ovvero l'imprescindibile necessità di scrivere qualcosa (nell'attesa di una buona idea)
e comunque questo blog si sarebbe dovuto chiamare "dalla Parte di Topper Harley"
14.2.15
Papa don't breach
15.01.2015 - Papa Francesco: "Se offendi mia mamma aspettati un pugno"
04.02.2015 - Papa Francesco: "Va bene picchiare un po' i figli, ma mai in faccia per non avvilirli"
07.02.2015 - Papa Francesco: "Chi dice che non va a messa perché è stanco, è uno scemo"
22.02.2015 - Papa Francesco: "Gesù ha usato la frusta nel tempio, ben prima di Christian Grey"
18.03.2015 - Papa Francesco: "Usare il crocifisso come arma con cui colpire chi ci offende non è peccato, perché santifichiamo la forza del Signore e il suo sacrificio di sangue"
26.06.2015 - Papa Francesco: "Non dico che le bombe siano giuste, ma una cosa che arriva dal cielo può davvero essere sbagliata?"
30.06.2015 - Papa Francesco: "Siamo fatti dell'80% di liquidi, se ti infilo un coltello e sanguini è solo il miracolo di Dio e della creazione"
15.10.2015 - Papa Francesco: "'sta mano pò esse fero o pò esse acciaio temperato..."
21.04.2016 - Papa Francesco: "Quando stasera tornerete a casa, date un calcio sui denti ai vostri figli e dite loro che quello è il 43 e mezzo del Papa"
18.12.2016 - Papa Francesco: "Fra poco è Natale e ricordo a tutti il sacramento sacro della confessione. Un bravo cristiano dovrebbe confessare almeno un delitto in vita sua, al limite almeno un pestaggio con prognosi riservata"
17.03.2019 - Papa Francesco: "Ho chiesto di far aggiungere lo stato del Vaticano nel Risiko. Voglio fare il culo alla Kamchatka!"
18.03.2019 - Papa Francesco: "Dio è con noi. E gli conviene, altrimenti gli rompo quel cazzo di triangolo!"
21.03.2019 - Papa Francesco: "La NATO non ha capito che qui nello Stato Pontificio comando io, stamattina ho deciso che a est confiniamo con la Corea e così sarà. A Putin ora gli spiego in quanti modi so usare un rosario..."
01.04.2019 - Papa Francesco: "L'abilità di distruggere un pianeta è insignificante in confronto alla potenza della Forza."
7.2.15
Mister Ghost will see you now (Piange il telefonino)
Che quando mi è venuto in mente di parlare del nuovo Dylan Dog, ho pensato che avevo voglia di fare una considerazione seria. Una considerazione da uno CHE LEGGE DYLAN DOG DAL 1989 SENZA INTERRUZIONI... etc etc etc.
Poi in effetti c'ho ragionato su e mi sono accorto che mi sarebbe venuto meglio un post scemo, di quelli farciti con cazzatine che strappano forse un sorriso e morta lì, missione compiuta.
Di quelle robe tipo che John Ghost c'ha lo stesso guardaroba di Christian Grey
oppure le copertine modificate che fanno sempre tanto ridere
Quando poi ho iniziato a ragionare sullo yaoi con protagonisti Dyd e JG, ho capito che era giunto il momento di fermarsi.
Com'è quindi questo Dylan Dog numero 341 "Al servizio del caos"?
Beh, innanzitutto è un albo che dal canto suo tenta di essere seminale: il manifesto con cui il curatore rielabora i canoni del "suo" Dylan Dog, l'infografica con cui Roberto Recchioni ci spiega il suo punto di vista sul personaggio, gli elementi di base che ne ridefiniscono la narrazione, i punti di contatto con l'interpretazione sclaviana dei famigerati primi 100 numeri, gli ingredienti che il curatore dispone in dispensa con l'invito agli altri sceneggiatori di riusarli per le proprie ricette. (E ne approfitta per fissare l'attuale presente di Dylan, liberandolo da quell'eterno 1990 in cui era rimasto intrappolato).
È poi, quest'albo, un pretesto per presentare un nuovo personaggio che ricorrerà nella serie. Dotato di un'intelligenza fuori dal comune e con a disposizione una finestra spalancata sullo scibile umano. Raffinato ed elegante, sarà probabilmente un antagonista sui generis, cinico ma accomodante, una di quelle figure ambigue che spesso diventano l'unico aiuto per il protagonista, in un rapporto complicato e spesso conflittuale, eppure capace di generare un legame addirittura morboso. È un telefono, un Ghost9000 di nuova generazione dotato di un'intelligenza artificiale di nome IRMA, dal design che perverte la sezione aurea e dal fastidioso potere di costringere la gente ad ammazzare per averlo (a meno che la magia nera non sia a termine).
Ah, e poi c'è John Ghost. Uno che fa l'agente del caos e che, per carità, è sicuramente un personaggio interessante. Ma si trova decisamente in una posizione win-win. Cioè, con un po' di fantasia e di eloquenza risulta abbastanza semplice dimostrare la correlazione tra la farfalla che batte le ali in Giappone e le melanzane alla parmigiana che mi si sono inspiegabilmente bruciate l'altra sera.
