26.6.15

Sette anime bannate



Quando ho smesso di badare al blog stavo scrivendo una storia.
Cioè, scrivendo... avevo in testa una cosa su cui abbastanza casualmente prendevo appunti.
Ecco, io quando prendo appunti non è che sono proprio metodico. E nemmeno prolisso.
Anche se ho in mente mezza Divina Commedia già scritta, io mi annoto solo una frasetta sul notepad del telefono. A volte anche solo una parola chiave. Magari abbreviata.
È perché penso che poi me ne ricorderò, che basterà quel codice segreto per spalancare le porte dell'archivio in cui memorizzo gli sviluppi di tutte le mie idee.

Beh, non è così. Il mio telefono c'ha pagine e pagine di righe criptiche che qualcuno di nascosto inserisce, io non di sicuro dato che non so proprio a cosa si riferiscano.



Comunque, volevo scrivere 'sta cosa.
Anzi,  in realtà la prima idea era di creare un finto gruppo di facebook e lasciare che fossero i commenti a portare avanti la narrazione. Come se fosse un gruppo vero, magari privato ma in cui qualcuno era riuscito in qualche modo a entrare, un gruppo privato in cui non scriveva più nessuno ma che ora si poteva leggere.

Insomma, avrebbe dovuto essere il mio The Blair witch project riaggiornato al 2015 e senza tutta l'umidità a cui si espone un cineoperatore per girare nel bosco di notte.

La storia, per come ce l'avevo in testa parlava di troll, fan, lurker e hater. Animali mitologici di questo millennio digitalizzato.
O meglio, raccontava d'altro ma il vero scopo era quello di descrivere i diversi percorsi, le diverse esperienze che avevano portato un gruppo di persone a essere ciò che erano sui social. Magari cercando di dare una chiave interpretativa alle polemiche, gli odii da tastiera, le flame war, il cinismo, il sarcasmo mal riuscito. Perché essere i primi a commentare e scrivere inevitabimente qualcosa di fuori luogo? perché difendere a spada tratta sempre e comunque senza se e senza ma il proprio idolo? perché gli attacchi a prescindere, le falsità strumentali, le finte incomprensioni, l'ironia che non è ironia, l'offesa, il rancore?
Perché i silenzi?

Ecco, avrei voluto che alla fine un po' di risposte saltassero fuori. Spostando il fuoco della camera da presa al di là dello schermo, inquadrando la noia o la frustrazione, o le situazioni che sfuggono di mano, o la solitudine, o solamente l'essere una persona di merda. Avrei voluto questo, passare ai raggi x la foto del profilo per svelare il quadro cancellato che c'è sotto.



Il pretesto era Dylan Dog.
Perché? Perché quando avevo quattordici anni era il mio facebook. Tra quelle vignette venivano postati i link che correvo ad aprire in biblioteca. Qualche parola che non conoscevo tipo "panoplia", oppure un libro, un film, una leggenda, il nome di un posto, di un mostro, una canzone.

E poi perché basta farsi un giro sulla pagina del suddetto per trovarsi di fronte a un'istantanea di tutti quei caratteri che volevo appunto raccontare.
Si partiva parlando male di Dylan, magari il primo, quello che beveva birra e whisky, che ammazzava a sangue freddo, che aveva una barca nascosta lungo le sponde del Tamigi. Si iniziava così, con la più imponente battaglia di commenti che la rete avesse mai visto.
Bannato! Bannato! Bannato!
Bannato!

Si ritrovano in sei, con la voglia di continuare a scriversi, a dirsi, magari solo a perfezionare il loro metodo. È solo per un caso, un mi piace notato, un commento spalleggiato. Insomma, creano questo gruppo "Sette anime bannate".
E lì parlano. Di Dylan Dog soprattutto. Magari lasciando sfuggire qualcosa di sé tra le righe. Organizzando la prossima incursione, stendendo piani, riscrivendo sceneggiature come avrebbero dovuto davvero essere per l'albo perfetto. Anche litigando. Odiandosi o amandosi per quel che i loro caratteri li obbligano o gli concedono.

Poi c'è un lui che si scopre essere una lei, però lo veniamo a sapere solamente quando sparisce, cioè, lo svela uno degli altri, che è un hacker, un ragazzino hacker. A prima c'erano stati i commenti misteriosi di un profilo di Dylan che non era iscritto al gruppo, apparivano e poi venivano cancellati (ma c'è lo screenshot).
Ah, il fatto è che lei aveva raccontato una storia, pareva una cazzata a dire il vero, una di quelle cose che racconti intorno al fuoco con la lampada sotto al mento e poi urli all'improvviso. Ecco, parlava della prima copertina di DD, quella mai pubblicata, parlava del progetto, del team che l'ha portato avanti i primi anni, TIZI.ANOnimi si facevano chiamare così e nessuno sa chi fossero veramente. Ma Dylan l'hanno creato loro. Col whisky e tutto il resto.
Forse c'è una foto, una polaroid sbiadita, hanno i baffi finti di Groucho c'è anche una donna, e uno schizzo della copertina fatto a memoria, un vecchio computer che forse qualcuno è in grado di far funzionare, una registrazione rubata, e il sangue in casa, i vetri rotti, le vite che dal virtuale si sfracellano in caduta libera verso il reale, accorgendosi che non c'è più differenza. Poi che c'è quella vignetta che è la chiave di lettura di un codice da decifrare, la password per svelare lo scopo del progetto. Una cosa importante si direbbe, dato che c'è chi a distanza di trent'anni ancora non si fa scrupoli a uccidere.
Poi boh, ci sono loro dietro alle tastiere, chi coi piatti che strabordano dal lavandino, chi con la moquette perfetta e il parquet lucidissimo, chi sputa veleno sullo schermo col baby monitor che gracchia lì di fianco (gemelli...), e chi odia, odia di qua come di là.
Chi forse cambierà e chi è irrecuperabile, chi si scoprirà amico, innamorato, impaurito, buono, morto.

Appunti, e appunti, e appunti.
Per una storia che ho appena deciso di non scrivere. Me ne sto liberando. La rigurgito qui, sul fondo arrugginito dell'internet in modo da non portarmela più appresso. Mi occupava spazio, mi pesava e non mi servono pesi in questo momento. Taglio i fili di tutti quegli intrecci che avevo disegnato col pensiero, un ultimo sguardo commosso all'arredamento e chi s'è visto s'è visto.

Perché scriverlo direte voi?
Perché Sette anime bannate è un titolo figo che avrebbe dovuto essere il nome di questo blog.
Me lo sono tenuto lì pensando che prima o poi qualcuno l'avrebbe detto. E invece no, nessuno l'ha mai usato, e mi piaceva l'idea di dargli una data di nascita.
Oggi. Che è il mio compleanno.

E mi tolgo 'sto peso.

8 commenti:

  1. secondo me alla fine comunque morivano tutti ma togli l'apostrofo a ultimo!
    auguri.

    RispondiElimina
  2. l'ha scritto Morgan... ora denuncio il sito da cui ho fatto copia e incolla

    RispondiElimina
  3. devi arrivare a questa età per capire che dei morgan non ci si deve fidare?

    RispondiElimina
  4. Un Dylan Dannato creato da Sette anime bannate, potrebbe anche essere un'idea...
    Gli auguri già te li ha fatti ciku, io ci aggiungo lunga vita e prosperità.

    RispondiElimina

È l'ultima cosa che potrete dire in questo posto. Pensateci bene prima di scrivere le solite cazzate...