22.9.13

Morto per miracolo


L'attendo, come quando da piccolo aspetti che ti leghino una scarpa slacciata. Osservando con la bramosia di svelare ciò che fino a quel momento continua a essere solo magia.
Quando stacca la matita dal foglio sembra soddisfatta.

Lo vedi, mi dice. Combaciano!
Combaciano perfettamente, dove uno si espande l'altro si ritrae, camminano lungo la stessa curva, si uniscono nella più perfetta delle simbiosi, mai simmetrica eppure sempre equa, equilibrata, giusta.
E in ognuno permane una parte dell'altro, come a suggellare quell'osmosi, l'incastro primordiale che nella sua forma più pura va a formare la perfezione del cerchio.

Mi guarda come i naufraghi s'illuminano al profilo di un'isola in lontananza.

Capisci, noi siamo così. È il miglior modo di stare insieme, no? A completarsi in una complementarità generosa, a seguire gli stessi percorsi senza perdere le proprie peculiarità, a bastarsi.

La guardo come non dovrei.
Già.
E le curve che stanno all'esterno?
Sorride nervosa.
Quelle con cosa si completano? Chi le sfiora? In cosa trovano un tragitto comune?
Due persone che si bastano sono esseri a una sola dimensione, noi no, noi siamo immensi, abbiamo spigoli che coprono angoli talmente difficili da raggiungere che qualsiasi incastro non potrebbe essere che posticcio, abbiamo percorsi dentro noi impossibili da tracciare senza mai staccare la matita dal foglio.
Siamo immensi.
Per questo la nostra realizzazione non passa dal combaciarci, ma dal formare la base solida di una struttura attraverso cui nutrirci di ciò che ci sta intorno. Siamo barriere coralline, piante rampicanti, siamo frattali, foreste di mangrovie, gocce di pioggia su un vetro...

Siamo immensi.

2 commenti:

  1. Risposte
    1. tra me e te? tra me e te ha già funzionato...


      intendo che è il concetto di funzionare che andrebbe rivisto. Quando due persone si bastano in maniera assoluta tendo a pensare che ci sia qualcosa che non va

      Elimina

È l'ultima cosa che potrete dire in questo posto. Pensateci bene prima di scrivere le solite cazzate...