31.1.14

Affabulazioni


Uno scorpione doveva attraversare un fiume, ma non sapendo nuotare, chiese aiuto ad una rana che si trovava lì accanto. Così, con voce dolce e suadente, le disse: "Per favore, fammi salire sulla tua schiena e portami sull'altra sponda." La rana gli rispose "Fossi matta! Così appena siamo in acqua mi pungi e mi uccidi!" "E per quale motivo dovrei farlo?" incalzò lo scorpione "Se ti pungessi, tu moriresti ed io, non sapendo nuotare, annegherei!" La rana stette un attimo a pensare, e convintasi della sensatezza dell'obiezione dello scorpione, lo caricò sul dorso e insieme entrarono in acqua.
A metà tragitto la rana sentì un dolore intenso provenire dalla schiena, e capì di essere stata punta dallo scorpione. Mentre entrambi stavano per morire la rana chiese all'insano ospite il perché del folle gesto. "Ma porca troia..." rispose lui "Stavo messaggiando e non me ne sono accorto. Scusa."

30.1.14

faccinorosi


Capita spesso che qui sul blog qualcuno mi chieda come si fa la tal emoticon, cosa significa quella faccina, ma esiste uno smile per l'atarassia?
La cosa nasce probabilmente da questo post qui, che evidentemente è rimasto nel cuore di molti.
(o magari dal fatto che so un sacco di cose inutili, tipo come si chiamano Qui Quo Qua in latino o che in Italia hanno fatto solo 52 puntate di Mazinga Z su 92).

Da quel post però sono passati ormai più di due anni, e si sa quanto vadano veloci le cose sull'internet, che il sito di Repubblica ormai fa l'aggiornamento automatico ogni 5 secondi e per leggere le notizie tocca fare le foto col telefonino.

Ecco perché ho deciso di proporvi una nuova serie di emoticon recuperate un po' qui e un po' là da diverse parti del mondo, così quando fate le vostre chattate erotiche con qualche carpentiere maori che si finge una studentessa di Kioto non fate le solite figure.

le solite figure

"°o°"
sgomento
(in quasi tutto il mondo tranne che in Laos dove significa "sei un bradipo sommelier di cazzi")

‡-]
sei come un robot sotto iperico
(isole Figi)

÷0
ottuso
(Canton Ticino - attenzione che nel Canton Sciaffusa significa invece "sei gentile")

)o~
sei l'ultimo spermatozoo arrivato
(Tasmania)

#_°
sei un pirata basito
(Somalia)

\|/
non fare il brasiliano
(Uruguay)

;-;
sei peggio di un koala assassino
(Darwin)

°0()()_()()0°
 baioso
(ricco nord-est)

:-§§§
che barba!
(Papua)

:-§
che baffi!
(Nuova Guinea)

(Y)
sei un perizoma indossato al contrario
(Arkansas)

<*...*>
t'investo con un ufo
(Andorra)

  %
) ççç
ti raddrizzo la faccia con un pugno
(Libano occidentale)

( * )
ce l'hai più in culo che in mano
(Sud Africa)

ò§ò
mi si sono invertite le palle
(Belize)


29.1.14

Cadaveri e Papi


Credo che questo sia il quarto post che inizio a scrivere in questi giorni, ma niente.
Non che sia una cosa di per sé grave eh, non per l'internet quantomeno.
Anzi, a dirla tutta non mi dispiacerebbe se questo fosse l'ultimo. Lo dico senza alcun rammarico, io a differenza di voi lo so che cos'è questo posto, so come certe costrizioni ti consentano di stare in equilibrio, come a volte la condivisione sia solamente un bieco sfruttamento della vita altrui. Tom Sawyer, mela, staccionata da dipingere, quelle robe lì.

È che quando scriverò l'ultimo post non dirò di sicuro che è l'ultimo, figuriamoci: mollerò tutto lì, come se non fosse mai esistito niente. Come interrompersi a metà di una frase senza che si capisca, come se dicessi: il wasabi è sublime. Che ovviamente manca il "cromaticamente parlando".

Comunque, in questi giorni/settimane/mesi la mia priorità sarà quella di trovare un lavoro a Milano.
Perché ho questa sana abitudine di trasferirmi ogni 10 anni, e quindi la scelta 'sto giro è capitata lì.
Ché vent'anni fa me ne sono andato da un paesino che era un lembo di mutanda infilato nelle operose chiappe della pianura padana, e ora me ne vado a Milano e non ho manco un lavoro.