Come dice il cotonatissimo Dylan Dog del numero 12 (quello che cita Terminator)
A parte questo, il biondo e spietato affarista si appresta a essere una variabile nascosta che tenderà a palesarsi senza uno schema preciso percorrendo quella sfumatura di continuity, un po' come quel Xabaras dei primi numeri che lascia a Inverary i suoi appunti sul mesmerismo o fa il programmatore free-lance.
Cos'altro c'è in questo Dylan?
C'è non tanto una critica, quanto uno smascheramento della società moderna, l'idea che oltre all'essere vittime siamo altresì, se non colpevoli, quantomeno collusi. Ci sono dei disegni al di fuorì dei soliti schemi, fuori gabbia, pregevoli addirittura in alcune prospettive, c'è l'ignoto, ci sono cose che succedono senza un senso apparente, c'è una profusione di citazioni tanto per rimarcare il concetto del ritorno alle origini, fin troppo ammiccanti forse. Cioè, la sensazione che avuto io è che fossero non tanto fuori luogo ma proprio fuori tempo, come se appartenessero a un modo d'essere di un'altra epoca, quella senza internet sul telefonino, senza i zero gradi di separazione dalla conoscenza infinita, senza gli Zerocalcare, gli spoiler, l'hype.
O probabilmente è solo che preferivo quegli anni in cui le citazioni non le coglievo, in cui si leggeva con ingenuità senza alcun parametro, in cui è sempre stata meglio una storia copiata di cui non conoscevi il riferimento che una originale che ti lasciava indifferente.
Ah, c'è una cosa poi, probabilmente la più importante. Un particolare che rende davvero irrilevante tutto il resto, siano difetti, pregi, imprecisioni, inglesate (che se dico americanate so già che non va bene), tradimenti dell'originale e questo non è Dylan.
C'è un'idea, che è un'idea di fondo, il principio su cui a mio avviso si sta cercando di costruire questa nuova vita del personaggio, la dichiarazione d'intenti che appare sul manifesto se lo passi sopra una fiamma di candela. Il vero link con quell'antieroe degli anni '80 che si dichiarava astemio ma passava dalla birra al whisky, che soffriva il mal di mare ma possedeva una barca, che distruggeva irrimediabilmente il maggiolone per poi riguidarlo il giorno dopo, che moriva, saltava in direzioni parallele, volava con la macchina e che alla fine di casi non è che ne risolvesse poi tanti e quando capitava era spesso una botta di culo.
È la sensazione che tutto possa accadere, o meglio che possa accadere di tutto. L'esplicita volontà di non volere più dare certezza al lettore, la frantumazione del pilota automatico narrativo a favore di una disorientante sincronicità junghiana.
Per quel che mi riguarda è una dichiarazione d'intenti immensa e già di per sé appagante. E tanto mi basta.
Poi si sa, il diavolo sta nei dettagli. Un qualcosa che non va lo troveremo sempre, o perché non ce lo aspettavamo, o perché ce lo aspettavamo proprio, o lo pensavamo diverso. Per dire, a me nella liquidità di situazioni di questo numero è mancata una cosa a cui ricordo di essere sempre stato affezionato: quel modo di legare i cambi di scena facendo iniziare il primo baloon di una pagina con l'ultima parola non detta da un altro personaggio nella pagina precedente. Ecco, per me Dylan Dog è questo, se non mi metti 'sta cosa stai tradendo il simulacro di quella figura primigenia, lo stampo iniziale da cui dovrebbe derivare ogni numero.
Per me. Per qualcuno è Roi, per altri lo splatter, Bloch, i mostri, le poesie. Per altri basta che ricordi di essere vegetariano. Insomma, Dylan Dog non esiste. E siamo tutti allenatori.
Ognuno ha il suo, ognuno un'idea che non capisce perché non venga realizzata, un titolo, una storia, un progetto. Io qualche giorno fa ho avuto un'intuizione fighissima, che a realizzarla verrebbe davvero un qualcosa di sensazionale. Ora son qui comodo che aspetto che qualcun altro abbia la mia stessa illuminazione, per vederla finalmente realizzata.
E niente, volevo parlare di questo Dylan Dog, fare una considerazione di quelle che non servono a nessuno.
Spero di esserci riuscito.
(ah, vi ho risparmato la foto sulla perversione della proporzione aurea)
Etichette:
341,
al servizio del cazzo,
copertine,
dall'89 senza interruzioni,
dylan dog,
impara a programmare in latino con Xabaras,
john ghost,
perversione aurea,
roberto recchioni,
un'idea fighissima
2.2.15
La teoria del tutto e del contrario di tutto
Rieccomi qui. Tanto ogni post(o) ormai è luogo del delitto, vale la pena di ricominciare da dove è iniziato.
Io mi sono fermato il 7 di gennaio, dopo quella cosa di Charlie Hebdo. Stavo per schiacciare il bottone "pubblica" su una cosa che avevo appena scritto. Titolo: Non avrai altro dio all'infuori di He-Man. Per fare il figo potrei dire che nemmeno mi ricordo di cosa parlava, in realtà me lo ricordo bene ma non lo dirò.
