soffro della deludente esigenza di seguirle come chiodi da ferrata, specie questa e specie ora, che appena devio da quella via sento sfuggire dal proprio equilibrio il centro gravitazionale su cui permango, come a fare qualche passo all'interno dell'occhio di un ciclone e sentirsi improvvisamente trascinati su. (siamo ancora in Kansas, siamo ancora in Kansas, siamo ancora in Kansas...)

Le mete sono sopravvalutate. La loro univocità è svilente e poco importa che incarnino lo stare bene o lo stare male, o qualsiasi altra sfumatura di stati d'essere che si possa incastrare tra i due. La meta ha una monolitica concordanza con sé stessa e ciò le basta.

Abbandonare il torpore in cui vacillano gli intenti per incidere sul muro di questa cella un segno che indica un altro giorno, beh, è sfuggire dalla tentazione di eludere la confortevole imprudenza di quel chiodo piantato nella roccia.

Pochi passi nell'occhio del ciclone e sei su, pochi passi lontano dal chiodo e sei giù.

I percorsi qualcosa significano, non quelli che decidi a tavolino ma quelli che fai. Seguire un percorso porta con sé il grosso pregio di essere partiti. Spiegaglielo te che la partenza è l'unica parte del viaggio davvero necessaria. Eppure non è nella partenza che diventa vitale né il susseguirsi dei passi ma i passi stessi, come e dove li posizioni, con che cadenza, come lo tieni il piede.

Pare niente, eppure scostarsi da quella linea invisibile in cui la ripetitività inciampa su queste tappe, lisce e sfuggevoli come grani di un rosario, ecco, scostarsi rischia di essere preambolo di una deriva convergente, uno sbadamento che invece di allontanare avvicina sempre più le parti di me stesso, quasi fosse un vortice, un maelstrom a cui abbandonarsi deresponsabilizzandosi delle colpe verso sé stesso. Me stesso.

Credo che ora mi taglierò la barba.




6 commenti:

  1. ma hai assunto un moderatore a cestinare i messaggi? perché il mio (stupido) commento s'è di nuovo perso...

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    1. ecco. e questo no. mah.

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    2. secondo me sbagli a schiacciare bottone, che qui non è mica arrivato niente...

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    3. sarò mica così stordita?
      no, non rispondere.

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    4. il sì vale come non risposta?

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È l'ultima cosa che potrete dire in questo posto. Pensateci bene prima di scrivere le solite cazzate...