Per un po' di tempo la testa sarà quindi altrove. Scriverò quando mi viene, se mi viene, che mica c'ho il magazzino di post pronti, io.
Dunque, se volete sapere com'è nata e dove andrà a finire la saga di Bovini Assassini, se non avete idea di cosa sia un hapax legomenon, se siete curiosi di sapere cos'ha detto la colomba del Papa prima di essere sventrata dal gabbiano Jonathan Lecter o se morite dalla voglia di fare una vellutata di cavolfiore e patate, beh, tocca aspettare tempi migliori (che magari sono domani, o tra un'ora o a luglio...)

Cioè, ma l'avete vista la colomba inseguita dal gabbiano?
La notizia è questa:

I gabbiani si mangiano anche la merda, figuriamoci una creatura sana, pulita e carina come la colomba del Papa. Comunque la notizia è rimbalzata in tutta l'internet in un secondo e le han dato una copertura che pareva che gli USA avessero invaso di nuovo l'Iraq.


Appunto.
È che il Papa l'aveva lanciata. Come le bombe. Come gli aerei di carta, e le ha anche alitato sul becco per farla andare dritta...

Comunque non è che l'abbiano solo attaccata, no
 ma non mangiata e basta, no, proprio sbranata

in volo

Ovviamente il tutto perché il gabbiano non era un gabbiano normale ma

 e nemmeno il corvo era tanto corvo, evidentemente
 era falco da parte di nonno...

Si poteva fare qualcosa?
E magari addestrarle al krav maga.

Quiz del giorno: cosa sta dicendo la colomba?


Classifica attuale:

20% - Bioparco!
12% -Non mi sembravi un tipo da uccello in bocca.
11% - Candy oh Candy oh Candy oh Candy oh Candy...
7% - Lo jus naturale è la libertà che ciascuno ha di usare il proprio potere a suo arbitrio per la conservazione della sua natura, cioè della sua vita e conseguentemente di fare qualsiasi cosa che, secondo il suo giudizio e la sua ragione, egli concepisca come il mezzo più idoneo a questo fine.
3% - Wow! Mi rifai quella cosa col becco?
1% - Tua madre si fa sbattere dagli struzzi!
46% - Altro non pubblicabile







24.1.14

Tranne tè, tranne tè, tranne tè


Ed è di nuovo venerdì, e su questo blog si sa il venerdì fa rima con mistero!
Rima che tra l'altro è stata sancita nel dicembre del 1984 in un famosissimo bersaglio della Settimana Enigmistica di cui ora vi proporremo la soluzione:
Venerdì
Crusoe
Robinson
Famiglia
Sacra
Sacca
Golf
Maglione
Magione
Casa
Nasa
Ufo
Bistecca
T-bone
T
Mister
Mistero

E il venerdì del mistero, si sa, si parla di misteri.
In questa puntata avremmo potuto svelarvi l'enigma di John Titor, oppure parlarvi del misterioso e immortale Conte di Sain-Germaine, o magari raccontarvi la storia del diamante Hope o dell'Uomo Grigio del Ben MacDhui. Avremmo potuto anche spiegarvi come mai stiamo parlando al plurale, ma non sarebbero stati misteri abbastanza misteriosi per voi, che ormai siete un pubblico attento e molto esigente.

Per accontentare quindi la vostra smania di conoscenza abbiamo dovuto abbandonare ogni pudore e lanciarci in una sfrenata ricerca per accaparrarci il titolo che più solleticasse la vostra sfrenata necessità di misteri, andando a scovare il più emozionante e allo stesso tempo terribile mistero:

qual è il modo corretto di scrivere





Non avendolo ancora svelato non posso scriverlo, quindi ogni volta che dovrò usare quella parola la sostituirò con il simbolo Ƣ che convenzionalmente indica la bustina, (al plurale ƱƱ, pronuncia [tèt-te])




Tè, te, té, the, thé, thè, tea, tee, teh, e ancora tȇ, teȅ, tǽ, tȩ, ɘɟ, tɇ, tē, thě e tėë.
Insomma, la giusta grafia di Ƣ è quantomeno incerta.

