9.12.12

Appartenenze a parte


Inquadratura fissa sullo schermo del televisore.
È un vecchio catodico, di quelli con la radica intorno e gli altoparlanti sul fianco.
Effetto neve.

Zapping.
Scene di film, intervalli minimi, infinitesimi di video musicali.
Tu sei mia. You belong to me. Mi appartieni.
Tu mi completi.
Sei mia, sono tuo.

Mia.

Nero.
Fuori campo il tichettio di una goccia.
È ancora lento, cadenzato.

La voce che inizia a parlare è una via di mezzo tra Camilleri e Foà.

Tu sei tua.
Non potresti appartenere a nessun altro.
Per questo sei tua.
No, questo non ti rende speciale (tu lo sei, ma sono altre le vie che ti conducono a questo). 

Come potrebbe essere altrimenti?  

Posso approfittare della felicità che cerco di darti, condividere un istante, un pensiero, un desco.
Ma il noi è un concetto, una situazione, una sovrastruttura dell'esistere.
Siamo esseri unici, profondamente inaspettati, distanti forse eppure sovrapponibili in molto.
Quante sono le pieghe in cui combaciano i nostri confini. Limiti.

Davvero siete così supponenti da credere di poter completare una persona?
Voi non lo sapete che cosa sia una persona, allora.
È un prisma di cui ci illudiamo di conoscere ogni sfaccettatura, immaginando di sapere quale sia il modo in cui infrange la luce? Da ogni direzione, con ogni intensità, colore, raggio?
Siete davvero così?

Pensate che per vivere l'esperienza di un libro basti leggerne il contenuto?
Eppure la stessa cosa può essere scritta in forme e modi differenti.
Quante volte vi siete fermati perché era scritto troppo in piccolo, o troppo in grande?
E quanti libri non avete potuto portare con voi perché non vi stavano in borsa? 
Leggere è un'avventura che necessita dei presupposti.
Così come lo stare insieme.

Tu sei tua.
Non riuscirei a pensare a nessun altro se non te.

Appartieniti nel migliore dei modi, ti prego.

Ti prego.

Le gocce aumentano fino a diventare pioggia. Stillicidio.

La voce dice ancora qualcosa. Qualcosa di confuso, addirittura arrabbiato.
E il nero dello schermo lacrima giù come mascara.

Cola fino a diventare luce.
Luce che si disperde nel vetro del video, fino a diventare un arcobaleno che punta verso i nostri occhi.
E noi accecati.

Fine.

 

 

7.12.12

Asserayeaye


(ex I sublimi segreti delle Aye-Aye sister)

Ho appena scritto una roba tutta seria, ma non mi va.
Davvero, non mi va più. Non adesso.

Che a guardarsi indietro tanto ce n'è già che basta.
È che non serve.
Non è mai servito. Magari.
E poi adesso non ne ho più. Dighe di castori.

Ciku l'ultima volta non ha tirato il dado. Non poteva.
Le solite questioni di controversie internazionali e regi decreti. Cose per noi tecnici.

Però l'aye-aye l'ha nominato.
Troppo tardi, forse. O forse troppo presto.
Però aye-aye l'ha detto.
(ha detto ajeje brazov e tutti giù a ridere. Solo io sono andato a cercarmelo in internet, che Aldo Giovanni e Aldo proprio non mi rimangono nella memoria. Sarà che ho fatto la scarlattina abbastanza da grande).

Non avendo lanciato il dado non è possibile redarre la scheda completa di pierangelesca fattura.
Però, e quando dico però sono assolutamente magnanimo, non è possibile che la maggior parte di voi muoia senza aver visto un aye-aye.
(sì, su questa cosa del morire so delle cose che voi non sapete [ma non posso dirvele se no dovrei uccidervi], insomma non c'è verso che vi salviate!)

Quindi vi dirò solo due cose.
L'aye-aye c'ha sempre la stessa espressione per tutto.


E infatti, vi regalo un lieve compendio che mi sono costruito negli anni per decifrare la variegata mimica dell'aye-aye. Ma solo questo.

Sì, alcuni non li ho pubblicati che me li tengo in serbo per i tempi grami.
Altri perché è una cosa segreta che solo io e l'aye-aye supremo sappiamo.

Peace!

4.12.12

Sesso, bugie e Diderot



È che certe volte sei lì di fronte allo specchio che pensi tra te e te vabbé, scrivo 'ste quattro stronzate, dico che è una rubrica e poi col cazzo che mi vien voglia di buttar giù anche la seconda puntata e andatevene un po' tutti a fanculo (quando penso non uso la punteggiatura). Ecco, più o meno così ma con il colletto della camicia risvoltato sopra la giacca e la faccia di Al Pacino in Scarface.