Comunque, quel giorno il 7 gennaio 2015 sono morte nel mondo più di 100.000 persone.
Gli omicidi, se andiamo a vedere le medie statistiche, sono stati sopra il migliaio.
Cioè, se andassimo ad analizzare solamente i numeri, beh, quei cazzo di disegnatori non sarebbero nemmeno da considerare morti.
Irrisori.
Eppure. Eppure boh.
Forse avevo ancora qualche speranza nella gente, di sicuro non sapevo di averne ma evidentemente è stato quello. Credo si sia spezzata definitivamente quella membrana che preservava quello spicciolo di fiducia nell'umanità, l'imene (He-Man è!) che lacerandosi ha sanguinato quell'ultima aspettativa nei confronti del mondo.
A me di dio non interessa. Non dico nemmeno che non esiste, per quel che mi riguarda potrebbe anche esistere ma rimarrebbe comunque al di fuori della mia comprensione e probabilmente anche del mio interesse. Se ci fosse un dio, o una qualche entità equivalente, sarebbe davvero inconcepibile per noi, inutile stare qui a parlarne.
Infatti mi concentro sulla gente. Cioè, io non sopporto chi prega. Mi spaventa. Davvero, vedo la gente pregare e provo un brivido. Quel loro affidarsi, quel fastidioso deresponsabilizzarsi e non ultimo quell'ipocrita rilettura degli accadimenti in funzione delle proprie preghiere. Non so se ha un nome, forse oratiofobia.
E ancora di più mi spaventa chi è talmente stupido da pensare che dio (a voler credere che ci sia) possa essere offeso dall'uomo.
Cioè, sei assolutamente convinto che esista un qualcosa di talmente mistico e potente da aver creato con un solo gesto questo
e questo
e questo
e questo
e questo
e davvero credi che se dico, che so, che si fa fare i pompini dalle marmotte lui possa offendersi?
E ancora: ma davvero l'essere più infinito e onnipotente, il signore, colui che ha creato tutte le cose visibili e invisibili, che ha fatto e rifatto tutto il cazzo che gli è venuto in mente con tempo, materia, vita, morte, ha bisogno di essere difeso da due coglioni col kalashnikov? o dal papa pugile? o dalla società, dalla legge, dal buon gusto, dall'etica?
Esiste davvero un cazzo di assoluto muto celeste che si chiude in cameretta a soffocare il pianto sul cuscino perché un disegnatore ha immortalato uno dei suoi sedicenti profeti in atteggiamenti moralmente equivoci?
Ovvio che no. Così come è ovvio che c'è chi se ne approfitta.
Sinceramente non mi dispiacerebbe se la gente la smettesse di ammazzarsi, ma se proprio deve farlo preferirei che lo facesse senza l'ipocrisia di un mandato divino. Dite che vi siete rotti il cazzo di popoli che vengono a fare la guerra a casa vostra, dite che vi sentite sfruttati, affamati, dite che 'sto mondo è disumano, ingiusto, che morite per fare gli smartphone di qualcun altro, che i Mori erano meglio, che i Babilonesi erano molto meglio, che lì c'eravate prima voi, dite che vi hanno ammazzato i figli, i padri, la libertà.
Dite che siete i buoni, che sono i cattivi, che siete i cattivi, il male, il bene, che odiate o che lo fate per amore.
Ma per un dio, per un profeta, per una religione, vi
Non sono proprio uno da religioni. Nemmeno da quelle finte che poi va a finire che rischi comunque di credere in qualcosa. Nemmeno da fede nella scienza. Amo le ipotesi plausibili, i rasoi di Occam, ma anche le cose inaspettate, perfino quelle inspiegabili a patto che restino tali.
C'è una cosa però nel pastafarianesimo, per dire, che mi ha sempre intrigato: il Mostro di Spaghetti Volante.
Avete presente quelle robe su dio che crea l'uomo a sua immagine e somiglianza?
È che alla fine, secondo me, il Mostro di Spaghetti Volante rappresenta proprio questo ma al contrario.
Sì, siamo fatti così. E per pensare ci basta questo, il resto è coreografia... |
Siamo noi dio!
Noi, cervello, nervi, pensiero, carne, ossa, liquidi.
Noi stabiliamo chi vive e come. Magari non siamo onnipotenti ma siamo comunque caricati della responsabilità più grande, quella di decidere, di scegliere. Non c'è chi può farlo al posto nostro, c'è il caso, ci sono le cose che succedono, ma siamo noi che guidiamo le nostre azioni, noi quelli da pregare, noi che intercediamo, benediamo, noi finiti e potenti, in cielo e in terra, nei mari, nello spazio e ovunque un'arma possa essere definitiva.
Oggi è il giorno della marmotta.
Significa che questo post lo riscriverò ogni giorno.
Lo rileggerò ogni giorno e mi ci ritroverò d'accordo.
Buon giorno della marmotta.
Etichette:
anagrammi,
charlie hebdo,
dio,
giorno della marmotta,
he-man,
mostro di spaghetti,
noi,
pastafarianesimo,
umanità
Iscriviti a:
Post (Atom)