8.12.11

Il profumo del mostro selvatico



"Ci sono giorni in cui lo odio proprio il mio lavoro!
Non sempre, lo ammetto. Anzi, diciamo pure che il più delle volte è una pacchia.


Me ne sto lì, servito e riverito, qualche cavalcata ogni tanto, le lezioni di scherma, le feste a palazzo.
Preoccupazioni? No, preoccupazioni proprio no. Magari qualche dubbio ogni tanto.


Vado? Non vado? Salverò la situazione anche stavolta?


Che poi la verità è che in fondo in fondo mi piace. Sentirsi gli occhi addosso, vedere che la gente pende dalle tue labbra. E' una sensazione appagante non c'è che dire. Per questo ogni tanto m'invento qualcosa per farla durare quell'attimo in più: un inciampo, un colpo di scena, un "no, no, non può farcela".


Ma alla fine ce la faccio sempre. Sapete qual è il mio segreto?
Abnegazione.


La mia vita è al servizio di ciò che voglio essere. Poco importa se, in alcuni momenti, la quantità di sacrificio che metto sul piatto della bilancia è smaccatamente impari rispetto al risultato immediato. 
Perché non è nell'immediato che misuro la mia esistenza, no.
Io già so che quell'attimo domani sarà già un ricordo, il souvenir crudele di ciò che devo subire per vivere, ma nel contempo sarà un volano, la spinta che trascina il mio quotidiano in cavalcate, lezioni di scherma e feste a palazzo. 

Do ut des.


Vi chiederete se sono sacrifici veri? Beh, sì lo sono.
Generalmente è puzza. Odori. E io proprio non li sopporto gli odori.


Invidio, lo giuro, gli operai delle concerie, col loro olfatto atrofizzato e l'incuranza per quell'effluvio nauseabondo che si trascinano addosso. Io no, io sono un cazzo di Grenouille.
Mi investono, mi colpiscono violenti alla bocca dello stomaco. Vacillo, vacillo spesso ma non lo do a vedere. Rovinerei quell'istante di sospensione che precede ogni disbrigo.


Io li chiamo così: disbrighi.


Odori dicevo.
Avete presente quel fiato pesante che si mastica sul palato appena svegli?
Ecco, moltiplicatelo per le 365 mattine dell'anno e poi ancora per 100 anni. 100 anni.
Bene, immaginate quindi quel puzzo moltiplicato per 36500 volte.


Questo è il mio lavoro.
Il mio lavoro è baciare quel puzzo.


Niente di troppo compromettente sia ben chiaro, diciamo che più che un bacio è uno sfiorarsi di labbra.
Ma io lo faccio e vi assicuro che non è piacevole. 
Voi non la bacereste una che ha dormito per 100 anni, ne sono sicuro.


Io sì.


Comunque eccomi, sono arrivato.
Pronto per il prossimo disbrigo.


La vedi incantevole dentro la sua bara di cristallo e pensi "beh, stavolta non mi è andata neanche male". Poi ti avvicini e i pensieri si fanno più lucidi.
Ti guardi intorno e sai che qualcuno lo sta pensando: almeno uno c'è sempre. Lo pensi anche tu, ma tu sei il Principe Azzurro mica puoi mostrarti titubante.


Allora mentre ti avvicini pensi alle cavalcate, alle lezioni di scherma, alle feste a palazzo.
Mancano ancora diversi passi, eppure l'olezzo già si preannuncia alle tue narici. Le feste a palazzo, le lezioni di scherma, le cavalcate.


Mi sorreggo alla bara di cristallo, mentre fingo di cercarne l'apertura.
Sto per baciare un cadavere. Un corpo morto da una settimana con un pezzo di mela incastrato in gola.
Avete mai provato a lasciare sulla finestra una mezza mela per una settimana?
Ecco, io sto per baciare quel marciume.


A me piace quel che faccio. Eppure ci sono giorni in cui lo odio il mio lavoro!

Oggi è così."

10 commenti:

  1. Abbiamo il Principe Azzurro nella blogosfera e non lo sapevamo??:)

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  2. So per certo che ha un blog, ma non ricordo l'indirizzo...

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  3. Mauro, ricordi male, io non ho un blog ^_^

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  4. Io coi principi azzurro ci faccio poco... Cioè non ci tengo ad essere salvata e fisicamente non è il mio tipo... insomma mi sta abbondantemente sul cazzo.

    No, era giusto per dare il mio apporto alla discussione... ;)

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  5. A Giusè, più che azzurro mi sa che a noi ci tocca fare il Principe A Zero, per quel che valiamo (io parlo per me) ^_^

    Fille, il tuo apporto è sempre gradito. Per i Principi, spesso, l'atto del salvataggio è più verso sé stessi che non verso la donzella designata. Che tante donne andrebbero salvate dai Principi Azzurri a volte (si legga il 'dai' come complemento di causa efficiente e non d'agente... o checazzo ne so ché di grammatica non ci capisco niente)

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  6. Per un attimo ho equivocato.
    Sarà che ho ancora addosso il peso di 18 anni di vessazioni che pensavo ci fosse lo zampino politichese.
    Le cavalcate mi hanno tratta in inganno.
    Se vuoi fare il principe azzurro ti prendi onori ed oneri donnette in tua attesa comprese.
    E non è che ti limiti a baciarle e sparire, assicuri loro anche un per sempre felici e contenti, altrimenti sei farlocco e devi essere rinchiuso nella bara di cristallo al posto della morta puzzona.
    Onori ed oneri, bastardo d'un principe!

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  7. Amore, ma quel che descrivi tu è il Principe Buzzurro ^_^

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  8. Ci tenevo a dire che pure a me gli uomini alti, biondi, occhi azzurri e che si vestono da dementi non sono i miei tipi (io li voglio bassi e scuri).
    Però qui il Principe Azzurro lo intendevo come uomo di cui è facile innamorarsi, ma la matter è talmente soggettiva che.
    Che.

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  9. Mauro, come principi mi sa che siamo dei principianti, però siamo di sani princìpi ^_^

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È l'ultima cosa che potrete dire in questo posto. Pensateci bene prima di scrivere le solite cazzate...