Il tutto parte da qui 茶, ideogramma cinese nel dialetto min meridionale che andava a indicare l'arbusto della Camelia sinensis, battezzato però inizialmente da Linneo come Thea sinensis, in pratica la pianta del Ƣ
Ecco, 'sta parola cinese che il traduttore di Google pronuncia con un sensualissimo schàaa
ha cominciato a fare il giro dell'europa fino ad arrivare in Italia nella sua declinazione francese thé.
Chi abbia mai frequentato una terza elementare nel nostro paese sa però quanto l'utilizzo degli accenti sia spesso demandato a un fortuito strofinanmento della penna sulla sommità di qualche vocale piuttosto che a un ragionato procedimento di analisi dei vocaboli utilizzati. Va da sé quindi che nel 1700 le grafie più comuni della parola fossero: te e the, con predilezione per quest'ultima dato che, non essendo ancora stato inventato il cinema, non si poteva confondere con un cazzo.

Il Dizionario botanico italiano del 1809 non chiarisce di sicuro le idee, riportando un po' tutte le varianti di Ƣ, tanto per non sbagliarsi

Nel 1829 invece, dopo avere infilato una doppietta straordinaria a pagina 167

si schiera prepotentemente a favore di the, utilizzando però, nel dubbio, il famoso trucco dello svirgolo appena accennato sopra la e, che non si capisce se sia un apostrofo, una macchia di colore o un accento. La classica situazione win-win.


Ad andare a spulciare i dizionari ognuno dice la sua, e volendo fare un massimo comune denominatore ci si sperde in un classico: va bene tutto.
Volendo però fare i sottili si deduce che:
tè è la grafia italiana e non ci sono cazzi;
te è un caso obliquo del pronome tu ed è una cosa bellissima;
the è un articolo inglese e non c'entra un cazzo;
thé lo scrivono in Francia e si sa noi cosa pensiamo dei francesi (poopopopoopopopo);
thè ci ha la acca talmente muta che è solo una fatica in più scriverla, ma a non poterne fare a meno si può;
tea si pronuncia ti e non si può usare a meno che non scriviate anche feaga;
té è spagnolo, per scriverlo bisogna premere contemporaneamente due tasti e non c'è motivo per farlo;
estathè lo scrivono sempre come cazzo gli pare ed è l'eccezione che invalida qualunque altra regola.

Insomma, mistero risolto: Ƣ si scrive come si pronuncia.

A venerdì prossimo, e se qualcuno ha qualche tema da proporre se lo Ƣnga.

22.1.14

Anticipo fratture


Da qualche giorno è in edicola il quarto episodio della miniserie Orfani
Come per tutte le cose c'è a chi piace, a chi non piace, a chi fa schifo, a chi non l'ha letta ma gli fa schifo, a chi è di Recchioni e allora gli piace, a chi è di Recchioni e allora gli fa schifo, a chi l'ha letta e non gli piace ma è di Recchioni e allora gli piace e viceversa, a chi bello ma il colore..., a chi brutto ma il colore..., a chi non succede niente, a chi succede troppo, a chi ci sono i buchi di sceneggiatura, a chi è troppo uguale a Halo, a chi è troppo uguale a Ender's Game, a chi è troppo poco uguale a Zagor, a chi capolavoro, a chi 4,50 euro per leggere dieci minuti è una vergogna.

Io di mio lo leggo. Mi sono davvero stupito di quanto mi piacessero i disegni di Dall'Oglio. Non che abbia molto altro da dire. Lo leggo come guarderei un film tratto da un dramma shakesperiano, soprendendomi a volte più della messa in scena che dell'intreccio della trama, magari rivedendo questo giudizio in base alle situazioni, liberandomi di qualsiasi rimando e lasciandomi trasportare come su di un materassino al mare, senza speranze di raggiungere qualche meta precisa, ma affidandomi alla corrente, guardando dove mi porta.

A me piace così, e forse è proprio a causa di questo mio lassismo che spesso mi ritrovo a perdermi ammirato tra le discussioni di chi invece ha preso davvero a cuore il dibattito sulla serie.
Tra tutti, quelli che preferisco sono gli auruspici. Non so se sia una categoria che esiste anche in altri ambiti, probabilmente sì, cioè di sicuro in questo momento c'è un qualche forum in cui un'auruspica sta esponendo la sua predizione sul fatto che la figlia scomparsa di Brooke non è la gemella di Summer ma probabilmente è stata la moglie del Sultano del Bering che però ha tradito con il console ghanese dando alla luce in segreto Mellory, questo perché in un angolo di una foto si scorge una ragazzina bionda che non dovrebbe esserci e che evidentemente è stata aggiunta da Kevin, il marito fotografo di Don, che altrimenti perché inserire un fotografo nella scorsa puntata se il suo lavoro non fosse stato un indizio rilevante per svelare la fine della gemella di Geremy?

