23.4.14

In caso di emergenza rompere il veto


Ci sono tre cose di cui ho sempre preferito non parlare in questo blog:
- la mia vita privata
- la politica, intesa come partiti, voti e quelle robe lì
- la mortadella coi pistacchi

Che non è nemmeno una questione di non volersi esporre, o di omettere particolari di sé per non risultare più vulnerabili, no. È solo che deve esistere un margine dietro cui contenere l'essenza di ciò che siamo, i parametri vitali con cui misuriamo il nostro essere. Non è che c'abbia proprio un nome quel perimetro all'interno del quale ci ritroviamo, è. E per ognuno è un qualcosa di differente poi, un cerchio dal raggio spropositato piuttosto che una lineetta sul terreno, un contorto arzigogolo o una finestra da cui spiare.

Ognuno tiene per sé ciò che più si sente. Io mi son tenuto queste tre cose. Non ne ho mai parlato qui e di mio non ne parlerei. Non ne ho mai sentito l'esigenza o la necessità.
Fino a oggi.

Oggi mi ritrovo costretto a rompere quel veto che mi ero imposto, non vorrei ma la situazione precipita in quella direzione.

Che poi è strano, lo ammetto.
È strano perché in fondo qui si è sempre parlato di tutto, dai commenti più scellerati sui paralipomeni della batracomiomachia alle crittografie mnemoniche sul double anal, dalle ricette di cucina colombiana al bizzarro accoppiamento dell'ipercericottero casto del Botswana.
Senza tabù, senza censurare mai nulla, dicendo figa quando c'era da dire figa e spandius quando c'era da dire nepomuceno (che comunque c'è sempre stato un limite a tutto).
Ah, una volta ho provato anche a parlare del legame tra felafel e fellatio, ma penso che tutti vi ricorderete com'è andata a finire.

È strano quindi essere qui e parlare per la prima volta di mortadella coi pistacchi.
Lo so, nessuno avrebbe voluto arrivare a questo punto, ma ci sono momenti nella vita di un uomo in cui il silenzio è un fardello troppo pesante da sopportare.

Quindi lasciatemelo dire: la mortadella coi pistacchi è inutile. Se la tagli a fette finisce sempre che la strisciolina di pistacchio si stacca e scivola via come uno sticker in acqua calda, e poi tendenzialmente i pistacchi a forza di rimanere lì si perdono il sapore pistacchioso che dovrebbero avere e non danno nessun valore aggiunto.
E poi il verde acido col rosa sta malissimo.

Io ieri l'ho comprata. Ero a Milano, da solo, fuori faceva anche freschetto, tempo incerto, imbrunire cupo smarrito nell'assenza delle prime stelle. Insomma, è stato un momento di debolezza come è ovvio che accada in situazioni del genere.
Non dico di esserne pentito, ci mancherebbe, però ho trovato giusto dirlo. Non ne avevo mai parlato qui, e ora è arrivato quel momento.

Spero che questa mia esperienza possa essere d'aiuto a qualcun altro...

10 commenti:

  1. Non è poi così strano
    comprare mortadella
    a Milano
    Quel pistacchio
    cosi verde
    che cade fra la gente
    non ha gusto...
    beh, quasi niente
    (a prescindere dai gusti in fatto di mortadella la metrica è quel che è, mica tutti possiamo nascere Memo Remigi)

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    1. e infatti nemmeno Memo Remigi è nato Memo Remigi... dice wikipedia che si chiamava Emidio infatti.

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    2. Emidio Infatti? Per la verità wikipedia dice che si chiamava Emidio Remigi...

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    3. Infatti è il cognome della nonna

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  2. Ma quindi se un uomo ti dice "sono il tuo pistacchio e tu la mia mortadella" c'è da dubitare?

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    1. diciamo che è meglio non farci programmi a lungo termine...diffida.
      E, se posso darti un consiglio, preferisci quelli che ti dicono: "io sono il tuo sfilatino e tu la mia 'nduja"

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  3. Beh... io son più tipa da coltello rovente e burro, ma almeno ho appurato che la canzone neomelodica "pistacchio e murtadell'" non è affidabile.

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È l'ultima cosa che potrete dire in questo posto. Pensateci bene prima di scrivere le solite cazzate...