Poi ti volti indietro, il vento scompiglia i tuoi capelli già spettinati (quasi volesse metterli in ordine) mentre il tramonto si specchia nelle profondità misteriose dei tuoi occhi nocciola, e ti rendi conto di essere già arrivato alla sesta dose.
Rileggi le altre qui, qui, qui, qui e qui e l'unica cosa che riesci a elaborare è che in questo stesso istante qualcuno nel mondo sta per dire OMISSIS. E questo ti fa rabbrividire.
(mi spiace che la parola OMISSIS sia stata censurata da Blogger ché così non si capisce nulla. Però è anche vero che OMISSIS è davvero terribile come concetto e forse è meglio così).

Da qui in poi smetterò di parlare in seconda persona, OMISSIS.

[SE SEI MINORENNE BLA BLA BLA, SE NON HAI IL PERMESSO DEI GENITORI BLA BLA BLA, SE PENSI CHE QUEL CHE VERRA' QUI DI SEGUITO POTREBBE OFFENDERTI BLA BLA BLA, SE CREDI CHE DIO ABBIA CREATO OMISSIS, FORSE E' MEGLIO SE TI FERMI QUI. PER TUTTI GLI ALTRI: FESTAAAAAAAA!]


Botulinonia













 Da non crederci: c'è gente che si masturba con i wurstel. L'ho letto su internet ma me l'aveva già detto mio cugino che è stato in Germania con la gita delle superiori e pare che lì nei sexy shop ci sia addirittura il banco dei freschi. Signora assaggi questa, è arrivata stamattina con la corriera dalla Baviera, guardi che circonferenza. Questa è fatta coi maiali veri, i maiali per la maiala diceva il reclame... Se vuole c'è anche quella col peperoncino, che le dà un tocco di piccante al rapporto. I pistacchi? Ma no signora, quelli sono solo per dentro, mica per fuori!


Capnolagnia

















Dice wikipedia che "è una forma di feticismo basato sull'osservazione di una persona che fuma".
Che prima si mimetizzavano nei locali, ma da quando c'è la legge sul fumo li vedi solo nelle zone fumatori dell'Ikea, e dopo 8 ore di osservazione compulsiva son lì con gli occhi crepati che sembrano un decoupage.
Su internet si guardano le pubblicità della Malboro degli anni '80 e c'hanno in camera il robot fatto coi pacchetti di Merit.
Che i peggiori son quelli che prestano la tessera sanitaria ai ragazzini perché vadano a comprarsi le sigarette.
Beh, sempre meglio dei preti!

Candaulesimo















Sempre wikipedia (che pare tanto e dopo ci sono tutte 'ste sozzerie qui) dice che il termine candaulesimo indica la pratica umana di tipo sessuale con la quale il soggetto prova soddisfacimento nell'osservare il partner durante l'atto sessuale con un'altra persona.
Umana, capito? Umana!
Che mica si è mai visto un bradipo dire alla bradipa oh, stasera ho detto al tipo dell'albero qui di fianco che te lo scopi e io, se non sono troppo stanco, guardo!
Come esempio comunque vi riporto alcuni dialoghi tratti da Jacques le Candauliste di Diderot:

- Senta procace panificatore, non è che (di grazia) vorrebbe scoparsi mia moglie?
- Ma eminenstissimo signore, sua moglie è un cesso!
- Ecco, appunto, mica posso scoparmela solo io.

- Scusi passionale idraulico, non è che stasera mi scopa la moglie?
- Non vorrei offenderla, ma me la sono già scopata questa mattina mentre vossignoria era al lavoro.
- Ah, allora magari non è che può raccontarmi con dovizia di particolari, che per oggi mi accontento della differita?

- Gentile sconosciuto, io avrei una moglie da scopare, vorrebbe?
- Scusi, dov'è il trucco? Perché non se la scopa lei?
- Preferisco quando se la scopa un altro!
- E perché non l'ha fatta sposare con un altro?
- Perché non sarebbe stata mia moglie e non ne avrei tratto piacere! Ma quindi, se la scopa?
- Sì, ma dov'è il trucco? Non è che poi mi fa comprare delle pentole o roba del genere?
- Oh, ma per chi mi ha preso? Io la moglie me la faccio fottere a gratis!
- Ah, allora ci sto.



Colpeurintofilia










Dice che c'è chi cerca dilatazioni esagerate.
È che a volte ciò che abbiamo ci va stretto e sentiamo la necessità di allargare i nostri orizzonti fino a strappare i confini del nostro essere interiore.
E quindi, se per allargare c'è bisogno di metterci tutto il braccio che male c'è? Eh, che male c'è?
C'è un cazzo di male porca troia, fanculo me e la mia mania di mettere in pratica tutto quel che scrivo!


E anche per oggi abbiamo OMISSIS.