*Postilla sui buchi di sceneggiatura: ma se una storia non è finita, se mancano ancora 8 (otto) capitoli alla conclusione della prima stagione, ma sulla base di quali presunti poteri divinatori si può accusare una sceneggiatura (poverina) di essere lacunosa? No, perché al tempo non c'erano i forum ma mi immagino tutte le lettere che può aver ricevuto il buon Manzoni dopo che la gente lesse il primo capitolo dei Promessi Sposi: e chi cazzo è 'sto Don Rodrigo? Mica si può citare un personaggio così senza spiegare chi sia... Perché dovrebbe impedire il matrimonio di 'sti poveracci? non ha senso. Poteva tranquillamente uccidere Renzo, perché mettere in scena 'sta cosa dei bravi? E comunque secondo me i bravi non sono quel che sembrano. Comunque mio cugino ha già letto il secondo capitolo e anche lì Don Rodrigo non viene approfondito per niente...

*Postilla sui 4,50 euro: una volta ho speso 4,50 euro per una pizza buonissima. Ci avrò messo cinque minuti a finirla da quanto buona era. Cinque. E una volta mangiata non è che me la sono portata a casa per rimangiarmela con calma quando avrei avuto voglia, e non ho potuto nemmeno prestarla  a mio cugino perché la mangiasse anche lui, né tantomeno l'ho potuta mettere su ebay per venderla a qualcuno che voleva mangiarsela. Ecco, per dire. Ma di sicuro non dico che sono stati cinque minuti buttati nel cesso...

Comunque, dicevo, mi piace leggere quelli che si prodigano nello svelare gli effettivi risvolti ancora sconosciuti della serie, mi piace perché non è un mero gioco d'azzardo, no, è una dimostrazione di acutezza, una sfida lanciata all'autore e all'internet tutta, è un poter dire (quando per la legge dei grandi numeri una cazzo di previsione si avvererà) proprio come avevo detto io, che cazzata...

E non sono ironico eh, magari non ne capisco a fondo la ratio, ma non sono ironico, davvero, c'è gente proprio brava, che si impegna, con fantasia, con competenze, passione. Se potessi li invidierei, sì, insomma, vorrei anch'io scrivere il mio risvolto, mostrare finalmente al mondo lo Sherlock che è in me (lo o il? Sherlock si raccorda come jedi?)

No vabbé, voglio farlo anch'io.
Dunque, qual è la cosa più straordinaria che potrebbe succedere in Orfani, il più raffinato imbroglio al lettore, il risvolto più eclatante?


Beh, senza dubbio che gli orfani non sono orfani! Cioè, un fumetto intitolato Orfani dove si scopre che i protagonisti che pensavamo tutti senza genitori in realtà non lo sono. Il finale a sorpresa già nel titolo. Come se a un certo punto scoprissimo che Tex in realtà non è mai stato Tex. Che botta eh?

E come dovrebbe succedere questa cosa?
Io ho tre ipotesi:

1. si scopre che gli alieni arancioni altro non sono che i veri genitori degli orfani, il raggio tachionico in realtà era un teletrasporto calibrato sul codice genetico di umani che avessero almeno una volta procreato. Gli involucri iridescenti servono per difendersi dalle radiazioni del pianeta e sono stati forniti loro dal vero artefice dell'esperimento, un mad doctor che era stato maltrattato dal padre e che ora aveva speso tutta la sua eredità per elaborare questo complicatissimo piano atto a mettere i genitori contro i figli. A un certo punto un mostro però fa con le dita un gesto che faceva sempre sulla culla di uno degli orfani e questo se ne ricorda e allora capisce e diventa tutta una lotta contro il tempo per fermare lo sterminio dei genitori, e il villain viene sconfitto e i genitori escono dall'involucro e si abbracciano tutti e gli orfani non sono più orfani, anzi non lo sono mai stati.


