Sverisce la notte,
grinosa, sostende nei grabi linosi
di un mèreco niente.
Attunde scerzante,
smarendo nei lei diamarosi
dei tuo occhi rimanti.
S'arriglia,
cormando i roselli,
tralando i bareni:
saprosi,
diprenti,
sfimati di te.
E quesce smarnita,
sdilando la prenìca ormenza,
sdilando la vita.
Bé... l'avevo prima letta con gli occhiali e c'ho capito poco...
RispondiEliminama la seconda volta leggendola senza è stato tutto chiarissimo ^__^
Isso, io non c'ho capito molto neanche senza occhiali ^_^
RispondiEliminaIo neppure
RispondiElimina:(
beh, è una poesia d'amore, le poesie d'amore mica serve spiegarle...
RispondiEliminasi quella è l'unica cosa che ho capito!
RispondiElimina