2.12.12

Il reo della foresta


Dato che questa è la miglior rubrica di animali rari che si possa trovare su questo blog (dati Nielsen - elaborazioni Epson computer), è un onore poter ospitare finalmente un animale davvero rarissimo.

Prima di iniziare vorrei quindi ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile questo avvenimento:
innanzitutto ringrazio l'ambasciata finlandese che in uno sforzo congiunto con il consolato Turkmeno e la segreteria di Stato di Bali hanno resi disponibili i visti per muoversi nelle zone di avvistamento, poi il team medico-veterinario che per mesi ha analizzato delle tracce di materiale organico ritrovato su una corteccia di betulla nana del Madagascar, il catering, l'inventore dell'estathé, Piero Angela, la Canon che ha fornito le telecamere per la termografia, la mia gatta (la Yuleimi non l'altra di cui non ricordo il nome). Ma soprattutto vorrei ringraziare la persona che più di tutte mi è stata vicina in quest'avventura, mi ha consolato quando i risultati non arrivavano e ha gioito con me (molto gioito) per i successi: grazie Gesù.

Forse dovrei ringraziare anche Minerva, è stata lei a lanciare il dado stavolta

La ragazza è sempre stata un po' confusa

Comunque, bando alle ciance, si parla del pirlofallo bineuronico (penismentula bicefala).

Questo riservato esserino vive nascosto tra le biforcature muschiose delle foreste vergini, o almeno così si suppone dato che non esiste una documentazione videofotografica che possa attestare le effettive abitudini di questo misterioso animale.

La sua esistenza è invece comprovata in diverse trascrizioni di testi copti del secondo impero. 
A cavallo tra scienza e mito, il nome pirlofallo è passato attraverso i secoli negli studi di scienziati di tutte le epoche che hanno cercato di scoprire quanto possibile sul suo comportamento.


Un disegnatore del '500 cerca di immortalare il pirlofallo tramite una camera oscura
Plinio il Vecchio nel suo Naturalis Historia scrive "è il pirlofallus di squame forse coperto, e penne e plumus con varipinta livrea, del popolo e di Dio timoroso tanto ascoso quanto dell'oscurità amico..."

In realtà, studi recenti hanno dimostrato che il corpo del pirlofallo è protetto da una sottile pellicola cutanea molto elastica, necessaria per le sue estroflessioni, narrate anche da Dante nella Divina Commedia:
"sì che ascosa fera in nuda pelle,
solea salir e discender quasi scale
e a rimestar qual lucenti stelle
pareano gli occhi di quell'animale" 


C'è chi dice che il suffisso bineuronico indichi la natura bicefala dell'animale, con due teste assolutamente indipendenti e in costante contrasto tra loro. Questo parrebbe dedursi dalle strane tracce lasciate sul terreno e imputate al pirlofallo, impronte che sembrano delineare un andamento incerto e altalenante, quasi che ognuna delle due zampe posteriori volesse seguire una direzione differente.
Pare però che questo dipenda da un'errata interpretazione di un testo di Linneo che aveva (parrebbe) la copertina al contrario, questo particolare trasse in inganno un naturalista di Helsinki che descrisse nel suo testo About Pirlifallus tale natura bicefala. Recenti foto termografiche hanno invece dimostrato che le due protuberanze sono ghiandole posizionate alla base del lungo cranio elissoidale.
Nella termografia scattata nella giungla di Bali vediamo l'unica prova dell'esistenza del pirlofallo
Alto a garrese pochi centimetri, il pirlofallo è un animale poco socievole che ha contatti con gli altri della propria specie soltanto nella stagione degli amori. Poi è tutto un ti chiamo io, ci becchiamo in giro, no oggi non posso, il tuo sms non mi è arrivato.La dieta non è ancora ben conosciuta, ma dagli escrementi parrebbe ghiotto di Gocciole, alimento che trafuga dai convogli ferroviari che attraversano la taiga.

Poco altro ci è dato di sapere su questo straordinario animale colpevole solo della propria timidezza.

(lo so, a rileggerla 'sta cosa non fa nemmeno tanto ridere, anzi. È che ormai mi ero messo a scriverla e non avevo voglia di ricominciare a pensare ad altro. Quindi, fatevela bastare. Se volete potete pensare che sia una cosa vera, vedrete quanto interessante potrà sembrare e soprattutto che figurone farete coi vostri amici parlando di questa sensazionale meraviglia della natura. Vi dirò di più, parlate del pirlofallo bineuronico e vedrete che si scopa di sicuro. Assicurato.)

[In realtà è tutto un modo per farvi desistere da lanciare nuovamente il dado. Ma tanto so che qualche mano fedifraga è già pronta a compiere quell'atto immondo. Il secondo oggi, per tale mano).

Sigla.