2. il raggio tachionico altro non è che un'ardita metafora grafica che nasconde in realtà l'atto della fecondazione. Gli orfani non sono i bambini che credono di essere, i loro ricordi sono tutti artificiali e nessuno di loro ha avuto la famiglia che pensa, così come nessuno dei loro genitori è morto durante l'attacco (che in realtà non c'è stato). Di fatto gli orfani sono tutti fratelli e sono stati creati in laboratorio tramite l'inseminazione artificiale con il materiale genetico estratto dal colonnello Nakamura e dalla professoressa Juric, che sono di fatto i loro effettivi genitori. Perché? A cosa potrà servire una prole di migliaia di ragazzini addestrati per diventare super-soldati? Il finale non lo dice. Ci si sofferma su quanto sia difficile per una mamma che lavora seguire le sue decine di migliaia di figli adolescenti e lentamente si sfuma in nero senza dare nessuna spegazione sull'esperimento di Painted Sky.
(ah, a proposito di Painted Sky vi racconto questa. Ero a una conferenza di presentazione di Orfani qui a Padova. C'è Recchioni che parla e racconta che è una serie corale, che non c'è un solo protagonista, che un esperimento del genere era stato fatto con Caravan che però è una serie di Medda. C'è un giornalista di fianco a me che scrive fitto fitto, alza la testa e mi sussurra sottovoce:"scusa, ma ha detto che è una serie di MERDA?" e io:"oh, evidentemente non gli è piaciuta!")


3. gli orfani non sono orfani e non potranno esserlo mai. Il raggio tachionico infatti ha aperto un varco spaziotemporale che ha trascinato i ragazzi che poi diventeranno gli Orfani indietro nel tempo, fino all'anno in cui sono stati concepiti. Come guidati da una sorta di intelligenza collettiva cosmica derivante dai flussi di neutrini collegati tra loro dall'entanglement, gli orfani si sostituiscono ai loro padri e fecondano le proprie madri diventando di fatto padri di sé stessi. Essendo quindi nello stesso momento padre e figlio non potrebbero mai divenire orfani in quanto la loro morte causerebbe l'estinzione di entrambe tali figure e quindi non esisterebbe un istante in cui la parte figlio riuscirebbe a sussistere slegata dalla parte padre. Il tutto si chiude con un pippone finale su ente, essente e essere e sulle caratteristiche intrinseche dell'orfanità in relazione a un'eredità memetica. Gli alieni altro non sono che la proiezione del desiderio degli orfani di diventare orfani davvero, quindi di fatto un'idea della loro parte genitoriale estrapolata da contesto di loro stessi e con cui entrano in duro contrasto quasi a rispecchiare le classiche dinamiche famigliari che rimangono però, in questo contesto, irrisolte per manifesta corrispondenza delle due parti. (rimane in questa ipotesi inspiegato il discorso sulle orfane, ma credo sia un buco di sceneggiatura che verrà colmato nella seconda stagione)


Ecco, secondo me è una di queste tre. Mi sbilancerei sulla terza anche se con 'sti giornaletti le sorprese sono sempre dietro l'angolo.

18.1.14

Un mendico in famiglia


Questo post avrebbe dovuto intitolarsi Sex, drugs & aperòl e quando ho iniziato a scriverlo pensavo di fare uno di quei soliti elenchi sulle cinque cose che proprio non sapete su sesso, droga o alcool.
Lo so, l'internet straripa di post con elenchi di 5, 10, 13 cose che non sapevate su. Ma l'ho scoperto dopo, cioè non ho mai trovato un elenco di dieci cose su internet che mi dicesse che internet è oberata di elenchi.

Comunque, dato che qua passa gente molto ignorante (con tutto rispetto per gli ignoranti veri eh, quelli che non hanno studiato. No, no, qua passa gente che ha studiato ed è ignorante...) ho pensato che scrivere le dieci cose che non sapevate sarebbe stato tipo: il sesso fa passare il mal di testa, la droga fa male, l'alcool puzza.
(che poi 'sta cosa che il sesso fa passare il mal di testa, a me pare che lo faccia venire. Cioè, ci pensi troppo e ti viene il mal di testa, poi lo fai e non ci pensi più e il mal di testa ti passa. È scienza...)

Nonostante questo ci ho provato, mi sono armato di google e ho cercato notizie interessanti, ma tipo quelle robe che il Campari lo fanno con le cocciniglie o che la balena ha un pene di 3,6 metri.
Oh, non ci crederete ma in tutti gli elenchi delle enne curiosità che proprio dovete sapere sul sesso c'è: la balena ha un pene di 3,6 metri.




