ovvero l'imprescindibile necessità di scrivere qualcosa (nell'attesa di una buona idea)
e comunque questo blog si sarebbe dovuto chiamare "dalla Parte di Topper Harley"
18.9.14
La memoria del pesce rotto
Sul telefono ho un'app che uso per appuntarmi le cose di cui mi piacerebbe scrivere.
Mi vengono in mente mentre cammino di solito, sulle strisce pedonali, percorrendo il bordo di un marciapiede, schivando le fughe del lastricato di qualche piazzale (ho la deroga per il pavè...)
Poi capita che rimangano lì, che non si concretizzino in nulla, pensieri orfani, vicoli ciechi, coiti interrotti dell'immaginazione.
Solo che, e non saprei fare diversamente, non è che mi appunto la descrizione di quel che vorrei scrivere, no, ci metto solo il titolo che vorrei dare al post.
Per esempio, l'altro giorno mi è passato per la testa un discorso abbastanza articolato su quel falso mito delle radici cristiane dell'Europa. C'entravano i greci, gli arabi, le traduzioni e le stelle della bandiera europea.
Mi sono segnato "Radici quadrate". Ne ero abbastanza fiero quando l'ho scritto, non so se chiamarla crittografia mnemonica ma forse quasi lo è, il giochino di parole tra la funzione matematica e la quadratura logica delle origini, simpatico.
Poi non ho scritto niente, e anzi quando ho riletto il titolo ieri mi son detto: ma che cazzo avrò voluto dire? davvero volevo mettermi a parlare di matematica? io? io che 2 + 2 fa sempre: parliamone?
La verità è che mi dimentico le cose.
Mi dimentico di bere, come i vecchi, di pensare, di riempire i vuoti che ho, di essere forse, mi dimentico di scrivere. Ogni tanto mi sovviene che dovrei farlo ma poi mi scordo, rimane lì nel limbo dell'inesistente, nel è troppo tardi o troppo presto, nell'altro, nel dopo.
Il punto è che non è mai troppo abbastanza. Non più.
E mi dimentico.
Fa ridere. Perché da quando esiste 'sto posto l'ho sempre usato come una cartina tornasole, un glucometro con cui misurare i miei livelli di me stesso.
Vengo qui e in base a ciò che scrivo so come sto. Mai il contrario.
Fa ridere il come evitando la diagnosi sparisca anche la malattia.
Credo sia come dimenticarsi. Mi dimentico (con la stessa accezione di ti dimentico ma col mi), e non lo so di preciso perché, forse mi sono rotto il cazzo, o forse sono rotto e basta.
E niente, volevo dire una roba ma non me la ricordo.
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Posso chiedere quali sono le radici di questa parte di umanità se è falso che siano cristiane?
RispondiEliminabeh, se mi parli di umanità direi che le radici sono squisitamente indoeuropee, anche se ovviamente le ipotesi sull'origine degli aplogruppi del cromosoma Y più diffusi sul continente tendono a sormontarsi e in alcuni casi a contraddirsi.
RispondiEliminaSe invece, che è ciò a cui mi riferivo, parliamo di cultura democratica degli stati e riconduzione ai soliti ideali di etica, giustizia, solidarietà umana ecc. ecc. ecc. a cui in linea di massima si ispira l'attuale Unione, beh, direi che pescano a piene mani da un'epoca precedente di almeno 600 anni rispetto al cristianesimo. Platone, Aristotele, le città-stato, la logica, le scienze naturali, quella roba lì insomma.
Roba che fortunatamente ha potuto influenzare le radici europee nonostante (nonostante) l'oscurantismo cristiano e la dominazione (praticamente senza soluzione di continuità) da parte di regimi autocratici, monarchici, dittatoriali o al limite oligarchici di matrice cristiana, tutti con lo spasimo di ottenere un'investitura divina o al limite papale (o magari semplicemente d'esser papa).
Roba che fortunatamente è ritornata di moda nel Rinascimento, grazie alle ritraduzioni in latino dei testi arabi in cui erano stati tradotti i testi greci. Che giri.
Ah, testi ovviamente osteggiati, bruciati, mandati al rogo spesso anche con i loro proprietari (ah, caro Giordano che caldo che fa oggi eh?).
Eppure, malgrado tutto questo affannarsi certe idee tendono a radicarsi.
Ma che siano radici cristiane a me proprio non sembra.
Poi, che siano idee buone beh, questo è un altro film. Per ora abbiamo pagato il biglietto per questo cinema.