26.9.12

Alla incirca del tempo perso


A volte forse dovrei saperlo perché da dietro agli occhi i ricordi si affannano a convergere verso il nucleo gommoso di quel maelstrom che vortica urticante lungo un percorso vetroso livido della nudità di piedi scalzi e anneriti di corse impacciate verso traguardi irrisolti fenomenologia del vivere salite ingannevoli da cui lanciarsi a perdifiato fino a scontrarsi con l'esanime trascorrere del tempo e si ritorna lì travolti dall'ipnotico inseguirsi delle spire che trascinano l'anima inerte verso quell'attimo interminato lontano forse ma di sicuro inadatto inespresso inesatto in in in perché è un istante che ti scava dentro goccia a goccia a perforare la scorza callosa e affettata dell'ostilità e commisera l'inazione più che gli sbagli e ritorni lì non tanto come punto da focalizzare quanto come simulacro di un'estate allungatasi per quanti anni? forse cinque o sei e quindi parti da lì da diciassette anni dai suoni gracchianti delle cassette nello stereo dalla prima volta in cui c'hai creduto davvero dall'insormontabile cumulo deille tue insicurezze o forse solo dallo sviare subdolo delle intenzioni delle idee delle poesie e poi lei e lei e lei e lei e lei e lei e un sorriso che era tutto e un tutto che non era niente e a saperlo davvero a saperlo non si può nemmeno dire che alla fine è un discorso generale che a saperlo e non è questo no non è una questione di rimpianti non è il tornare indietro ma l'andare avanti è questo che non ha funzionato non completamente almeno e qualcosa è rimasto lì a fissare i blocchi di partenza analizzare sezionare scorgere e aspettare aspettare che la scena proseguisse secondo la sequenza che stavi vivendo dietro alle palpebre immaginate dei sogni a occhi aperti e una canzone di allora che è anche di adesso e del tempo che non sai dove sia finito e soprattutto perché sia finito. Alla incirca del tempo perso, non ce l'ha un altro posto.


[avrei dovuto scrivere il post di una nuova rubrica che durerà un solo post, poi delle serie poco serie tipo quello di Banderas e la gallina che non è un animale intelligente e neanche la gallina, altre serie poco serie che boh ci sono già gli altri che le fanno e magari sono in più, poi che altro? ah, non si rubano i portafogli, poi la mappa semiotica degli utenti del blog, e poi uno scandaloso uso privato di blog privato per fare gli auguri ma gli auguri veri a una persona importante di quelle che, insomma importante, e qualche giorno fa mi ha detto di essere felice: ecco, auguri!]

4 commenti:

  1. Non ho capito niente: aggiungo un altro pezzo alla frustrazione, và. Ma ho compreso la solidarietà tra le righe.
    Un bacio, buona giornata.

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  2. in realtà era solo un trucco per farti scrivere va' con l'accento ^___^

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  3. Bah, io ho capito che avevi tra le mani il grande amore ma che a 17 anni non potevi essere serio da coglerne l'importanza.
    Fuoco? Fuochino? Fuochetto? Ho detto una minchiata?

    Vabbè in compenso ho apprezzato molto l'uso corretto della punteggiatura.

    PS
    Ma non avevi scritto che con l'anno nuovo dovevamo lasciar perdere l'ortografia?
    Se io sarei in te lo scancellerei.

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    1. direi acqua. a diciassette anni le uniche cose che avevo tra le mani erano la penna e spesso il c****... ehm... il c****... niente, blogger non mi fa scrivere cazzo.

      ma mica importa, non volevo di certo innescare un dibattito su chi fossi a diciassette anni, il punto è che sono stato e spesso è un cruccio. tutto lì.

      la punteggiatura? beh, quel che non c'è non si rompe!

      Ps. e voi che ci cascate ancora

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È l'ultima cosa che potrete dire in questo posto. Pensateci bene prima di scrivere le solite cazzate...