Che forse ho dei problemi io eh, ma non è che mi sembri un argomento molto usabile.
Tipo: tavolo di un ristorante elegante, le coppe di champagne tintinnano mentre i due si guardano languidi negli occhi, è uno sguardo che preannuncia già l'intensità di quel dopo che entrambi ormai bramano.
LEI: ... e alla National Gallery sono stata due giorni di fila a guardare questa installazione della Abramovic, praticamente c'era lei inginocchiata su questa catasta fatta di scarpe di migranti morti in tutti il paesi del mondo, un commovente cumulo alto 3,6 metri. È stata un'emozione straniante, mi ricordo che piangevo eppure in certo qual modo ero eccitata da quella sensazione, cioè...
LUI: Oh, 3,6 metri. Come il pene della balena azzurra!
LEI: Ah...
LUI: Scopiamo?
LEI: ...
............................................................
LUI: Allora, ti è piaciuto?
LEI: La balena azzurra ha un pene di 3,6 metri.
LUI: Ah...


Insomma, potrebbe non essere quel tipo di curiosità che ti salva la serata.

Fatto sta che mentre cercavo 'ste minchia di curiosità per un post che non ho nemmeno fatto, mi imbatto in un articolo che ha questo incipit
E io penso, è una pratica antichissima, ma non la più antica evidentemente, altrimenti l'avrebbero detto. E allora ci dev'essere stato dell'altro. Cioè, il sesso è antichissimo tipo 10.000 anni? Un milione di anni? I primi uomini facevano sesso o l'hanno inventato dopo, come la ruota e i piercing?
E se ci fossero quindi delle pratiche più antiche ancora del sesso con cui gli umani si riproducevano?


Potrebbe esserci stato un tempo in cui ci si riproduceva come i pioppi, affidando semi all'aria e lasciando che il vento si trasformasse in cupido trasportando il nostro amore tra la gente e sperando di approdare ai giusti lidi.

Una pratica di sicuro affascinante, rapida ed efficace, ma che potrebbe aver avuto anche alcuni effetti indesiderati, in particolar modo 'sta cosa di 'sto seme che vaga nell'aria come nelle trasmissioni dei tamarri che fanno su mtv, ecco, magari a qualcuno avrebbe potuto anche dare fastidio.






Un'altra ipotesi percorribile potrebbe essere quella della propagazione vegetativa, come i geranei: stacchi un pezzo, lo reinvasi e quello ricresce bello bello dando vita a una nuova pianta.
Magari una volta, prima del diffondersi dell'antichissima pratica del sesso, funzionava così: il papà e la mamma si amano, dormono insieme, poi tagliano una mano al papà e la mettono nell'orto, e poi sei nato tu. Potrebbe avere un senso.
Guarda mamma, senza mani!
Che già vedendo la brillantezza e la comodità di queste pratiche non si capisce quale degenerazione evolutiva ci abbia costretti a passare al sesso come passaggio obbligato per la riproduzione.
Soprattutto perché oltre alle due già menzionate esiste anche una terza teoria.



La terza (e molto più interessante) ipotesi su come abbiano fatto gli umani a riprodursi prima dell'avvento dell'antichissima pratica del sesso è questa: gli zingari.
Gli zingari, si sa, rubano i bambini e poi li rivendono. E fin qui tutto bene. Ma cosa succede però quando quei bambini che sono stati rubati e venduti vengono successivamente rirubati e rivenduti?
Succede quello che bancariamente (per bancariamente intendo nel blog di Grillo) viene chiamato signoraggio secondario o moltiplicazione degli impieghi.
Io ho 100 euro e li do alla banca che ne tiene due e presta gli altri 98 a uno che li dà a un'altra banca che ne tiene 1,96 e presta gli altri 96,04 e via dicendo. La tabellina che mostrano è sempre la stessa
Ecco, con 100 euro di depositi la banca ne presta 5000. Bene, sostituite gli euro con i bambini. Ogni 100 bambini rubati gli zingari riescono a ripopolare l'umanità di 5000 unità.


Anche partendo quindi da popolazioni esigue il metodo rom permette uno sviluppo demografico maltusiano e soprattutto evita la dispersione incontrollata di sostanze vischiose nell'aria garantendo nel contempo la permanenza di tutti gli arti maschili. Insomma, massima resa minima spesa.
E la cosa bella è che i bambini rubati mica devi accudirli, fanno solo numero, mica ti chiedono il motorino o il diario di Violetta. I bambini rubati sono una figata e davvero non si capisce perché invece ci costringano a scopare. Boh, sarà stata di sicuro una subdola mossa delle solite lobby della pornografia e delle religioni.

