23.7.14

Facecook, l'angolo cottura del mercoledì - reprise


Il termine papero sta a indicare una giovane oca non ancora in età riproduttiva. Le oche sono quelle con il collo lungo.
Il vero nome di Paperino è Donald Duck, quindi è un'anatra. Nelle prime rappresentazioni però aveva il collo lungo, come un'oca.


Quindi boh, in Italia son tutti paperi quindi oche ma originariamente sono anatre anche se all'inizio avevano il collo lungo, però c'è anche Ocopoli dove teoricamente ci sono le oche vere e le anatre vivono a Paperopoli anche se non sono papere.

Insomma, la questione è complessa. Diventa però meno complessa nel caso in cui avessimo in casa un'arancia (non è stagione lo so, non qui, ma da qualche parte sì e un'arancia la troviamo di sicuro...)



Prendiamo dunque un petto d'anatra. Dove vanno le anatre di Central Park quando d'inverno il lago gela? Beh, ora lo scopriamo.

Bisogna incidere la pelle con un coltello, tre o quattro tagli perpendicolari, e poi si mette in padella a rosolare con una noce di burro. (noce, non noce di cocco eh, mi raccomando)
Nel mentre scaldiamo in un pentolino un dito di liquore all'arancia (Grand Marnier, Cointreau, quelle robe lì). Un dito vuol dire un po', non è che prendete un pentolino da un metro e mezzo di diametro, di quelli per fare la polenta, e ci rovesciate tre bottiglie di liquore.

Aggiungiamo il liquore al petto d'anatra e fiammeggiamo.
(fiammeggiare significa che si inclina un po' la padella verso la fiamma del fornello, in modo che i vapori dell'alcool prendano fuoco. Non fatelo se:
- la cappa sopra il vostro fornello è troppo bassa
- vivete in una polveriera
- siete accidentalmente cosparsi di benzina
- vi chiamate Giordano Bruno)

non esagerate col liquore...


Quando le fiamme saranno esaurite, pepate con disinvoltura, coprite la padella e lasciatela andare a fiamma media.

È giunto ora il momento dell'arancia, altrimenti il fatto di avere intitolato il piatto "anatra all'arancia" davvero non si sarebbe spiegato. In realtà avremmo potuto fare l'anatra alla rancia, che magari non sarebbe venuta nemmeno male

Oppure l'anatra al Larancia, piatto inventato nel 1963 dall'avvocato friulano Domenico Larancia. (Anche se recuperare in questa stagione dei testicoli di opossum avrebbe potuto rivelarsi davvero proibitivo).

Domenico Larancia oggi.


Dunque, prendete un'arancia e sbucciatela. Prendete la zesta e fatene delle fettine (la zesta è la scorza, è un nome che si usa in cucina per sentirsi fighi, ma sempre buccia rimane) e mettetele in un pentolino con un po' d'acqua, zucchero, un cucchiaio di aceto e un tot di succo d'arancia.
Nel mentre avrete tolto il petto d'anatra dalla padella e messo a riposare nel forno caldo spento.

Rosolate le fettine d'arancia nella padella col fondo di cottura dell'anatra, fate asciugare la salsina di zesta, magari addensandola con un po' di farina.

Ecco, prendete il pentolino di là, la padella di qua, il coso in forno là dietro e mettete tutto insieme.
Avete fatto l'anatra all'arancia. (se avete messo troppo aceto avete fatto l'anatra alla rancida, ma questa è un'altra storia).

Applausi.

Il parere degli ospiti

E così questo è un opossum... 

Meehehe!

L'Italia s'è zesta...

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