Il neutrino di Neruda

Nel 1971 il poeta cileno Pablo Neruda scrisse 'Ode all'atomo', uno scorcio meraviglioso su quanto la tecnologia e la scienza fossero al tempo stesso spaventose e ammalianti.
Pochi anni prima, nel 1964, il fisico britannico Peter Higgs teorizzò l'esistenza di un bosone che spiegasse la massa delle particelle elementari.

Sulla scia del suo componimento del 1971, Neruda riprende gli stessi temi per sprofondare all'interno della materia e sviscerare il suo atomo scindendolo in elementi ancora più piccoli e "insignificanti".
Nel 1973 quindi, poco prima della sua morte, l'autore compone questa 'Ode al bosone'.

Ode al bosone

Particella nascosta,

quel giorno ti han chiesto di uscire

ma non eri disposta.

Dice un capogiro da acceleratore

o forse una scusa,

e quell'uomo che bussa,

ci prova,

insiste,

non molla,

abusa

del tuo timido opporti,

del tuo rapido spegnerti

nel via vai di un muone.

Affievolisci,

e ti senti bosone soltanto 

nel teorico impatto

di energie sconosciute,

solo il fisico vuole e ti brama:

per il resto sei solo un discorso

inserito

tra un fracking e la biscaggina.

Non lo sa la massaia la massa che porti,

non lo vuole il fattore il tuo campo

(che è fattore di gioia e fermioni),

che ne sai poi il modello alla Standa

del tuo modello standard?

Co' Hiroshima ci han fatto i miliardi,

libri, film e persino canzoni

ma con te che a ogni passo ti perdi

che faranno?

Nemmeno una foto, bosone.

Lascia perdere fama e successo

che già l'atomo si è preso tutto,

vieni in Cile da me 

ti assicuro che è una bella zona:

da due giorni è su Pinochet

che mi pare una brava persona.

Particella di Dio

dai neutrini metti giù le mani,

che se ti hanno scoperta

tu dal Papa non puoi esser coperta.

Particella curiosa.

Gli scienziati ti han rotto i coglioni

ma alla gente se stavi celata

non cambiava cosa.