Passo e chiudo.

15.1.14

L'ultimo post(o)


L'ultimo posto in cui sono stato era qui.
Il 9 gennaio scorso, sei giorni fa. Ho scritto qualche stupidaggine, tanto per ricordare al mondo che ero passato di lì, come le tag dei ragazzini sul muro, come i graffiti fastidiosi, non quelli belli che ti ci perdi mentre cammini e la testa si gira di qualche grado a ogni passo per mantenere quell'immagine al centro dello sguardo, e dopo aver scritto sono rimasto lì, un po', a cercare quale fosse la parola chiave, il fulcro che teneva in equilibrio tutto il discorso, il centro da cui si dipanavano concentriche, forse a spirale, tutte quelle elucubrazioni a prima vista insensate, balorde, sciocche addirittura, ma in qualche modo significative, emblematiche, come in quei giochi di parole in cui si scopre che unendo tutte le iniziali, oppure la prima, la seconda, la terza lettera di ogni parola si forma una frase, un pensiero, la soluzione.
Ecco, ho osservato quei pensieri sghimbesci come se nascondessero una soluzione, davvero come se ci fosse. Ma no.
È l'ultima cosa che ho pensato, l'ultima legata a questo luogo.
Sono stato qui, l'ultimo posto in cui sono stato: poi più da nessun'altra parte.

Ho letto un libro. Non sapevo fare altro, non in quel dove in cui non sono stato.
Poi sono arrivato all'ultima pagina ma ho scoperto che non era l'ultima, davvero.


A pagina 260 il mondo finiva, una frase s'interrompeva scivolando sull'orlo di un precipizio: chissà le altre parole, chissà che fine hanno fatto.
Poco prima avevo scoperto che anche una mia amica stava leggendo lo stesso libro. È un libro del 1963, di Buzzati. Non so quale sia la probabilità che due persone che si conoscono stiano leggendo contemporaneamente un libro del '63 di Buzzati, probabilmente se lo stesso percentile l'avessi sfruttato in qualche gioco di stato ora sarei ricco, invece ho solo un libro a cui manca l'ultima pagina e i periodi interminabili di Buzzati, le frasi impetuose, le virgole tormentate sempre al giusto posto eppure permeate dalla costante tensione del dubbio. Sono questi i libri in cui non puoi distrarti, abbandonarti al rollio delle pagine, lasciando che siano le onde di quel mare calmo a trasportarti nella lettura, no. Perché ogni flutto leggero è un potenziale maroso, un frangente inespresso che improvvisamente scatena la sua impensabile potenza, e ti travolge, beccheggi cercando il fiato, riappropriandoti di un respiro fradicio di parole solo per qualche istante, un attimo prima di soccombere definitivamente sotto il peso cinetico di un periodo. E allora devi risalire, riaffiorare, cercare un appiglio, risalire fino al punto da cui eri partito, e riprovare. Ricalibrare un nuovo respiro e reimmergerti con cognizione di causa. Non puoi lasciarti trasportare, devi comandare tu, piantare i piedi con energia sulle assi di poppa e legarti al timone. Comandare.
Fino ad affrontare a muso duro perfino le idee dell'autore, immaginarsi la protagonista bionda anziché mora e portare avanti questa convinzione a discapito di ogni descrizione più minuziosa. Sostituire mentalmente corvino con cenere, moro con fulvo, nero con flavo, battersi, resistere, imporsi.
Son quei libri che si leggono così.

Che poi tanto alla fine vincono loro, ma vuoi mettere l'onore delle armi? l'illusoria sensazione d'aver lottato?

Comunque.


Ecco, rieccomi in questo posto che è ancora l'ultimo posto in cui sono stato, l'ultimo posto che ho scritto.
E su questa cosa che ultimo in italiano è sempre una parola così deliziosamente ambigua io chiuderei.

Ah, leggetelo quel libro che ha senso.

9.1.14

Basta dirlo






Essendo oggi il 9 gennaio 2014 sarebbe abbastanza semplice e semplicistico scrivere un post sulle date palindrome (cosa che già in passato ho fatto e appunto per questo tenderei ad evitare). Tra l'altro, proprio Eulero diceva che la palindromicità è l'inesatto rabberciato che si distende in una crepitante incompiutezza, e questa cosa mi ha sempre fatto un po' specie perché mi ci sono sempre ritrovato, e in diverse esperienze che ho avuto devo dire che queste parole sono state di ispirazione per spronarmi a dare il meglio.


