19.9.12

Parole, parole, parole: osculo


Dice che è diminutivo di bocca, diminutivo. Come se diminuire fosse realmente alla portata di questi pensieri.
Perché la bocca è parola (innanzitutto), linguaggio, espressione, dire.
E il diminutivo di dire è solo non dire.

On-off, nessuna cazzo di sfumatura di grigio, o bianco o nero, il gatto è vivo o è morto. Schrodinger è morto, forse, ma non importa. O meglio, importa e non importa allo stesso momento.

Importa e non importa nello stesso istante in cui pronunci la parola labbra e ripensi al sapore di ogni bacio.
Ce li hai tutti lì, in un catalogo disordinato, sparso, crittografato. Eppure ti assale mentre scivoli sui bordi arrotondati di osculo.

Consistenze, tonalità, modalità, gusti, tepori: tutti lì, buttati in un sacchetto come biglie che tintinnano mentre scuoti i pensieri. E solo tu conosci il filo invisibile che le unisce, il percorso che penetra la trasparenza di ognuna di quelle magie opalescenti, le raccoglie in una fila ordinata, solo tu, solo nella tua testa e un po' nella memoria. Solo un po'.

Inoscularsi. Dice che significa baciarsi.
Tu pensi Inoscularsi a Nuoro. Un attimo, solo il tempo di un sorriso.

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