La fin du monde






Che in realtà volevo metterci questa di foto iniziale, ma spiegaglielo te a facebook.



Tra venti giorni finisce il mondo.
L'hanno scritto i Maya, tra l'altro in modo chiarissimo e inequivocabile. Quindi ci crediamo.
Insomma, non so se lo sapete ma il calendario Maya s'interrompe bruscamente il 21.12.2012, come si può ben vedere da questa immagine





Chiaro, no?

(in realtà tutta la menata sul 21 dicembre deriva da un'ulteriore pagina di calendario ritrovata tra le rovine di un tempio sepolto dalla foresta pluviale, anche questo con una misteriosa interruzione al 21 dicembre)


Il punto è: cosa succederà?
Per capirlo serve una premessa.

Avete notato che in ogni cazzo di film arriva il momento in cui i protagonisti sono in una situazione potenzialmente mortale e questo li porta a rivelarsi che da sempre si amano segretamente l'un l'altro?
Faccio un esempio.

Jack e Kate sono aggrappati in bilico su di un ponte di corde sospeso mentre una mandria di mucche carnivore a sei zampe (frutto di un esperimento genetico del marito di lei, classico dottore pazzo) li sta assalendo.

J: Kate, dobbiamo saltare! È l'unico modo che abbiamo per salvarci...
K: Ma Jack, se saltiamo le mucche ci raggiungeranno lo stesso scendendo da quella scalinata là in fondo.
J: Piccola sciocchina, su internet c'è scritto dappertutto che le mucche non possono scendere le scale.
K: Allora saltiamo! Jack...
si guardano negli occhi
K: Mi spiace averti coinvolto in tutto questo anche se non ci vedevamo da trent'anni. Purtroppo non potevo sospettare che l'uomo che sono stata costretta a sposare fosse un malato di mente che ha creato una razza di mucche carnivore con sei zampe con lo scopo di divorare i capi di stato di tutti i paesi del mondo.
J: Per te questo e altro. Ora salterò, se non dovessi farcela devo dirti una cosa che non ti ho mai detto.
K:Cosa?
J: Ti amo Kate, ti ho sempre amata. Fin da quel primo giorno quando ti chiesi di venire con me al ballo di fine anno.
In sottofondo parte He comes the sun

K: Perché non me l'hai mai detto? Anch'io ti ho segretamente amato per tutti questi anni. Perché? Perché non me l'hai detto.
J: Perché credevo che mi odiassi. Pensavo di non piacerti. Quel giorno che ti ho chiesto del ballo non hai nemmeno aperto bocca, neanche per dirmi no.
K: Ma Jack, ero dal dentista. Stavo prendendo il calco in gesso per l'apparecchio. Anch'io ti amavo.
J: Guardami! Quando tutto questo finirà staremo insieme per sempre! Salto...
Una mucca assassina con le ali ghermisce Jack e lo squarta in due.
In sottofondo Jeff Buckley strappa dalla notte la sua Halleluia.
K: Oh, no Jack. Ti amerò per sempre (in realtà sta pensando: brutto figlio di puttana, se quel giorno tu ti fossi dichiarato io non avrei mai sposato quel pazzo scatenato fabbricante di mucche killer, avrei avuto quella cazzo di vita normale che mi meritavo. E invece lui no, lui è timido, ha paura di dichiararsi. Vaffanculo Jack, mi hai rovinato la vita!)

Ecco, alla fine siamo tutti un po' così. Necessitiamo della costrizione di un evento irreversibile per manifestare un nostro sentire e desiderare.
Attitudini da ultimo pasto del condannato, annientamento sconsiderato del carpe diem.

Cosa succederà il 20 di dicembre?
Succederà che tutti, nel dubbio di dover morire il giorno seguente, sentiranno dentro di sé la dolorosa necessità di espiare le proprie inettitudini confessando alla compagna di banco delle elementari, all'amico del cuore, alla cassiera del supermercato, alla ragazza che vedono in autobus ogni giorno e con cui non hanno mai avuto il coraggio di parlare, di essere segretamente innamorati di loro.

Un bisbiglio di ti amo da anni trattenuti sboccerà come ranuncoli  a maggio, si accumuleranno man mano lungo la linea d'ombra del pianeta che involve su sé stesso.
E le energie di tutti questi sentimenti nascosti, finalmente svelati, si tramuterà in un'onda di potenze che percorrerà la terra come nella scena finale di Shortbus.

E il mondo così come lo conosciamo finirà, per troppo amore.
Tutte le suonerie dei telefoni si tramuteranno in Call me maybe, alzando la tavoletta del cesso suonerà Moon River, nessuno parcheggerà più nei posti dei disabili (nemmeno i disabili) e tutti si diranno 'buongiorno e buonasera'.

Insomma, sarà la fine del mondo.
'sti Maya.