Altrettanto facile sarebbe fare un post sul doodle con cui ci ha deliziato oggi Google: una sorta di rivisitazione post-futurista che ricolloca il concetto di autoreferenzialità all'interno dei confini più avventati dell'introspezione.

Ecco, quel che può sembrare un divertente giochino (addirittura una presa in giro verso gli utenti che rivedono in questa nuova trasposizione una sorta di sterile proiezione ortogonale dell'esistente) si ammanta di significante e significati nell'attimo stesso in cui riusciamo ad astrarci dal mero raffronto con il solito layout e captiamo, come fosse una sorta di profumo nell'aria, la compiaciuta potenza esistenziale che tale sfida ci pone. Non citerò qui il Pierre Menard di Borges, ma è inopinabile il fatto che i richiami ad alcuni riflessi narcisistici, a una certa specularità diffusa, a un concetto di copia che travalica l'originale, siano tutti ben espressi da questa nuova genialata del motore di ricerca più famoso del mondo.


Cioè, a volerlo di post facili ce ne sarebbero da scrivere. Insomma, la realtà è un mistero che si svela nel momento stesso in cui viene svelata e proprio per questo l'osservazione e l'insurrezione sono le due facce della stessa medaglia. Vabbé, lo so che camminando su questo sottile spartiacque il discorso dell'iattabilità Grillo-Renzi e compagnie varie sarebbe anche il più naturale, ma non era proprio l'argomento in cui infilarsi in una data importante ed evocativa come il 9 gennaio.

Quindi faccio quel che faccio di solito, se non ho qualcosa da dire non lo dico (che poi qualcosa è maschile mentre cosa è femminile, pensateci...), e dunque basta dirlo! (sì, basta inteso come interiezione che tocca spiegare tutto qua)




7.1.14

Condannato a vita


Settimana scorsa sono morto.
Io non me n'ero accorto, ma aprendo il giornale ho visto il titolo lì e mi sono messo il cuore in pace.
Qualcuno mi ha anche spedito un messaggio, gente che nell'incertezza ti scrive "ma sei tu?"
Mi si nota di più se rispondo sì o se non rispondo affatto?

Ovviamente non ero io. Anche se per un po' l'ho pensato.
Cioè, e se non mi fossi accorto? Sì, lì dice 35 anni e io ne ho 37 ma li porto bene, non ho nemmeno un capello grigio (e i capelli ce li ho, che ci sono quelli che dicono non ho nemmeno un capello grigio e sono pelati...)
Sono quelle domande che ti fai, no? E se improvvisamente morissi cosa farei? E se vincessi al superenalotto? E se Heather Graham ti suonasse il campanello di domenica mattina per venderti Lotta Comunista?
Già. Me lo chiedo spesso, mi faccio tutti i discorsi in testa, ho tutta una serie di dialoghi già pronti da utilizzare in base a dove verterà la conversazione... Spero che l'emozione non mi giochi brutti scherzi!

Ah, Heather...

Comunque, quando muore qualcuno di abbastanza giovane c'è sempre chi ci ha la sua teoria.



Le più accreditate sono: dato che sei un figo, sei speciale, sei un fiore, sei un bambino gentile, nonostante Dio abbia davanti tutto il tempo dell'universo non riesce proprio ad aspettare che tu muoia di morte naturale a novant'anni. Dunque ti fa morire per portarti prima a sé.

Oppure che: dato che sei un figo, sei speciale, sei un fiore, sei un bambino gentile, il Diavolo vuole far vacillare la fede delle persone buone e per farlo si prende una persona buona.



Quel che risulta è comunque che se muori tipo a 102 anni o è perché a Dio gli fai schifo e non gliene frega un cazzo di averti con lui, o è perché sei talmente un pezzo di merda che al Diavolo non sei per nulla utile e la tua dipartita da pezzo di merda non farebbe vacillare la fede di nessuno.

È morto a 102 anni, Dio non l'ha voluto fino alla fine...

Ora, io non voglio dare di sicuro consigli di vita a nessuno. Ma in quest'ottica forse vale la pena di ripensare a quei propositi di essere persone migliori per il nuovo anno.
Insomma, anche se sono già morto la scorsa settimana due conti me li sono fatti e vista così mi sa che non è che fare i bravi bambini convenga più di tanto.

Ecco, fate i bravi!